“Gli evangelici hanno poco a che fare col sociale”. Falso

 
 

Evangelizzazione, culto, preghiera, canto … queste sono le attività che in genere sono associate agli evangelici. Giustamente. C’è tuttavia un altro campo di impegno che viene spesso trascurato o non preso in seria considerazione. Si tratta dell’attività sociale, estensione della diaconia evangelica, in cui le chiese evangeliche sono impegnate in forme più o meno organizzate o visibili. Esiste un mondo fatto di progetti, associazioni, iniziative, campagne, ecc. che, senza stare sotto i riflettori della ribalta, si interfaccia con le molteplici situazioni di disagio, povertà, devianza, liminalità, cercando di portare la speranza dell’evangelo in parole e opere. 

Su questo mondo apre una finestra importante il volume curato da Marco Costantini, Disruptive, 34 voci tra crisi globali e povertà individuali ispirate da Matteo 25 (2022). Si tratta di una raccolta di schede che racconta l’operato di associazioni e organizzazioni evangeliche locali e nazionali coinvolte nell’azione sociale. Il libro mostra chiaramente che la fede evangelica non è relegata alla sola vita di chiesa tra le quattro mura, ma è viva e presente al servizio del prossimo attraverso credenti nati di nuovo, lì dove Dio li ha posti, così come la Parola di Dio comanda di fare. Quella evangelica pertanto è una fede che, spesso e volentieri (anche se non sempre in forme adeguate e compiute) opera praticamente e che trova nell’amore per Dio il suo motore propulsivo. Il riferimento a Matteo 25 nel sottotitolo è emblematico della sfida e della provocazione che Gesù rivolge ai suoi discepoli.

Costantini ha presentato il volume mercoledì 9 novembre presso l’ICED Roma che ha inaugurato la stagione 2022-2023, giunta alla quarta edizione, di Libri per Roma. Si tratta di un’attività di promozione della cultura evangelica intorno ai libri con incontri con autori o tavole rotonde basate sulle novità editoriali evangeliche e non solo. Oltre a leggere Matteo 25, in sede di presentazione è stato letto il paragrafo 5 del Patto di Losanna (1974) che dice che, nell’ottica dell’impegno cristiano, l’evangelizzazione e l’attività socio-politica fanno entrambe parte del nostro dovere di credenti.

Quale quadro emerge dal volume curato da Costantini? Viene fuori un mosaico di iniziative che vanno dagli aiuti alimentari a quelli assistenziali, dai punti di ascolto all’ospitalità e all’integrazione. Alcuni progetti sono locali, altri nazionali, altri ancora legati a progetti internazionali. E’ evidente la buona volontà profusa, ancor più apprezzabile per il fatto che, generalmente parlando, queste iniziative evangeliche sono auto-finanziate e si basano sul volontariato. 

Non mancano le criticità, ovviamente. Costantini le ha identificate nel bisogno di informazione, di formazione e di rete. L’associazionismo evangelico stenta ancora ad operare in modo coordinato o “in rete” per alzare il profilo della testimonianza in Italia. Ognuno sembra fare il proprio servizio indipendentemente dagli altri e con una visione localistica. Il curatore ha, a più riprese, sottolineato il ruolo centrale che l’Alleanza Evangelica Italiana ha nell’essere un ente facilitatore e di collegamento tra diversi enti e associazioni che possono mettere “a sistema” le loro iniziative, soprattutto in un contesto di minoranza evangelica come quello italiano bisognoso di creare strutture al servizio dell’associazionismo evangelico e di crescere nella consapevolezza di come l’evangelo possa impattare le comunità e la società. 

A cornice della presentazione del libro si è tenuta la mostra fotografica “Speranze in Attesa”, che  racconta l’operato in un villaggio dell’Etiopia di Progetto Amico, un’associazione, tra quelle presentate nel volume, di medici e sanitari evangelici. 

Gli evangelici non solo sono il popolo delle parole. Proprio perché sono gente della Parola, declinano la risposta alla Parola in modi diversi, tra cui l’impegno sociale. Il volume di Costantini documenta un mondo pieno di fermenti e risorse, da far crescere e ulteriormente sviluppare.