Hans Nielsen Hauge (1771-1824): revivalista evangelico e padre della Norvegia moderna

 
 

Il famoso film Quo vado? racconta la vita di un italiano (interpretato dal comico Checco Zalone) appena traslocato in Norvegia. In una scena, Zalone scopre il prezzo terribilmente alto di un chilo di ciliegie mentre fa la spesa al supermercato. Che la nazione nordica sia ricca è un fatto generalmente noto, ma pochi però capiscono le radici della ricchezza norvegese. Quest’ultimo venerdì santo è stata una giornata doppiamente importante in Norvegia. Oltre alla commemorazione del sacrificio del nostro Signore, fu esattamente 200 anni fa che morì il più grande revivalista norvegese di tutti i tempi: Hans Nielsen Hauge.

“Segui Gesù! Oh, Tu sei l’eterno Dio amorevole!” Queste furono le ultime parole pronunciate da Hans Nielsen Hauge sul letto di morte. Hans Nielsen Hauge non è molto conosciuto al di fuori della Scandinavia. Anche in Norvegia, la sua memoria sta lentamente svanendo nonostante il profondo impatto che la sua opera ha avuto lì.  

Oggi la Norvegia è una delle nazioni più ricche del mondo. Il suo PIL pro capite è uno dei più alti al mondo. La Norvegia si colloca al 7° posto nel World Happiness Report 2024 e al primo posto per quanto riguarda la libertà di stampa. Siamo abituati a sentire che la Norvegia è una delle migliori nazioni al mondo. Eppure due secoli fa era uno dei paesi più poveri d’Europa, con standard di vita ben al di sotto di quelli italiani. Oggi però, secondo il film di Gennaro Nunziante appena citato, sembra che alcuni italiani debbano traslocare in Norvegia per elevare i loro standard di vita. Come è possibile che si sia verificata una trasformazione così significativa in così poco tempo? 

La scoperta del petrolio e del gas in Norvegia potrebbe magari spiegare la ricchezza, anche se non del tutto, ma di sicuro non può spiegare gli alti livelli di democrazia o di libertà. L’origine della grandezza del Paese risiede nell’impatto del cristianesimo, in particolare della Riforma, e più specificamente della vita e opera di Hans Nielsen Hauge. Il 200° anniversario della sua morte è quindi un’ottima occasione per riscoprire Hauge. 

Il piccolo paesino di Tune (oggi parte di Rolvsøy) nella Norvegia meridionale è un buon punto di partenza. Lì, sul muro della casa di preghiera del paesino, possiamo trovare una targa con le seguenti parole: “Io e ciò che è mio, mi arrenderò volentieri, se tu solo dimorerai nella mia anima”. Hauge nacque a Tune il 3 aprile 1771. Pronunciò questa frase laddove è oggi eretta la casa di preghiera due giorni dopo il suo 25° compleanno. Lì sperimentò quella che in seguito descrisse come “una svolta spirituale”. Mentre arava uno dei campi di suo padre, la sua “anima sentì qualcosa di soprannaturale, di divino e di beato”. Sentì “una gloria che nessuna lingua può descrivere”. Questa esperienza ha portato Hauge a ricevere una mente rinnovata e un cuore “pieno di un desiderio appassionato di leggere la Bibbia e l’insegnamento di Gesù stesso”. 

L’incontro soprannaturale vissuto da Hans Nielsen Hauge ha cambiato la sua vita. Ha consacrato il resto della sua vita per chiamare il suo popolo al pentimento e alla fede in Gesù Cristo. Lo stesso giorno del suo incontro parlò alla sua famiglia e di conseguenza due dei suoi fratelli si convertirono. Ben presto Hauge iniziò a viaggiare attraverso il paese. Infatti predicò in quasi ogni distretto del Paese. Si ritiene che in otto anni Hauge abbia percorso oltre 15.000 chilometri, principalmente a piedi. 

La predicazione di Hauge, però, non era esente da opposizioni. A quel tempo, la predicazione dei laici e le riunioni cristiane non ufficiali erano illegali, ma egli ignorò queste leggi e fu quindi ostacolato dai vescovi luterani. Dio gli diede la saggezza per rispondere adeguatamente, ma i vescovi procedettero a richiedere il suo arresto dalle autorità civili. Nel giro di diciotto anni, Hauge fu arrestato undici volte. La sua prigionia più lunga durò dieci anni e le condizioni del suo isolamento furono talvolta terribili. Ma nonostante tale opposizione, Hauge non smise di predicare. Una volta disse: “Se avessi cento vite, sarebbero tutte disposte ad accogliere le catene”. 

Quindi, che impatto ha avuto il risveglio di Hauge sulla società norvegese? 

La predicazione di Hauge non si limitava a offrire un ingresso in paradiso. Hauge credeva che il rinnovamento della mente dovesse portare a cambiamenti nella vita di tutti i giorni. Il credente dovrebbe essere “figlio di Dio in tutti i compiti necessari”. Pertanto, la rinascita haugiana ha avuto un effetto trasformativo nelle sfere sociale, economica, politica ed educativa. Ciò si può vedere, ad esempio, nella riduzione dell’ubriachezza, una piaga diffusa nei paesi nordici, ovunque si sia diffuso il risveglio. 

Hauge è probabilmente meglio conosciuto per l’impatto che ha avuto sull’economia norvegese. Spesso condivideva consigli pratici sull’agricoltura o anche idee imprenditoriali tra le persone a cui predicava. Lo stesso Hauge avviò molte attività, tra cui una compagnia di spedizioni, due cartiere, un’azienda di mattoni, una tipografia e diversi stabilimenti. Il movimento haugiano divenne noto per l’innovazione nell'agricoltura e nelle imprese. In politica, diversi haugiani furono coinvolti nella stesura della prima costituzione nazionale nel primo breve episodio d’indipendenza del 1814. Hans Nielsen Hauge contribuì inoltre alla crescita dell’alfabetizzazione. Scrisse 17 libri che sono stati ampiamente letti. Alcuni resoconti stimano che almeno un norvegese su nove abbia letto la sua opera. I suoi scritti ispirarono molti a leggere e studiare. Hauge si preoccupava anche dell’istruzione e contribuì finanziariamente alla fondazione della prima università norvegese, a Christiania, cioè l’odierna Oslo.  

L’eredità lasciata da Hans Nielsen Hauge, però, non si limita alla Norvegia. La rinascita haugiana diede vita a un movimento missionario potente e duraturo. Anche nella prima metà del XX secolo, la Norvegia inviò più missionari pro capite in tutto il mondo di qualsiasi altra nazione. 

Gli anni di opposizione e di prigionia vissuti da Hauge misero a dura prova la sua salute. Ciò nonostante, continuò a predicare il Vangelo ogni volta che poteva. Verso la fine della sua vita, quando era gravemente malato, un gruppo di persone venne a trovarlo. Nonostante trascorresse gran parte del tempo a letto, Hauge trovò comunque la forza di predicare loro. Poche settimane dopo, appena cinque giorni prima del suo 53esimo compleanno, Hans Nielsen Hauge morì. 

L’impatto che Hans Nielsen Hauge ebbe in Norvegia è stato riconosciuto da tutti gli storici del Paese. La prosperità di cui godono i norvegesi può essere fatta risalire anche all’opera che Dio ha compiuto tramite Hauge. Le ultime parole di Hans Nielsen Hauge riassumono i suoi pensieri. La sua chiamata a seguire Gesù, l’eterno Dio amorevole, ha trasformato un’intera nazione. Se questo potente cambiamento della Norvegia fu possibile attraverso un contadino, perché non sarebbe possibile in Italia oggi? 

N.B. Questo articolo è stato adattato da un mio articolo in inglese per il quotidiano CNE: https://cne.news/article/4184-norway-remembers-hans-nielsen-hauge-the-evangelist-who-brought-innovation