Il gioiello più raro (V). Preparati per la battaglia
La contentezza cristiana non viene naturalmente. Come la santificazione, è una battaglia che dura una vita. Per arrivare al punto in cui fu capace di scolpire il Davide, quante ore investì Michelangelo nel suo mestiere? Nel diciassettesimo secolo Antonio Stradivari fece un violino che ancora oggi è molto ricercato. Ma non è che lui si svegliò un giorno e decise di fare un violino ed uscì quel capolavoro. No di certo. Anzi, Stradivari investì migliaia di ore nel suo mestiere per poi sviluppare le capacità necessarie per creare il violino più ricercato del mondo. È così con la contentezza. Se crediamo di poter trovare questo tesoro senza tantissima fatica, ci inganniamo e non lo troveremo mai. Ecco perché Jeremiah Burroughs definisce questo tesoro come un “gioiello raro”. Tanti credenti (possiamo dire la maggioranza dei credenti?) non sono disposti ad investire il tempo ed la disciplina necessaria per trovare il gioiello della contentezza.
Il discepolo di Cristo non deve perdersi d’animo. È difficile sì, ma non è impossibile trovare questo tesoro. Richiede energia, ma come ci ricorda Paolo (in un brano in cui parla della contentezza), “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4,13). Quindi non è una forza qualsiasi, cioè non è una forza umana; è invece una forza che viene dal Signore. È Dio che ci fortifica. Meno male! “Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile” (Matteo 19,26). Nel suo ottimo libro sulla contentezza, Andrew Davis offre alcuni consigli sulla ricerca di questo tesoro. Eccoli:
Non cessare mai di pregare: Questo è il consiglio di Paolo ai Tessalonicesi (1 Tessalonicesi 5,16). La preghiera è un attrezzo fondamentale per l’ottenimento della contentezza cristiana. Chiaramente questo non significa una preghiera continua. Non è possibile pregare sempre così. È più come la preghiera di Neemia quando pregò al Signore per chiedere saggezza per sapere come rispondere al re (Neemia 2,4-5). Certo che dobbiamo mettere da parte tempo per avere momenti di preghiera più estesi, ma dobbiamo anche pregare nei momenti in cui siamo deboli. La preghiera “continua” ci fortifica con una forza soprannaturale che ci permette di vincere le tentazioni e dare ogni gloria a Dio. Forse questo consiglio sembra troppo ovvio. Ma se è così, devi chiederti: “è vero che non cesso mai di pregare?” Se la risposta è “no”, allora non è un consiglio troppo ovvio!
Memorizzare: Memorizzare cosa? La Bibbia chiaramente. La parola di Dio è un altro attrezzo fondamentale per l’ottenimento della contentezza. Il salmista Davide lo dice perfettamente: “Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te” (salmo 119,11). Quando lo Spirito Santo guidò Gesù nel deserto e Cristo fu tentato da Satana, per vincere le tentazioni citò la parola di Dio e “allora il diavolo lo lasciò…” (Matteo 4,11). Dobbiamo memorizzare la parola di Dio per poter richiamarla nei momenti di debolezza. La contentezza dipende da una conoscenza intima e profonda della parola di Dio.
In ogni cosa rendere grazie: Dopo aver istruito i Tessalonicesi sulla preghiera, Paolo dice loro di rendere grazie in ogni cosa. Perché? “… perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5,18). La gratitudine e la contentezza sono strettamente imparentate, biblicamente parlando. Il collegamento verbale tra “in ogni cosa rendete grazie” (1 Tessalonicesi 5,18) e “in tutto e per tutto ho imparato ad essere saziato e ad aver fame…” (Filippesi 4,12) è una chiara indicazione di questo rapporto. Rendere grazie è a volte facile, ma rendere grazie in ogni cosa è un’altra cosa, e non è per niente facile. La contentezza cristiana dipende dal cuore grato, a prescindere dalle circostanze.
Porre una guardia davanti alla bocca: Questa è la preghiera del salmista Davide a Dio. “Signore, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra” (Salmo 141,3). Come abbiamo visto, le lamentele, i mormorii ed i brontolii continui sono nemici della contentezza e sostituiscono la contentezza nei nostri cuori con l’amarezza. Peraltro, distruggono anche la contentezza delle persone su cui vomitiamo le nostre lamentele. Dobbiamo, allora, porre una guardia davanti alle nostre bocche per proteggere la nostra contentezza e quella delle persone vicine a noi.
Studiare gli eroi della fede: La storia della chiesa trabocca di esempi di discepoli che grazie a Dio trovarono il raro gioiello della contentezza nonostante le tantissime difficoltà che dovettero affrontare e superare. È sempre incoraggiante e stimolante leggere di questi eroi, della loro fede e della contentezza che sperimentarono in mezzo alle prove più svariate. “Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12,1-2).
Studiare la chiesa perseguitata: La storia della chiesa perseguitata è ancora in corso di svolgimento. Alla chiesa globale appartengono tanti fratelli e sorelle che affrontano le persecuzioni tutti i giorni. Oggi sperimenteranno difficoltà che tanti di noi non possiamo neanche immaginare. Preghiamo, allora, per la loro contentezza in mezzo alle prove molto difficili e preghiamo che il Signore possa stimolarci e renderci contenti grazie al loro esempio.
Preparati per la battaglia: Satana non ti permetterà di essere contento in Cristo senza un assalto aggressivo. È una battaglia quotidiana. Dobbiamo allora fortificarci nel Signore e nella forza della sua potenza. Dobbiamo rivestirci della completa armatura di Dio affinché possiamo stare saldi contro le insidie del diavolo (Efesini 6,10-11). Ci ricordiamo sempre che possiamo ogni cosa in colui che ci fortifica (Filippesi 4,13). Infine, rincuoriamoci perché nessuna tentazione ci ha colti che non sia stata umana. Però Dio è fedele e non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Ma con la tentazione ci darà anche la via di uscirne, affinché la possiamo sopportare (1 Corinzi 10,13).