Jan Comenio (1592-1670) e la riforma dell'educazione

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Le scuole non possono chiudere! - è il grido che si diffonde in questi giorni nel nostro Paese.  Le ragioni del grido sono molte e le più diverse ma certamente possiamo essere tutti d’accordo sul valore della scuola come luogo d’istruzione, formazione e socialità. Per riscoprirne il suo compito, la necessità e l’utilità e per avere una visione per il futuro della scuola, sarebbe bene fermarsi per fare un po’ di memoria. Certamente il popolo evangelico ne guadagnerebbe in discernimento, le famiglie evangeliche sarebbero portatrici di una visione per la scuola e i nostri studenti guarderebbero ad essa con passione e speranza. 

Il 15 novembre 1670, 350 anni fa, morì ad Amsterdam Jan Amos Komensky, Comenio, teologo, pedagogista e riformatore ceco, membro dell’Unione dei Fratelli boemi (nata dall’opera di Jan Hus) di cui fu anche un pastore riconosciuto. Lutero, Melantone, Calvino con la loro predicazione biblica avevano restituito il giusto scopo e valore alle attività umane fino ad allora definite profane e ciò contribuì alla nascita di scuole popolari in tutta Europa per insegnare al popolo a leggere nella propria lingua. Comenio portò oltre questo lavoro e fu certamente il padre di una riforma dell’educazione, di una visione sistematica e integrale di essa che rifletteva sul ruolo dell’istruzione, sui suoi obiettivi e sui suoi metodi. La sua visione e la sua opera, di una vastità impressionante, ebbero un’influenza straordinaria sulla storia dell’istruzione occidentale e Dio la usò per dare un contributo significativo alla pedagogia moderna. Il suo nome è presente in ogni manuale di storia della pedagogia ma la sua opera è per lo più misconosciuta nel nostro paese e non studiata o valorizzata a sufficienza. 

La vita di Comenio, rimasto orfano in giovanissima età e vissuto sempre come un rifugiato, si svolse a cavallo della Guerra dei Trent’Anni e fu segnata, fino alla fine dei suoi giorni, da miseria e morte. Nonostante la difficoltà e la precarietà continua della sua vita fu un uomo di Dio completamente dedito alla visione della riforma e mosso dal desiderio di vedere la chiesa dei Fratelli Boemi riconosciuta e libera di professare e proclamare la fede protestante nel proprio Paese. Allo stesso tempo un fuoco per una riforma dell’educazione ardeva in lui così forte che per tutta la vita scrisse a questo fine e anche quando un incendio bruciò gran parte del suo lavoro ciò non fu per lui un motivo per desistere.

Comenio era convinto che ci fosse un legame indissolubile tra la teologia e quella che oggi chiamiamo pedagogia. Furono le sue profonde convinzioni teologiche che diedero forma e sostanza al suo pensiero pedagogico: l’universalità dell’educazione, valore fondato sull’idea dell’essere umano quale creatura ad immagine di Dio; l’idea dell’unitarietà del sapere in quanto la creazione divina è buona, bella, ordinata ed armonica; l’esperienza del mondo come di un labirinto di confusione a causa del peccato, che l’educazione è chiamata a riordinare; la fonte triplice della conoscenza perché il Dio trino ne è l’autore (il libro del mondo, il libro della mente e le Scritture – il libro sacro). Comenio definì i principi e i metodi dell’insegnamento e dell’apprendimento in conformità alla natura stessa dell’uomo e delle cose come Dio le ha create, ricavando tale metodo dalla natura stessa della sacra Scrittura. Comenio valorizzò l’educazione della prima infanzia e il ruolo fondamentale della famiglia in essa.  

Questi sono solo alcuni esempi, perché la vastità delle sue idee non può essere sintetizzata in poche parole. Tra le sue opere più famose è possibile leggere in italiano La Grande didattica e Il prodromo alla pansofia (in Opere, a cura di M. Fattori, Torino, UTET 1974), ma si dedicò tutta la vita anche alla stesura di libri di testo che potessero essere delle guide per gli insegnanti. Come chiesa possiamo ringraziare Dio che abbia suscitato per il bene dell’Europa un simile ingegno ma possiamo pregare per oggi che Dio esaudisca il desiderio di Comenio di vedere uomini e donne dedite al lavoro di riforma dell’educazione confidando nella dichiarazione di Cristo: “Io farò ogni cosa nuova” (Apocalisse 21,5).

 

Che Dio abbia pietà del secolo nostro, e apra gli occhi della mente a qualcuno[…]. Noi, Se Dio vuole, daremo un saggio del nostro tentativo nel compendio della Pansofia cristiana, con l’umile speranza che a suo tempo, per mezzo di altri, Dio mostri altro ancora.

J.A. Comenio, Opere, a cura di M. Fattori, Torino, UTET 1974, p. 240.