La fede evangelica è trinitaria o non è (III). Sette tesine su Trinità e società
Il pensiero trinitario ha fondamentali implicazioni anche sulla sociologia evangelica, cioè la visione biblica della società. Ecco sette tesine che sviscerano alcuni addentellati da tenere in considerazione.
1. Il governo di Dio afferma l’autorità divina, il controllo divino e la presenza divina in ogni situazione, anche quelle afferenti alla vita sociale. Esso è ineludibile e si estende dalla protologia (inizio) all’escatologia (fine), dalla natura alla storia, dalla terra al cosmo, dal piccolo al grande, dai salvati ai reprobi, dagli esseri umani a quelli angelici, dal mondo visibile a quello invisibile, in ogni sfera della realtà creata, senza aree di immunità o di minore o maggiore intensità.
2. Le ideologie socio-politiche sono varianti eretiche del pensiero trinitario bisognose di riforma. Le eresie sono: l’assolutizzazione di un elemento della realtà a scapito della pluralità (eresie moniste) o la frammentazione assoluta della realtà a scapito dell’unità (eresie pluraliste).
3. Il pensiero trinitario sdivinizza il potere (non attribuendo potere redentivo alla politica), de-clericalizza la società (non attribuendo potere teocratico alla chiesa), combatte ogni forma di assolutismo del potere (sia religioso, sia secolare), contrasta ogni forma di individualismo sociale (sostenendo le connessioni sociali), contesta ogni forma di prevaricazione della comunità sulla persona. In positivo, incoraggia la partecipazione, la collaborazione, l’azione responsabile.
4. Il pensiero trinitario introduce il criterio di differenziazione istituzionale nell’ambito della società (Abraham Kuyper parlava di “sovranità di sfere”)[1]. Esso fonda le responsabilità differenziate (persona, famiglia, professioni, chiese, stato, ecc.) senza delegare a nessuno un “vicariato” assoluto, ma incoraggiando l’esercizio di sovranità poste entro limiti.
5. Il pensiero trinitario introduce il criterio di “simbiosi” sociale (Johannes Althusius)[2]. Ciascuna sfera, pur avendo un’originaria vocazione e responsabilità, vive in relazione d’interdipendenza con le altre, senza confondersi, appiattirsi, sovrapporsi, esautorare. La pericoresi trinitaria fonda la collaborazione e l’interconnessione delle sfere.
6. Il pensiero trinitario è un criterio regolatore e di rendicontazione che apre spazi di azione coraggiosa, di libertà creativa, di intrapresa e ridimensiona le pulsioni prevaricatrici di ogni centro di autorità. Ciascuna sfera è chiamata a rispondere dell’esercizio della propria sovranità.
7. Il pensiero trinitario si confronta in particolar modo:
con le ideologie cattoliche della sussidiarietà che mantengono tratti inaccettabili di gerarchia sociale e di statalismo;
con le ideologie liberiste che assolutizzano il mercato e i “poteri forti” economici;
con le ideologie social-democratiche che hanno una concezione redentiva dello Stato;
con le ideologie del multiculturalismo che propugnano una concezione della società costituita da vasi non-comunicanti;
con l’ideologie totalitarie che statalizzano la vita sociale e soffocano il pluralismo;
con le ideologie della “umma” islamica che sovrappone comunità civile e religiosa ed annienta la libertà.
La sfida posta dal pensiero trinitario è di elaborare culturalmente un pensiero sociale all’insegna del pluralismo istituzionale, della sovranità di sfere (responsabilità differenziate), della laicità, della “simbiotica” sociale.
(articoli precedenti : “Siamo veramente trinitari?”, 2 luglio 2021; “Dieci tesine su Trinità e realtà”, 8 luglio 2021)
[1] Cfr. AaVv., “Abraham Kuyper (1837-1920)”, Studi di teologia N. 63 (2020).
[2] Cfr. Aa.Vv., “Johannes Althusius (1563-1638)”, Studi di teologia N. 38 (2007).