Liturgia evangelica? Spunti dalla pubblicazione di un nuovo innario
Diciamo subito che la liturgia non si trova in cima ai pensieri dell’evangelico medio o della maggior parte delle chiese locali. E’ un eufemismo, ovviamente. Forse non si trova nemmeno all’ultimo posto della scala dei pensieri. Nel senso che nella preparazione del culto, raramente si dedica tempo e preghiera all’imbastitura dell’ordine del culto che sia confacente all’occasione e rispondente alle esigenze della dossologia cristiana. Il risultato è che, generalmente parlando, i culti sono spesso improvvisati, senza un senso spirituale, privi di agganci alla realtà. Sembrano essere culti che non si sa da dove arrivino e non si sa dove vadano. Meteore.
Certo, una qualche liturgia, volente o nolente, c’è. Spesso è frutto di prassi consolidate che non sono rivisitate periodicamente per verificarne l’aderenza ai parametri biblici oppure si pensa che sia caratterizzata da “spontaneità” che, in realtà, è quasi mai veramente tale, ma maschera pratiche e linguaggi anch’essi standardizzati. Il discorso sarebbe lungo e un buon punto di parte è il fascicolo “Celebrare Dio”, Studi di teologia N.23 (2000).
L’occasione per parlare di liturgia è l’uscita dell’innario Stupenda grazia, presso l’editore Alfa&Omega di Caltanissetta. Stupenda grazia è una raccolta di 300 canti e inni evangelici, frutto di una collaborazione tra diverse chiese evangeliche italiane, tra cui le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia. Ideare e realizzare un innario rimanda alla visione liturgica che si ha. Se l’ordine degli inni è casuale o alfabetico si capisce che la liturgia di riferimento sarà gassosa, quasi inesistente. Stupenda grazia segue invece l’ordine degli articoli di fede della Confessione battista del 1689, volendo provare ad essere una teologia cantabile in ogni suo punto. Si parte da Dio uno e Trino, per toccare la creazione, i temi del peccato e della salvezza per grazia soltanto, la chiesa e i suoi ordinamenti, il regno di Dio e la vita cristiana, la speranza attuale e futura. I canti non seguono una sequenza liturgicamente randomizzata, ma uno sviluppo dottrinale coerente ad una delle storiche espressioni della fede evangelica nel corso del tempo. Non si concentrano solo su un tema trascurandone altri, ma provano a rendere cantabile “tutto il consiglio di Dio”.
Costruito in questo modo, l’innario può essere uno strumento al servizio della crescita liturgica delle chiese in quanto è usabile in tutte le circostanze della vita e trasmette un ordine fecondo per vivere ogni circostanza: l’adorazione, la confessione di peccato, la risposta all’evangelo, l’impegno alla diaconia e alla missione. Mediante l’uso dell’innario, il canto non è sganciato dalla fede professata, ma ne echeggia i contenuti, li canta, contribuendo alla lode di Dio e all’assimilazione della dottrina cristiana.
Dove c’è un innario fatto con criteri sensati è più facile favorire la crescita della sensibilità liturgica della chiesa. Per questo, anche se pubblicare un innario oggi può essere considerata un’operazione controculturale rispetto al fai-da-te del canto evangelico contemporaneo dove ognuno di crea una play-list a piacimento, l’uscita di Stupenda grazia è una buona notizia.
Infine, due parole sul titolo della raccolta: Stupenda grazia. Oltre a mettere al centro la variegata grazia di Dio, da cui tutto dipende, e a riconoscerla come meravigliosa, il titolo riprende quello del famoso inno Amazing Grace composto da John Newton (1725-1807) su melodia irlandese. Si tratta di un gioiello dell’innologia evangelica di tutti i tempi e di ogni luogo. Per il suo radicamento nell’inesauribile bontà di Dio e per il suo richiamo alla storia della chiesa evangelica, quale migliore titolo per un innario contemporaneo di Stupenda grazia?
Della stessa serie:
“Se non si può cantare, la teologia è sbagliata” (9/11/2022)
“Ma l’innario non è obsoleto?” (15/11/2022)
Questa serie precede e accompagna l’uscita dell’innario Stupenda grazia, Caltanissetta, Alfa & Omega 2022, adottato anche dalle Chiese evangeliche riformate battiste in Italia.