Metauomini che vivono in metaversi. È questa la vera speranza?

 
 

Una vita non concede abbastanza tempo per vedere le stelle”. La citazione fatta è presa dalla famosa serie TV Altered Carbon. Tale serie racconta di un futuro distopico governato da uomini che grazie al mind uploading riescono a vivere tanto a lungo da diventare delle mini-divinità, hanno così tanto tempo da riuscire a raggiungere stelle lontano migliaia di anni luce. È solo una delle risultanti della “quarta rivoluzione”, quella tecnologica che sfocia nel sopravvento dell’intelligenza artificiale.[1]

Anzi tutto, cosa sono i meta-uomini? Il termine è una parola composta da “meta” che significa mutamento-trasformazione, quindi, indica un uomo che si evolve. Questi meta-uomini vivono in meta-versi, quindi in universi che si trasformano e diventano a misura dei meta-uomini. Questo concetto altro non è che una variante filosofico-religiosa dell’evoluzionismo, ma non biologico bensì ideologico. Essa sostiene la capacità dell’uomo di trasformarsi in meglio grazie però questa volta non tanto alla sua biologia ma alla tecnologia; di avere una relazione uomo-macchina al fine di allungare (quanto è più possibile) la vita vivendo in realtà virtuali che gli permettono di fare cose che nella realtà reale non sarebbe possibile fare. Tutta questa teoria è racchiusa nel movimento del “Transumanesimo”, che ha potenti seguaci nel mondo, tra i quali il ricchissimo Elon Musk (una delle aziende di Musk è dedita proprio a questo).  

Il fine ultimo del Transumanesimo (o post-umanesimo) può essere rinchiuso in questa frase:

che ciò che è umano deve essere superato, lasciato alle spalle, sostituito da una nuova fase caratterizzata dall’oltrepassamento dei limiti attuali dell’umano e verso una nuova umanità sganciata dai limiti della precedente”.[2]

Abbiamo parlato di mind uploading e vediamo cos’è: immagina che la tua memoria, i tuoi ricordi, le tue capacità, le tue esperienze possono essere salvate in un potente super-computer (un computer quantistico) e che quando il corpo fisico muore è possibile trasferire queste informazioni in un nuovo corpo. Così facendo si continuerà a vivere in eterno, di corpo in corpo…

È questo un nuovo esperimento tecnologico e fallimentare che assomiglia alla torre di Babele? È questa una nuova frontiera dell’antichissima e rovinosa tentazione di voler essere come Dio? Magari l’umanità vivrà abbastanza a lungo da vedere una stella che non sia il Sole, ma non vivrà abbastanza per visitare due galassie vicine di questo sconfinato Universo, potrà essere onnipotente in una realtà creata da lui, ma sarà sempre l’elemento più vulnerabile nella vera realtà.

Cristianamente parlando, il post-umanesimo è una forma tecnologicamente evoluta dell’antica eresia dello gnosticismo”;[3] quindi dal punto di vista cristiano questo approccio ideologico non va solo rigettato, ma anche combattuto. L’uomo e la donna non hanno bisogno di mind uploading, ma di essere rigenerati dall’alto e di veder trasformata la loro mente dal Signore Gesù. Non abbiamo bisogno di evolverci verso una forma post-umana, ma di essere salvati dal nostro peccato e quindi di re-imparare ad essere umani secondo l’evangelo. Il metaverso non è la soluzione: la nostra attesa è verso i nuovi cieli e la nuova terra dove regnerà la pace. Se il Transumanesimo propone una vita virtuale senza fisicità, il cristianesimo propone e ripropone l’Evangelo di Gesù Cristo, l’uomo-Dio incarnato, morto e risorto corporalmente, che ha sconfitto il nemico per eccellenza (anche del post-umanesimo): la morte. Perché Lui è risorto, anche noi risorgeremo: questa è la vera speranza che ci permette di “esser sempre pronti a rende conto della speranza che è in noi a tutti quelli che ce lo chiedono” (1 Pietro 3,15).

[1] Una buona introduzione è “Intelligenza artificiale”, Studi di teologia – Suppl. N. 19 (2021).

[2] “Post-umanesimo”, Studi di teologia – Suppl. N. 14 (2016), p. 1.

[3] Idem.