Quando il coronavirus finirà, ci sarà la fede?
Parafrasando (con molta libertà) le parole di Gesù (Luca 18,8), ci si può chiedere: “Quando la pandemia sarà finita, che ne sarà della fede?”. Sarà più forte, più debole, più liquida? E’ chiaro che niente sarà come prima, ma quale impatto il coronavirus sta avendo e avrà sulla fede?
La pandemia da coronavirus ha avuto, e sta avendo, ripercussioni significative su molti aspetti della vita. A quasi un anno dall’inizio della diffusione del Covid, si possono cominciare a fare le prime considerazioni su alcune macro-questioni, fermo restando che sugli effetti a lungo termine di quello che ci sta succedendo ci sarà molto da lavorare in futuro e non è ancora chiaro quale scenario si presenterà.
Il Pew Research Center di Washington (USA) ha condotto un primo sondaggio per capire come il Covid abbia influenzato la fede in 14 paesi avanzati come Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Spagna, Corea del Sud, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Un ampio articolo di Christianity Today (27 gennaio 2021) riporta dati e commenti.
Il risultato è una miniera di numeri e di grafici che registrano dei fenomeni in corso. Le chiese in tutto il mondo sono state soggette alle restrizioni e gli incontri vietati o compressi per molto tempo quasi ovunque, eppure il sondaggio condotto su più di 14.000 persone ha rilevato che pochi hanno perso la fede, mentre i più la ritengono rafforzata proprio dal periodo di prova vissuto.
In testa al gruppo di Paesi con maggiori intervistati pronti ad affermare che la pandemia abbia rafforzato la loro fede si trovano gli Sati Uniti, ma al terzo posto è interessante notare la presenza degli italiani.
Oltre al caso della Corea del Sud, dove la ricerca ha riscontrato un allontanamento dalla fede causato dalla pandemia, i dati possono dirsi incoraggianti, anche se vanno interpretati. Nella maggior parte dei Paesi, le persone erano più propense a dire che la fede religiosa dei loro concittadini si sia rafforzata indicando che la percezione comune è che molti si siano affidati alla fede per superare i duri momenti di quest’anno.
Nel caso italiano, infatti, la fede di maggioranza (impersonificata da papa Francesco che recita il rosario, moltiplica le indulgenze e che dice che siamo “tutti fratelli”) ha offerto, anche sui canali pubblici, un modello di fede incentrata sui propri bisogni, una fede che lenisce le ansie, che promette che tutto andrà bene e che il Dio misericordioso e amorevole perdonerà tutto e tutti incondizionatamente. Questa fede cucita su misura per i bisogni di chi non sa più a cosa aggrapparsi però non è la vera fede cristiana.
In un commento ai risultati italiani della ricerca contenuto nell’articolo di Christianity Today, Leonardo De Chirico ha dichiarato che per le chiese evangeliche questo anno è stato di grande stress e prova. E’ vero che la presenza su internet delle chiese è quantitativamente esplosa (talvolta in forme improvvisate e facilone) ma che ne sarà della qualità della vita delle chiese quando la pandemia si calmerà? La gente tornerà a riunirsi come prima? Le attività comunitarie riprenderanno regolarmente? Ci saranno ancora tutti o ci saranno fenomeni di abbandono?
“Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza” (Giacomo 1,2-3). Ogni vero credente sa che, proprio come afferma Giacomo, la prova non solo è parte integrante della vita cristiana, ma anzi la rafforza.
La vita cristiana è fatta di prove e se vissute con Cristo ed in Cristo, tali prove sono addirittura fonte di gioia nell’avvicinarci a lui. Se il risultato di questa ricerca evidenzia questo allora possiamo esultare e rallegrarci, ma bisogna anche considerare la presenza di alcune vissuti di fede poco biblici e piuttosto antropocentrici. Come sempre Giacomo insegna, non basta avere una “fede” qualsiasi: anche i dèmoni ce l’hanno. La fede va riposta in Gesù Cristo, il Figlio di Dio diventato uomo per portare salvezza a chi crede. Quando la pandemia finirà, ci sarà questa fede?