Raggiungere l’Occidente (VII): solo per grazia

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How to Reach the West Again è il nuovo libro di Tim Keller che ha come obiettivo quello di incoraggiare le chiese occidentali a non soccombere alla cultura secolarizzata dell’Occidente, anzi ad avere un atteggiamento “missionario” evangelico nei suoi confronti. L’autore, noto pastore di New York e autore di molti libri stimolanti, sfida le chiese a saper leggere in modo cristianamente critico la cultura dominanteattivare dinamiche evangelistische integrate alla vitaimpattare la comunità ristretta ed allargata, ad elaborare un contro-catechismo per l’era digitale e ad essere una presenza fedele sulla piazza pubblica

Queste sfide andrebbero affrontate in modo intenzionale dai leader delle chiese che dovrebbero essere impegnati nel formulare nuove strategie missionarie adatte al contesto del mondo contemporaneo. Il lavoro è ampio e duro tanto da poter facilmente scoraggiare anche i più temerari. Keller rassicura i lettori con alcuni dati incoraggianti che mostrano che il Signore continua ad essere all’opera anche in un’epoca tanto ostile al messaggio cristiano. 

Prima di tutto, mentre l’evangelicalismo occidentale vive una grave crisi, va riconosciuto che il baricentro del cristianesimo si sta spostando e che la chiesa evangelica continua a crescere al Sud del mondo e nei paesi asiatici. In questa transizione le chiese occidentali dovrebbero concentrare i loro sforzi nelle grandi città dove la popolazione è multietnica e giovane. I giovani, pregni della cultura contemporanea, vogliono trovare la propria identità, anche spirituale, in modo autonomo e, l’evangelicalismo, che punta molto sulla scelta personale e non sulla tradizione culturale, può raggiungere con più facilità queste anime alla ricerca di una nuova identità individuale.  

Tutto questo potrebbe certamente contribuire alla crescita della chiesa e avere un impatto significativo sulla cultura contemporanea. La sfida più grande, tuttavia, resta quella di tenersi fermi nella comprensione biblica della grazia che nulla ha a che vedere con il mero moralismo religioso. Perfezionare le proprie strategie missionarie non dovrebbe inorgoglire le chiese tanto da ritenersi auto-sufficienti, autoreferenziali e con pretese di dominio e di controllo della sfera pubblica. Le chiese evangeliche, nei secoli, spesso sono cadute in questa tentazione con conseguenze catastrofiche per i fedeli e per la credibilità del messaggio annunciato. La vera causa di queste cadute è sempre stata la perdita di vista del messaggio centrale dell’evangelo: la grazia totalmente gratuita per noi e che tanto invece è costata al nostro Salvatore.

Credere di poter essere salvati grazie ai nostri sforzi morali rende contemporaneamente orgogliosi e pieni di insicurezza. L’orgoglio deriva dalla pretesa di poter diventare in qualche modo meritevoli agli occhi di Dio e la paura dal fatto che non si è mai sicuri di vivere una vita che sia abbastanza buona per gli standard di Dio. Le chiese che vogliono quindi interfacciarsi in senso missionario con la cultura dominante nel mondo contemporaneo per la sola gloria di Dio devono continuare ad annunciare il messaggio che si è salvati per sola fede attraverso la sola grazia in virtù di Cristo solo così come dichiarato nella Scrittura, unica e sola fonte di verità.