Saggi sull'educazione cristiana (I): perchè un libro così?

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Nel 1979 la Presbyterian & Reformed Publishing Company pubblicava una serie di lezioni e discorsi che Cornelius Van Til (1895-1987) aveva tenuto negli anni nel contesto della National Union of Christian School, un’associazione che raccoglieva scuole di tutti gli USA, avviate da famiglie di confessione evangelica riformata. In occasione del 500o anniversario della Riforma protestante la casa editrice Alfa & Omega ha reso disponibili i Saggi sull'educazione cristiana nella nostra lingua. Si tratta di un'opera di grande valore nel panorama editoriale evangelico che merita una grande attenzione per la profondità e la ricchezza del suo pensiero cristiano. Il compito educativo ci riguarda tutti: che siamo professionisti dell'educazione, o semplicemente studenti o genitori, dovremmo desiderare di diventare protagonisti consapevoli del progetto educativo divino. Van Til ci aiuta a comprendere perché è legittimo educare, il senso, lo scopo, il modello e la motivazione dell’educazione. Ci sono almeno tre buoni motivi per leggere quest'opera. 

 

Identità e dialogo 

Van Til è stato prima di tutto un apologeta della fede. Nel dibattito accademico o in quello ordinario la visione cristiana dell'educazione è degna di essere presa in seria considerazione. La sua autorevolezza non nasce dalle congetture della filosofia umana o dal magistero di una chiesa, ma dai pensieri di Dio rivelati in Cristo e garantiti dallo Spirito Santo. L'identità della fede evangelica si fonda su questo presupposto e grazie ad esso può dialogare e rispondere alle presunzioni del pensiero dominante. “Impariamo a non considerare più i nostri nemici come coloro la cui forza dobbiamo temere, ma coloro della cui follia possiamo aver pietà. Impariamo volentieri da loro in quanto a dettagli, ma ne differiamo in quanto a principi; camminiamo nel bel mezzo di una città conquistata scegliendo tra le spoglie qualunque cosa ci piaccia per portarla al nostro Re come trofeo." (p.217) 

Discernimento storico 

Oltre a Platone e Aristotele, Van Til analizza le visioni educative che hanno influenzato l’America del suo tempo: Inoltre, legge la storia della sua nazione a partire dalle idee che l’hanno alimentata. Così fornisce degli ottimi strumenti per fare altrettanto. È un esercizio importante che ci aiuta a cogliere le sfide educative della nostra Italia e le eredità che la appesantiscono. Perché non cercare di comprendere più a fondo, alla luce della visione biblica il connubio indissolubile tra scuola pubblica e insegnamento della religione cattolica? Oppure comprendere il monopolio della pedagogia attiva di J. Dewey e le sue fortissime influenze contemporanee? Perché ad esempio la scuola italiana cambia nelle sue idee eppure rimane sostanzialmente la stessa? Perché l’attivismo pedagogico non è in grado di influenzare in modo rilevante la nostra cultura nazionale? Quest'opera ci spinge ad esercitare un discernimento biblico anche su questi temi.

Van Til sottolinea la necessità dell’impegno cristiano nell’educazione. Per questo motivo incoraggiò le famiglie e le chiese a prendere l’iniziativa nell’istruzione dei propri giovani, a spendersi in modo unitario per la costituzione di scuole cristiane.

Impegno per una cultura evangelica 

Capire la nostra storia è un esercizio inutile se non è collegato all’impegno ad entrare in quella storia con l'evangelo. Van Til sottolinea la necessità dell’impegno cristiano nell’educazione. Per questo motivo incoraggiò le famiglie e le chiese a prendere l'iniziativa nell'istruzione dei propri giovani, a spendersi in modo unitario per la costituzione di scuole cristiane. Quest'opera è un valido aiuto ad accrescere la consapevolezza del bisogno di scolarità e il desiderio di lavorare per la diffusione di una cultura evangelica in Italia. Rinforziamo le nostre fondamenta mentre cominciamo a costruire e cominciamo a costruire mentre rinsaldiamo le nostre fondamenta. 

Riprendendo l'esperienza del popolo di Dio ai tempi di Neemia Van Til scrive: “...tale programma deve essere svolto “sotto costante opposizione… Dobbiamo riconoscere la nostra forza nel Signore."(p.217) Il mandato culturale della chiesa è sempre sottoposto a tensioni e ciò non ci deve scoraggiare perché sappiamo che la nostra speranza sta nel fatto che il piano di Dio si realizzerà in ogni caso e niente e nessuno lo potrà impedire!

(continua)