Se la biblioteca di Spurgeon lascia la Gran Bretagna

 
 

“Una biblioteca è un progetto di vita”. Così scriveva qualche anno fa il giornalista-scrittore spagnolo Antonio Pérez-Reverte. Aveva ragione. Sì, la biblioteca è carta e libri, ma è prima di tutto vita: memoria del passato, ricchezza del presente e apertura al futuro. Senza scadere nel sentimentalismo, c’è del vero nel fatto che quando si dismette una biblioteca si smantella e si smembra un progetto di vita faticosamente messo insieme.

Questo pensiero è tornato in mente leggendo la notizia che una preziosa collezione di appunti, schemi omiletici, saggi, e note varie di Charles Haddon Spurgeon (1834-1892) è stata acquisita dal Midwestern Baptist Theological Seminary di Kansas City. Da Londra dove si trovava, sarà spostata nella capitale del Missouri e ospitata nella facoltà battista di teologia che già aveva acquistato molti libri appartenuti al grande predicatore inglese di fine Ottocento.

Un normale trasferimento di materiale cartaceo? Non proprio. Visto che si tratta di un patrimonio della cultura evangelica, c’è almeno qualche considerazione da fare. Intanto, la biblioteca di Spurgeon è stata dismessa dal College londinese che porta il suo nome: c’è da chiedersi come mai l’Inghilterra evangelica si sia fatta sfilare le carte private di Spurgeon, forse l’evangelico inglese più conosciuto nel mondo?

D’accordo: lo Spurgeon College è da decenni che porta solo il nome del fondatore, mentre la linea teologica si è allontanata dal battismo riformato per diluirsi in un battismo teologicamente “leggero”, sempre più caratterizzato dalle varie correttezze culturali del nostro tempo. In più, il College è da anni in crisi, come del resto tutte o quasi le istituzioni accademiche residenziali, con troppo pochi studenti per sostenere i costi e senza progettualità di rilancio. E’ evidente che la prospettiva di vendere (e bene) le carte di Spurgeon sia stata accolta come una boccata d’ossigeno per le sue casse languenti. Sembra però un successo dal respiro corto. Con qualche centinaio di migliaia di dollari non si può veramente svoltare, ma solo vivacchiare e pagare i debiti, perdendo però per sempre un patrimonio simbolico e spirituale.

Allargando lo sguardo alla Gran Bretagna evangelica, possibile che non si sia trovata una biblioteca interessata a valorizzare le carte Spurgeon, facendole rimanere nel Paese? Ad esempio, la Evangelical Library e la Dr Williams Library, solo per rimanere a Londra. Possibile che non vi sia stata una fondazione, un consorzio, un benefattore, un progetto volto a tenere la memoria del ministero di Spurgeon nel Paese che lo ha visto predicare per tutta la sua vita diventando una figura mondiale? La vendita della collezione Spurgeon è un segno di debolezza (di crisi?) dell’evangelismo britannico che, di fronte ai travagli finanziari ed ecclesiastici, vende uno dei suoi “gioielli” di casa senza risolvere nessun problema. “Un progetto di vita” ha lasciato l’isola per andare negli Stati Uniti. Non è un bel giorno per la Gran Bretagna evangelica.

Chi ha comprato il fondo Spurgeon? Una Facoltà evangelica americana grazie ad una famiglia milionaria e benefattrice. Questa istituzione accademica aveva da tempo messo insieme la “biblioteca Spurgeon” acquisendo molti volumi appartenuti al predicatore. Ora l’arricchisce ulteriormente con le carte personali del predicatore. Oltre all’ovvia presa d’atto del potere dei soldi che può arrivare dove la debolezza dell’identità apre delle falle, almeno di là dall’oceano c’è qualcuno che considera “il progetto di vita” di Spurgeon ancora vivo e meritevole di un importante investimento per conservarlo e farlo fiorire. Da domani chi vorrà studiare Spurgeon, dovrà andare a Kansas City, non più a Londra.

P.S. Tra le carte del fondo che andrà a Kansas City, c’è un saggio che Charles quindicenne scrisse su “L’anti-Cristo e la sua covata: il papato smascherato”. In questo saggio c’è una critica tagliente del cattolicesimo romano scritta da un ragazzo adolescente, evidentemente precoce e teologicamente sveglio. Sembra che nessuno abbia ancora studiato questo manoscritto di Spurgeon: si spera che, presto, qualcuno lo faccia pubblicandolo e corredandolo di uno studio introduttivo.