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Se la società liquida diventa ideologica siamo in cattive acque

La società liquida. Che cos’è e perché ci cambia la vita (2023) di Thomas Leoncini è un’analisi della società contemporanea. Il titolo del libro riprende la metafora descrittiva resa celebre dal sociologo polacco Zygmunt Bauman. Registrando i continui e veloci cambiamenti della cultura, Bauman ha intravisto come essa cambia, come se fosse un liquido che assume diverse forme e non più un oggetto solido che ne ha una propria. 

Leoncini riporta una valutazione di Bauman secondo la quale c’è da chiedersi “se la modernità non fosse fin dal principio un processo di liquefazione”. Cioè: la liquidità non sarebbe un esito solo recente, ma un percorso che viene da lontano. La modernità ha determinato la continua necessità di sottoporre al solo vaglio della ragione ogni cosa, inducendo ad eliminare velocemente i presidi “statici”, “tradizionali”, “stabilizzati” del passato, considerati “corpi solidi” obsoleti, da considerarsi non più pilastri per il presente ed il futuro.

Questo processo di metamorfosi, sempre in atto, determina uno tsunami inarrestabile che, in particolare, travolge ed abbatte gli obblighi e gli impegni etici e religiosi. In virtù di questo processo innovativo, il cui alleato è la tecno-scienza, la società liquida registra un’enorme discontinuità con il passato. Ogni passaggio nuovo è da superare perché non si deve sedimentare, onde non diventi qualcosa di solido cui far riferimento per il futuro. Il passaggio dalla società solida a quella liquida sarebbe inarrestabile, è un continuo divenire. È Evidente che soggiace ad essa un concetto evolutivo.  

Ci troviamo dinanzi ad una nuova epistemologia. La metafora del liquido fa pensare a qualcosa senza forma, di non definito e di non definitivo. Le strutture di pensiero che erano state considerate valide nel passato, non sarebbero più idonee per vivere il presente ed il futuro. Tutto è da mettere in discussione e da cambiare. In questa prospettiva, le verità della fede e gli obblighi etici e religiosi che ne scaturiscono, pur avendo accompagnato per secoli, sarebbero da sottoporre a processo di liquefazione. 

Questi ultimi vengono attaccati con virulenza, non essendo affatto conciliabili con il clima culturale determinatosi. La società liquida cambia l’antropologia, la famiglia, il sesso, l’identità; inoltre sviluppa un ampliamento dei diritti a secondo dei desideri personali. Sembra che quel che abbia valore sia l’esperienza soggettiva, qualunque essa sia.

Il frutto della società liquida è l’inconoscibilità del futuro, l’incapacità di essere previdenti, suscitando insicurezza e paura. Questa miscela induce all’edonismo, alla ricerca del profitto, alla superficialità e al disinteresse per le cose che rimangono. 

In un certo senso la cultura è sempre stata liquida. Il mandato culturale dato da Dio ad Adamo ed Eva (Genesi 1,28) implica la ricerca e l’esplorazione della realtà. Tutto ciò porta cambiamento, sperimentazione, apertura al nuovo. I grandi movimenti di Dio nella storia (su tutti: la Riforma protestante del 16° secolo) hanno prodotto una liquefazione di assetti incrostati di carattere religioso. La contrarietà alla mobilità e al cambiamento è un argomento dei tradizionalisti, dei fondamentalisti, non dei cristiani. Il punto non è di non riconoscere la natura cangiante della società. Dio l’ha creata come organismo che si muove, si espande, si ritrae, prende nuove strade. Inoltre, la fede cristiana ha una forte dottrina della creazione, ma anche un’altrettanto forte dottrina della nuova creazione. In altre parole, la storia è escatologica, dunque in movimento.

Il punto è contestare l’ideologia della società liquida. Il libro di Leoncini non solo descrive la fluttuazione della cultura, ma la prescrive e include nel cambiamento anche ciò che, invece, deve essere mantenuto. In altri lavori Leoncini, come conseguenza del suo pensiero liquido, non ha difficoltà a coordinarsi con il cattolicesimo romano e i culti orientali, sfociando in forme di miscela inter-religiosa. Di tutt’altro orientamento è il pensiero biblico. Dio, infatti, ha dato il compito di sviluppare la cultura entro la cornice delle indicazioni della sua Parola. Faccio riferimento a Matteo 24,35 e Giovanni 8,32 e 36. Nel primo testo Gesù riconosce la provvisorietà delle cose del tempo presente e, allo stesso tempo, afferma che sussistono eternamente solo le Sue parole; nel secondo detto Gesù dice che solo la Sua verità è quella che rende liberi. La Bibbia non dice che tutto deve rimanere com’è, ma che la vita nel suo percorso deve conformarsi sempre più a quello che Dio dice.

La società liquida di Leoncini pensa di non avere parametri se non il cambiamento in sé stesso e il rifiuto di ogni assoluto. Può sembrare paradossale, ma la società liquida come ideologia rivela il suo assolutismo e la sua rigidità. Si mette su un pendio scivoloso che può portare ad esiti distruttivi.


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