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Sinodalità, la nuova parola d’ordine del cattolicesimo. Un libro per capire

Chiesa sinodale, cammino sinodale, processo sinodale, sinodaliità. Si sta preparando un nuovo cammino per la Chiesa cattolica romana e questo cammino ha a che fare con la sinodalità. Si tratta di un nuovo modo di fare chiesa. È una nuova ecclesiologia. Non è solo un nuovo modello ecclesiale, ma “è un nuovo segno, una nuova ermeneutica ecclesiale che riconfigura le identità e le relazioni tra tutti i soggetti ecclesiali”. Il libro di Rafael Luciani, Synodality: A New Way of Proceeding in the Church, Paulist Press 2022, aiuta ad orientarsi nell’universo della sinodalità. 

L'etimologia della parola sinodale suggerisce un camminare insieme e il percorso sinodale prevede che tutti nella Chiesa cattolica romana camminino insieme; laici, sacerdoti e persino il Vescovo di Roma. Questa è la Chiesa cattolica romana prevista per il terzo millennio. “Il riferimento al terzo millennio è la chiave per l'interpretazione della sinodalità perché rappresenta il superamento di un modello istituzionale piramidale e gerarchico…” (p. 26).

In effetti, il Cammino sinodale è una correzione a ciò che Luciani suggerisce essere un fallimento istituzionale da parte della Chiesa cattolica romana. Il fallimento è dovuto agli abusi prodotti dalla struttura gerarchica e clericale della Chiesa. Questa struttura ha creato un problema sistemico che ha permesso abusi sessuali dilaganti insieme a innumerevoli scandali finanziari nella Chiesa (vedi p. 9). Il risultato è stata una mancanza di fiducia nella Chiesa cattolica romana e nella sua struttura. Conclude così Luciani: “Siamo di fronte a una cultura ecclesiale da riformare” (p. 11). Per chiarimenti sulla riforma Luciani cita un discorso di papa Paolo VI alla curia romana nel 1963: “Questa riforma rende omaggio alla tradizione cercando di spogliarla di tutte le sue manifestazioni superate e difettose per renderla genuina e feconda” (p. 1 ). La riforma, quindi, è radicata nella tradizione della Chiesa cattolica romana ed è un'espressione più aggiornata e pertinente della stessa.

Il cammino sinodale nelle intenzioni risolve anche il problema del clericalismo invertendo la struttura di potere della chiesa. Secondo il Cammino sinodale non esistono più i battezzati della Chiesa per attuare la volontà del magistero, ma esiste il magistero per attuare la volontà dei Christifedeles, a cui appartiene l'intera Chiesa cattolica romana. Non si tratta, però, di invertire semplicemente la piramide gerarchica. Significa invece integrare i vescovi e il papa nella totalità del popolo di Dio come parte dei fedeli (il capitolo 5 esplora questo concetto). Tale riforma riconfigura la Chiesa “in un “noi” ecclesiale, dove tutti i soggetti, dal papa ai laici, sono uguali e articolati in una comunione di fedeli con la stessa responsabilità riguardo all'identità, alla vocazione e alla missione della Chiesa” (p. 3). Questo crea uno slancio missionario per tutta la Chiesa, tema ricorrente nell'esortazione Evangelii guadium (La gioia del Vangelo) di papa Francesco: “In virtù del loro battesimo, tutti i membri del popolo di Dio sono diventati discepoli missionari” (EG, 120).

Sotto il suo pontificato papa Francesco ha inaugurato una nuova fase di attuazione del Vaticano II. Questa fase è radicata nell'ecclesiologia del Popolo di Dio e, secondo Luciani, trova il suo slancio nella Lumen gentium del Concilio Vaticano II che pone un forte accento sul Popolo di Dio (cfr. LG 2). Questa riconfigurazione deve essere attuata dalla Chiesa sinodale. “Tale riconfigurazione sinodale della Chiesa è necessaria per la conversione di un'istituzione che è stata oltremodo autoreferenziale; la Chiesa, allontanandosi dal proprio centro, rappresenterà più pienamente le persone che mediano la voce di Cristo» (p. 143).

Mentre alcune aspirazioni del Cammino sinodale proposte da Papa Francesco sembrano ammirevoli, esso presenta molte criticità da un punto di vista evangelico. Consideriamone brevemente due. In primo luogo, fino a quando la riforma non arriva attraverso la sottomissione all'autorità della Parola di Dio, la vera riforma non può mai avvenire. La Riforma protestante fu una sottomissione alla Parola di Dio, non alla tradizione della Chiesa. La riforma suggerita dal Cammino sinodale è una riconfigurazione del modo in cui opera la Chiesa cattolica romana all’interno della sua traduzione, non in sottomissione alla Parola. Se la Scrittura è sotto la tradizione, o anche uguale ad essa, la Chiesa non può conoscere la vera riforma e il Cammino sinodale sarà semplicemente il prossimo capitolo nella dottrina in via di sviluppo della Chiesa cattolica romana.

In secondo luogo, il Cammino sinodale è in linea con l'antico insegnamento cattolico che attribuisce troppo credito all'umanità. In questo caso coloro che devono decidere la direzione del Cammino sinodale vengono individuati e invitati a partecipare in base al battesimo. Luciani cita Lumen Gentium 31 per sottolineare questo punto: “Questi fedeli (i laici) sono per il battesimo resi un solo corpo con Cristo e sono costituiti nel Popolo di Dio; sono a loro modo resi partecipi delle funzioni sacerdotali, profetiche e regali di Cristo; e svolgono da parte loro la missione di tutto il popolo cristiano nella Chiesa e nel mondo”. Questo è problematico perché nel mondo ci sono un gran numero di cattolici battezzati (o Christifedeles) che sono al massimo cattolici culturali e che non praticano la loro fede (questo è presente anche nella Chiesa protestante). La descrizione che Francesco ne fa di “discepoli missionari”, basata unicamente sul battesimo, è fuorviante e troppo ambiziosa. La direzione del Cammino sinodale sarà imprevedibile e inaffidabile finché i Christifedeles saranno definiti solo dal battesimo.  

La riforma avviene quando la Parola di Dio regna sovrana e quando il popolo di Dio vive in costante sottomissione e obbedienza ad essa. La tradizione della chiesa può essere utile in molti modi per l'edificazione della chiesa, ma non può mai essere uguale o sostituire l'autorità della Scrittura. Il Battesimo è certamente un'importante espressione di fede in Cristo ed è segno di morte al peccato e di vita nuova nel Signore risorto. Non è, tuttavia, fine a sé stesso. Lasciato solo non è una buona misura della propria fedeltà. La vita cristiana consiste nel combattere la buona battaglia, portare a termine la corsa e mantenere la fede (2 Timoteo 4,7). Mentre la salvezza è assicurata per coloro che confidano in Cristo come Signore e Salvatore (1 Giovanni 5,13), il battesimo da solo non è un'indicazione sufficiente della salvezza. Il Cammino sinodale, quindi, mancherà di una vera riforma e non avrà una chiara direzione evangelica.


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