Famiglie palestre di discepolato (IV). Aiuto convenevole, carne della mia carne

 
 

“Gli uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere” è un detto che sottolinea quanto siano diversi uomini e donne. Questa diversità è una sfida nel matrimonio, un patto che richiede chiarezza e comprensione per funzionare. La Bibbia descrive questa unione come un “mistero grande” (“mega-mysterium”), che riflette un legame spirituale e terreno unico.


Dopo le sessioni sulle reti delle famiglie, su noi in quanto figli e sul celibato e nubilato, il modulo “Famiglia palestre di discepolato” delle chiese Brecce di Roma ha trattato anche il tema del matrimonio come luogo di del discepolato cristiano.  


Efesini 5,31-32 dice: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due diverranno una carne sola. Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa”. Questo mistero non è semplicemente il matrimonio in sé, ma ciò che rappresenta: l’amore sacrificale e redentore di Cristo verso la chiesa, che diventa un modello per il rapporto tra marito e moglie.


I mariti sono chiamati ad amare le loro mogli come Cristo ha amato la Chiesa (Efesini 5,25). Questo tipo di amore è sacrificale, altruista e incentrato sui bisogni dell’altro. Cristo ha rinunciato alla Sua gloria per il bene dell’umanità; allo stesso modo, un marito deve rinunciare ai propri interessi personali per servire la sua famiglia. Alcune domande per i mariti: stiamo morendo costantemente ai tuoi interessi per mettere i bisogni di tua moglie al primo posto? Dimostriamo un servizio sacrificale? Siamo mariti passivi o siamo dedicati costantemente a nostra moglie come Cristo è dedito alla chiesa? L’obiettivo non è la perfezione, ma il progresso costante. Il vangelo ispira i mariti a vivere con umiltà e servizio, mostrando amore incondizionato anche quando le circostanze sono difficili. I mariti non devono cadere nelle caricature culturali di uomini dominanti o passivi. Invece, devono abbracciare un modello equilibrato di guida, che combina fermezza e gentilezza, forza e compassione. Il vangelo trasforma l’uomo in un leader che guida la famiglia attraverso l’esempio e l’umiltà.


D’altro canto, Efesini 5,22-24 insegna: “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore”. Questo concetto spesso frainteso non implica inferiorità, ma un ruolo complementare all’interno del matrimonio. La sottomissione biblica è volontaria e rispecchia la relazione all’interno della Trinità, dove il Figlio si sottomette al Padre in perfetta armonia. In Genesi 2,18, Dio crea la donna come un “aiuto” per l’uomo. Il termine “aiuto” (“paràklytos”) è lo stesso usato per descrivere lo Spirito Santo, sottolineando l’importanza del ruolo della moglie. Le mogli sono chiamate a sostenere, incoraggiare e rafforzare i loro mariti, aiutandoli a crescere spiritualmente e a guidare la famiglia con saggezza. 


Efesini 5,33 aggiunge che le mogli devono rispettare i loro mariti. Questo rispetto si manifesta attraverso parole di incoraggiamento, riconoscendo i loro sforzi e contribuendo alla loro crescita spirituale e personale. Alcune domande per le mogli: siamo pronte a sottometterci volontariamente al nostro marito come al Signore, anche nei giorni difficili? Esprimiamo regolarmente incoraggiamento e riconoscimento per i suoi sforzi? Siamo rapide nel perdonare e a chiedere perdono?


Dopo la caduta in Genesi 3, il peccato ha devastato i rapporti tra uomo e donna, rendendo il matrimonio una relazione imperfetta e spesso conflittuale. Tuttavia, il vangelo offre speranza e redenzione. I matrimoni cristiani non sono esenti da difficoltà, ma il potere trasformante di Cristo può riportare equilibrio e armonia. La nostra cultura moderna spesso ridicolizza i ruoli biblici di marito e moglie, proponendo un modello di matrimonio basato sull’autonomia individuale piuttosto che sul sacrificio reciproco. Accettare e vivere secondo gli insegnamenti biblici richiede fede e obbedienza, ma porta gloria a Dio e benedizioni alla famiglia.


Per i mariti, amare incondizionatamente è fondamentale. Amiamo le nostre mogli indipendentemente dalle loro azioni o “performance”, come Cristo ama noi. Guidare con umiltà significa prendere decisioni che riflettano il bene comune e il cuore di Dio. Essere presenti richiede dedicare tempo e attenzione a tua moglie e ai tuoi figli, mostrando interesse genuino. 


Per le mogli, pregare costantemente per nostro marito, per la sua relazione con Dio e per la sua guida spirituale della famiglia è essenziale. Sostenere e incoraggiare significa offrire parole di incoraggiamento, mostrando apprezzamento per i suoi sforzi. Dimostrare generosità coltiva intimità fisica e affettiva, comprendendo la sua importanza nel legame matrimoniale.


Il matrimonio, sebbene imperfetto, è un riflesso del rapporto tra Cristo e la chiesa. La chiave per un matrimonio riuscito non è l’assenza di conflitti, ma un impegno reciproco a crescere nella grazia e nell’amore. Entrambi i coniugi sono chiamati a sacrificarsi l’uno per l’altro, portando gloria a Dio attraverso la loro unione. Cristo è il modello supremo di amore, sacrificio e servizio. Guardando a Lui, possiamo trovare la forza e la guida per vivere i nostri ruoli matrimoniali con fede e obbedienza.


In definitiva, il matrimonio è una palestra di discepolato, un luogo in cui impariamo a vivere l’amore di Cristo nella vita quotidiana. Per essere famiglie guarite, ricordiamo che il Vangelo non solo definisce i nostri ruoli, ma ci fornisce anche la grazia per adempiere alla nostra chiamata. Così facendo, rifletteremo il “mega-mysterium” di Cristo e della Chiesa, portando luce e speranza al mondo che vi circonda.



Della stessa serie:
“Famiglie palestre di discepolato (I). Se non nelle famiglie dove?” (29/10/2024)
“Famiglie palestre di discepolato (II). Noi in quanto figli” (4/11/2024)
“Famiglie palestre di discepolato (III). Single ma mai soli” (26/11/2024)