Oggi sposi. A 500 anni dal matrimonio tra Martin Lutero e Katharina von Bora
Cinquecento anni fa, nel 1525, Lutero sposò Katharina von Bora. Dopo otto anni dall’affissione delle 95 tesi (1517), dopo cinque anni dall’aver scritto le opere portanti della sua riforma e aver ricevuto la scomunica da papa Leone X (1520), dopo 4 anni dall’aver difeso l’azione riformatrice davanti alla Dieta di Worms (1521), Lutero convolò a nozze quando aveva 42 anni.
Fu un evento a suo modo dirompente. A cogliere l’occasione del quinto centenario è un bel libro di Francesco Pesce, Il matrimonio a Wittenberg, Venezia, Marcianum Press 2024. Già nel 2017 erano usciti i due principali scritti del Riformatore tedesco sul tema in Da monaco e marito. Due scritti sul matrimonio (1522 e 1530), a cura di P. Ricca, Torino, Claudiana 2107. Inoltre, nel libro di Pesce è contenuta un’antologia di accenni e riflessioni di Lutero sul matrimonio tratti da varie opere.
Il 1525 non è stata la prima volta che Lutero si è occupato del matrimonio. Nel 1522 aveva scritto un trattato su “La vita coniugale” in cui aveva già superato la concezione dello stesso come sacramento. Per Lutero il matrimonio apparteneva all’ordine della creazione e non a quello della redenzione.
Doveva essere considerato una benedizione di Dio data alla creazione per tutta l’umanità e non una grazia da ricevere dalla chiesa per via sacramentale. Per Lutero, ciò non significa che il matrimonio non possa essere vissuto con lo sguardo della fede. Anzi, per i coniugi cristiani la fede precede l’amore e anche il loro matrimonio è vissuto nella fede prima ancora che nell’amore.
Il matrimonio non è un sacramento, ma per chi è chiamato ad esso diventa una scuola di discepolato, anzi la migliore scuola di vita cristiana. E’ anche un modo per imparare cosa significa essere spinti a vivere non per sé stessi, ma fuori di sé stessi, con Dio e con il coniuge. Per Lutero, il matrimonio ricorda che non siamo dio di noi stessi, ma siamo creature di Dio e con gli altri.
Inoltre, Lutero scrive del matrimonio non tanto e non solo sulla base dell’esperienza (che nel 1522 aveva solo di riflesso). La sua base di riferimento è la Scrittura che, dice Lutero, è “più sicura di tutte le esperienze e non mente”.
Dunque, il matrimonio è una benedizione di Dio e va vissuto nella fede sulla base degli insegnamenti della Bibbia. Benché per diverse ragioni Lutero si sia sposato assai tardi, nessun Riformatore ha tessuto un elogio così convinto del matrimonio, restituendogli, in un tempo che lo considerava inferiore all’ideale cristiano del celibato, la dignità massima di “opera di Dio”. Nelle parole di Pesci, il matrimonio è “lo spazio in cui lasciare agire Dio” (p. 77).
Perché Lutero si è sposato? In una lettera del 1525, prima di fidanzarsi, scrive: “Mentre pensavo a tutt’altro, Dio mi ha improvvisamente e sorprendentemente gettato nel matrimonio con Caterina von Bora, ex suora” (p.48). Per lui è stato Dio a volerlo e lui ha risposto alla volontà di Dio.
C’è anche in Lutero la volontà di rompere ancora più definitivamente con la vita precedente contrassegnata dal celibato religioso. In ogni caso, contrariamente a quanto i suoi critici hanno detto, Lutero era convinto di non essersi sposato per soddisfare i piaceri sessuali, ma in risposta alla volontà di Dio per la sua vita.
Katharina, sua moglie, diventa “la mia Kathie”. Il rapporto tra i due è stato un sodalizio spirituale e materiale formidabile. Diamo l’ultima parola ancora a Lutero: “Morirò come un innamorato e un tessitore delle lodi del matrimonio”, scrive nel 1533 (p. 77).
In un discorso a tavola raccolto nel 1531, Lutero dice: “io non vorrei scambiare la mia Caterina né per il regno di Francia, né per Venezia, perché Dio ha donato lei a me e me a lei” (p. 112). Il loro matrimonio, benché avvenuto 500 anni fa, parla ancora, come la loro fede.