GT 2022 (I). L'ambiente, una creazione di Dio!
Giunte alla 37a edizione con 200 partecipanti, le Giornate Teologiche dell’IFED di Padova (9-10 settembre) sono un luogo di avanguardia dove la fede evangelica si misura con temi che spingono e sollecitano gli evangelici ad abitare il mondo, leggere e interpretare la realtà e farlo in modo teologicamente fedele, sulla base dell'autorità ultima della Sacra Scrittura, senza rimanere avulsi e distanti dagli sviluppi, dalle tendenze e dalle questioni che il mondo contemporaneo affronta. Il tema della Transizione Ecologica, oggetto della discussione del convegno del 2022, ci sfida in questo scenario di grande attualità. I due giorni di conferenza ci hanno interrogato sulla cornice entro cui questa transizione è stata pensata, attuata e sarà implementata per capire qual è la posta che un tema come questo mette in gioco in termini di visione del mondo.
Nell’introduzione ai lavori, Leonardo De Chirico ha sostenuto che la Transizione Ecologica non è un'invenzione di questo secolo. La Scrittura stessa pone la questione ecologica come inscritta dentro al disegno creatore, sostenitore e redentore di Dio: la creazione aspetta di essere liberata (Romani 8,19-23). C'è l'attesa di una transizione che non va verso la distruzione o l’estinzione, ma verso la liberazione. C’è l’attesa che i figli di Dio non si nascondono tra gli spettatori passivi, ma siano capaci di cogliere questi cambiamenti esaminandoli nell'ottica di una prospettiva di liberazione, assumendo la responsabilità di essere attori all’interno del disegno di Dio. La condizione indispensabile è una visione del mondo coerente con il paradigma biblico della creazione, caduta, redenzione.
L’oratore internazionale delle GT di quest’anno è stato il prof. Craig Bartholomew, direttore del Kirby Laing institute for Christian Ethics di Cambridge (GB) e una delle voci più interessanti della teologia riformata contemporanea di area anglosassone. Nella sua prima relazione Bartholomew ha evidenziato il bisogno fondamentale di recuperare la dottrina della creazione, affermando che “essa è fondamentale per poter annunciare correttamente il messaggio di Cristo”. Per farlo, bisogna conoscere chi è Dio e qual è il suo progetto per la creazione intera. Richiamando il credo apostolico, che recita "credo in Dio, padre onnipotente creatore del cielo e della terra", Bartholomew ci ha ricordato che quando confessiamo queste parole, il presupposto della dottrina della creazione è sostenuto dalla dottrina di Dio, il Padre onnipotente che ne è l’autore.
Se non si prende seriamente la dottrina di Dio e quella della creazione si ricade inevitabilmente in una comprensione estremamente riduttiva della croce. La risposta alla domanda “perché è morto Cristo?” non è semplicemente affinché l'anima mia potesse andare in cielo. Quando si comprende profondamente la dottrina della creazione, l'opera della croce assume una portata maggiore che non riguarda solo l'opera della salvezza per l’uomo ma il recupero, la realizzazione e il compimento del piano di Dio per l'intera creazione. Questo è il motivo per cui tutto il creato geme in attesa di una tale liberazione.
Recuperare la dottrina della creazione è un antidoto al rischio che le questioni scientifiche del nostro secolo dettino l’agenda e le domande intorno alla Transizione Ecologica: esiste la grande eredità di un pensiero cristiano saldamente fondato sulla Parola di Dio, a partire dal primo capitolo di Genesi. La dottrina della creazione riporta alla questione fondamentale della relazione personale con Dio per mezzo di Cristo. La Transizione Ecologica non va affrontata come appendice “verde” di un pensiero fatto di frammenti, ma all’interno di una visione in cui la creazione di Dio è stata soggetta alla corruzione del peccato e, grazie all’opera di Cristo, sarà restaurata in una “nuova creazione”. Responsabilità dei cristiani non è di fuggire verso un etereo cielo, ma di vivere nel mondo creato da Dio e che sarà ricreato da Dio stesso. Siamo chiamati ad acquisire, sì, pratiche virtuose di sobrietà energetica, ma sempre vagliate alla luce della Scrittura che è il solido fondamento di una vera comprensione di Dio e del suo progetto redentivo.
(continua)