Idoli e alternative (II): Religione del Sì e del No? Meglio la fede nell'Amen
Testo biblico: 2 Corinzi 1,15-22
Chi sa dove nasce il fiume Tevere? Sul monte Fumaiolo, sugli Appennini al confine tra Emilia Romagna, Toscana e Marche. Lì, a 1200 metri s.l.m. nasce il fiume che poi attraversando vari territori arriva a Roma per sfociare infine nel mare Tirreno. Alla sorgente, l’acqua del Tevere è fresca e pulita e si può bere. Scendendo, raccoglie le impurità degli scarichi urbani e agricoli e, una volta arrivata a Roma, diventa “bionda”. Il “biondo Tevere”: acqua giallognola, melmosa, inadatta ad essere bevuta e quasi quasi pericolosa anche al semplice contatto. Nessuno berrebbe l’acqua del Tevere a Roma, ma tutti la berrebbero al Fumaiolo. Sarebbe assurdo bere l’acqua qui, inquinata com’è!
Spiritualmente parlando, tuttavia, è proprio questo che è accaduto. Roma ha bevuto acqua inquinata per centinaia di anni. Il vangelo che ha sentito annunciare, il cristianesimo che ha visto realizzare sotto forma di pratiche religiose e di monumenti, la fede che ha assimilato è come l’acqua del biondo Tevere. Acqua sporca ed inquinata. L’acqua pura dell’evangelo nel corso della storia ha conosciuto l’aggiunta di altri elementi che l’hanno via via avvelenata. E a furia di bere acqua sporca la città si è ammalata pur pensando di essere la culla del cristianesimo. Questa acqua mista è il secondo idolo della città.
Al primo idolo della Pax Romana, una pace ricercata vanamente grazie al potere politico-militare dell’impero, Roma ha aggiunto un altro idolo: quello di una religione basata su un miscuglio inquinato tra “sì” e “no” all’evangelo. Un idolo è ciò che prende il posto di Dio e illude di poter sostituire Dio. Roma ha cercato di costruire la pace con i propri mezzi soltanto, ma non ci è riuscita. Poi ha seguito quest’altro idolo: invece di abbeverarsi dall’evangelo, ha creato un drink letale, un miscuglio colorato e dolciastro, ma avvelenato. In questa città, vogliamo essere una comunità cristiana che riceve e vive la pace di Dio ricevuta grazie a Gesù Cristo. Vogliamo anche essere una chiesa che segue l’evangelo nella sua forma pura, buona e sana e la propone ad una città assetata, eppure drogata da un intruglio che l’ha stordita. Il testo biblico che abbiamo letto ci aiuta a capire la posta in gioco: a vedere i pericoli di dire Sì e No contemporaneamente a Cristo e a onorare la nostra responsabilità a rispondere Amen, un sì deciso all’evangelo.
1. La religione del Sì e del No
Paolo aveva dovuto cambiare programma e quindi posticipare la sua visita a Corinto. Alcuni suoi oppositori avevano preso spunto da questo cambiamento per criticarlo aspramente. Non era tanto in discussione la capacità di Paolo di fare programmi, ma l’autorevolezza e la solidità del suo messaggio apostolico. Alle accuse di instabilità e di inaffidabilità, Paolo risponde rifacendosi ai tratti distintivi della sua predicazione: “la parola che vi abbiamo rivolta non è “sì” e “no” (18). Il messaggio non è stato ambiguo e contraddittorio come le accuse sembrano far credere. Il messaggio di Paolo è stato coerente in quanto “il Figlio di Dio, Cristo Gesù … che è stato predicato non è stato “sì” e “no” ma è sempre stato “sì” in lui” (19). La predicazione non è stata un “sì” e un “no” perché Cristo stesso è il “sì” alle promesse di Dio. In questo senso, la predicazione apostolica è stata “l’amen alla gloria di Dio” (20), il “sì” ubbidiente della fede al “sì” fondante di Cristo. Amen significa, appunto, “così sia”: è un’adesione piena a quanto detto.
Qui Paolo usa questo linguaggio del Sì e del No. Dire Sì e, allo stesso tempo, dire No alla Parola di Dio è una grande tentazione per tutti, ma è esattamente ciò che è avvenuto a Roma nel corso dei secoli. Ripercorriamo il tragitto di questo percorso che ha portato all’inquinamento dell’evangelo.
La chiesa antica, che a Roma ha visto nascere e crescere una comunità cristiana importante, ha via via assimilato il modo di pensare dell’impero romano. Al Sì dell’evangelo ha aggiunto il No della mentalità pagana. La sua risposta non è stata più solo Sì e basta, ma un Sì accompagnato da un No che, alla fine, ha stravolto la faccia del cristianesimo. Cosa è avvenuto? Nel IV secolo, la chiesa ha iniziato a costruire edifici religiosi uguali a quelli maestosi, costosi ed imponenti dell’impero. Invece di praticare la modestia insegnata da Gesù, ha seguito la volontà di potenza e la mania di grandezza dell’impero. Invece di vivere come una comunità di credenti guidata dallo Spirito Santo, ha iniziato ad avere una struttura di potere del tutto simile a quella dell’impero: gerarchica, piramidale, con una massa di laici alla base e un vertice di pochi al potere. Invece di cibarsi del dono della salvezza ricevuta per fede, ha iniziato a inquinare l’evangelo della grazia con un codice religioso basato sulle opere e sulle prestazioni umane. Invece di celebrare il culto a Dio solo, ha iniziato ad offuscare il culto con una serie di devozioni che hanno spostato l’asse della spiritualità su altri mediatori umani. Ha via via abbassato l’importanza dell’opera di Gesù Cristo morto e risorto innalzando il ruolo della chiesa nel dispensare la grazia.
Insomma ha aggiunto dei No all’evangelo, delle cose contrarie alla Parola di Dio, con il risultato di inquinare l’acqua del cristianesimo. La religione del Sì e del No è quella religione che mantiene alcune forme, alcune parole, alcune pratiche dell’evangelo, ma tragicamente aggiunge qualcosa di radicalmente diverso al punto da sfigurare la fede. L’acqua della sorgente è stata inquinata dalle tradizioni umane. Il Sì all’evangelo è stato annullato con il No all’evangelo. Il risultato è che Roma abbonda di acqua religiosa, ma è inquinata e pericolosa. Roma è piena di richiami cristiani, ma sono tutti impastati da questa religione del Sì e del No che è il DNA religioso della città. La città pensa di essere cristiana, ma è ripiena di un cristianesimo spurio. Molti si ritengono cristiani, ma lo sono in modo non biblico. Sì e No alla fine producono una mescolanza in cui c’è verità ed errore, fede e potere, religione e politica, Bibbia e paganesimo. Questo è l’idolo di Roma.
2. La fede dell’Amen all’evangelo
Nel mettere in guardia dai pericoli di vivere una fede del Sì e del No, Paolo ci dice anche quale sia la caratteristica della fede cristiana autentica. Il cristianesimo altro non è che un sì deciso, netto, semplice e radicale a Gesù Cristo e alla sua parola. E’ un Amen a quello che Dio ha compiuto in Gesù Cristo e di cui la Bibbia parla. E’ un assenso, un consenso, un ricevimento di quello che Gesù ha fatto nei termini in cui Lui li ha fatti, senza aggiungere nulla e senza togliere nulla. Amen, è così: questa è la fede cristiana.
Essere cristiani significa rispondere Sì all’evangelo ed attenersi sempre e solo al Sì. Significa bere alla sorgente della fede e continuare a farlo per tutta la vita. Significa ubbidire alla Parola di Dio soltanto, non a tradizioni che sviano da essa. Significa pregare Dio Uno e Trino soltanto, non altri mediatori. Significa ricevere per grazia soltanto la salvezza senza pensare di poter contribuire in alcun modo. Significa vivere la fede in modo semplice, senza sfarzo od esibizionismi. Significa imparare ad essere una chiesa che raccoglie i credenti e annuncia la Parola, non cercando il potere umano. Significa tornare sempre alle fonti della Parola e rimanere sul centro che è Cristo.
La fede evangelica è la fede del “sì” deciso, convinto, inequivocabile, esclusivo, chiaro alla verità di Dio; è “l’Amen alla gloria di Dio”, il riconoscimento, l’adesione, la conformazione ad essa. In questo, si caratterizza per la sua “semplicità” e “sincerità” (12) e rifugge da “una sapienza carnale”, né è “dettata dalla carne” (17). Solo Cristo è il Signore e Salvatore, solo la Scrittura è la Parola di Dio, solo per grazia possiamo essere salvati, solo per fede riceviamo il dono della salvezza, solo per la gloria di Dio la nostra vita può essere spesa. Credi tu questo? Vivi tu per questo?
Tutte le volte che a Roma si parla di fede cristiana, si ha in mente l’idolo della religione del Sì e del No, non l’evangelo di Gesù Cristo. Il nostro privilegio e la nostra responsabilità è di non aggiungere altri No, ma di vivere il Sì all’evangelo in maniera fresca e comunitaria, mostrando l’effetto salutare e guaritore dell’acqua viva della Parola di Dio sulle nostre vite, facendo sprigionare l’energia della Parola di Dio dalle nostre vite.
Per bere l’acqua della vita, non andare alla foce, ma alla sorgente. 500 anni fa la Riforma protestante fu un grande movimento spirituale che richiamò la chiesa a tornare al Sì all’evangelo. Roma rifiutò di tornare al Sì e s’intestardì ancor più nella pratica del Sì e del No. Oggi noi vogliamo essere al servizio dello stesso compito. Solo se Roma tornerà alla Parola di Dio che potrà avere un futuro. Così è anche per la tua vita. Solo scoprendo cosa significa vivere grazie a Dio e per Dio sarai liberato da tutti gli inquinamenti che avvelenano la vita per fiorire e portare un frutto che durerà per sempre.