Idoli e alternative (IV): Dolce vita? Meglio l’oasi della gioia
Lettura biblica: Filippesi 4,4-9
La dolce vita è il titolo di un celebre film di Federico Fellini del 1960. La scena più celebre del film si è svolta a pochi passi da qui: nella fontana di Trevi, Anita Ekberg si bagna e invita Marcello Mastroianni a entrare nella vasca. E’ una scena simbolo del cinema del XX secolo, almeno di quello italiano. La dolce vita è diventata un’espressione simbolo di un’epoca: quella del dopo guerra con i suoi sogni di ripresa, di benessere, di boom economico dopo anni di miseria e di morte. La dolce vita è strettamente legata alla città di Roma: il fascino di Via Veneto, i locali notturni, la ricchezza ostentata, i vip inseguiti dai paparazzi, ecc. hanno creato un immaginario diffuso che associa Roma alle seduzioni della dolce vita. Oltre il film, la dolce vita è un sogno di vita, un desiderio profondo, un’aspirazione a cui molto tendono: una vita di benessere, di godimento, di piacere. E’ giusto coltivare simili aspettative di vita? E’ Roma in grado di realizzare la dolce vita? Non è per caso che la dolce vita agognata può trasformarsi in un idolo ingannevole?
Siamo arrivati all’ultima tappa del nostro viaggio tra gli idoli di Roma. Abbiamo visto che, nel corso della sua lunga storia, la città si è affidata non a Dio ma a degli idoli. Un idolo è sostituto di Dio in cui si cerca invano quello che solo Dio può dare. Roma ha cercato la pace (pax romana) nella forza militare dell’impero. Questa pace per pochi è durata poco, ma poi è stata sbaragliata rendendo la città insicura. Ha cercato poi una religione (quella del Sì e del No) che l’avvicinasse a Dio, ma l’idolo che ha scelto l’ha confusa e disorientata. Di fatto l’ha resa una città piena di religione, ma vuota di vangelo. Poi, si è affidata al “palazzo”, quel sistema ingiusto di distribuzione di favori diventando però una città corrotta ed iniqua. Tutti questi idoli hanno creato una spessa coltre di resistenza spirituale all’evangelo di Gesù Cristo che tutti noi sperimentiamo. Come se non bastasse, la promessa ed il sogno della dolce vita è l’ultima sirena di Roma. E’ l’ultimo idolo che promette una dolce vita a chi segue la ricerca del benessere e del piacere nei modi suggeriti dall’idolo stesso. Ci riesce? E poi come rispondiamo noi, chiesa di Gesù Cristo, ai richiami della dolce vita?
1. Un contenitore dorato, ma vuoto
Chiediamoci: cos’è la dolce vita romana? Roma è una delle città più visitate al mondo e parte del fascino esercitato dalla città è questo alone legato alla dolce vita. Il clima di Roma è temperato, mite e per molti mesi all’anno gradevole e rende la città accogliente ed invitante. Questa è sicuramente una benedizione. La cucina romana (i bucatini alla carbonara o all’amatriciana), pur essendo basata su ingredienti “poveri” e non essendo molto varia, è apprezzata da molti. La città è piena di ristoranti che richiamano romani e turisti a mangiare bene e, spesso, tanto, troppo. I monumenti e i luoghi dell’antichità la rendono una città unica al mondo. Milioni di turisti camminano a testa in su con uno sguardo segnato da ammirazione e stupore. In più, la concentrazione di iniziative religiose ne fanno una meta ambita e visitata. I romani si lamentano di tutto e di tutti, ma guai a toccare il pontefice. Loro sanno che la principale industria e fonte di benessere della città è proprio il suo richiamo religioso che porta soldi, affari e benessere. Poi, al calar della sera e fino a notte fonda, alcuni quartieri di Roma diventano luoghi di svago e movida, dove prevalgono ricerca di divertimento e socialità, sovente accompagnata da comportamenti eccessivi.
Questa è la dolce vita romana. Un mix di condizioni ambientali, gastronomiche, monumentali, religiose, simboliche, che mescolandosi tra loro formano un pacchetto allettante ed invitante. Molti sognano una dolce vita, molti cercano la dolce vita, ma è Roma in grado di dare quello che promette?
La risposta è negativa. No, la dolce vita non è qui. La dolce vita è un contenitore dorato, colorato, attraente, ma se lo si apre risulta vuoto. Sembra, ma non è. Appare ma dietro l’apparenza non c’è granché. Già il film La dolce vita mostrava la doppiezza della vita di molte persone che apparentemente vivevano la dolce vita. In realtà erano vite spezzate, angosciate, disperate che poi si animavano negli eccessi della vita sfrenata alla ricerca di piaceri mondani. In anni più recenti, il film La grande bellezza di Paolo Sorrentino (2013) ha ripreso il tema felliniano della dolce vita, mostrando l’incanto ambientale della città di Roma, ma anche il suo volto tragico fatto di storie di vita perse, rotte, alla ricerca di riempire il vuoto con gli strumenti della dolce vita. La dolce vita in realtà lascia l’amaro in bocca. Ti invita ad entrare nella Fontana di Trevi per un’esperienza esilarante e seducente, ma ti lascia bagnato, deluso e malato. Roma vive con questo mito della dolce vita, ma è un involucro vuoto, incompiuto, frustrante, triste, mortale.
2. Un’oasi viva ed attrattiva
Siamo allora condannati ad inseguire una dolce vita che sfioreremo solo a sprazzi ma accumulando un senso di frustrazione? Esiste un’alternativa sana alla dolce vita? Sì, sì, certo che esiste. Non è un nuovo ingrediente da inserire nel pacchetto della dolce vita. E’ qualcosa di radicale. Bisogna partire dal fatto che non esiste dolce vita umana che sia veramente tale. Solo Dio, il creatore della vita e il salvatore del mondo, è colui che vive in sé stesso la migliore dolce vita possibile. Nella loro esuberante relazione di amore e di passione, Dio Padre Figlio e Spirito Santo sono la comunità della dolce vita per eccellenza. Non solo. Egli ha fatto in modo che chi crede in Lui e lo segue gusti in modo crescente la dolce vita, quella vera, giusta, santa, profonda, durevole, condivisibile, che viene dalla fede ed è vissuta nella vita cristiana. Non il pacco deludente della dolce vita finta, ma l’autentica vita guarita dalle finzioni, salvata dalle ipocrisie, preservata dalle fughe dalla realtà e dalla ricerca degli eccessi. Una vita riconciliata che si riappropria delle cose buone, che riscopre i sapori, i gusti, i profumi, i suoni della vita con Dio e con gli altri.
Il testo che abbiamo letto è uno spaccato della dolce vita cristiana, uno dei tanti che troviamo nella Bibbia: “rallegratevi nel Signore” (4). Nel Signore, non nell’idolo. Nel Signore si trova gioia allo stato puro, intenso, fragrante, sopraffante. “La pace di Dio vi custodisca” (7). La pace di Dio, non la pace dei sensi, del portafoglio gonfio, della pancia piena, del divertimento sfrenato. Non nell’idolo, ma in Dio si trova la pace.
Tutte le cose onorevoli, giuste, pure, amabili, virtuose sono gli ingredienti della dolce vita cristiana (8). Non è un contenitore dorato fuori, ma vuoto dentro. Al contrario, la dolce vita cristiana si presenta in modo semplice e sobrio, ma dentro c’è un’esplosione di vita perché è ripiena di Dio e della sua vita in noi. Questa è la nostra missione qui a Roma. Nel bel mezzo di tante offerte di dolce vita romana che promettono e deludono, per grazia di Dio noi siamo un’oasi della gioia cristiana e della vita salvata da Gesù Cristo. Se siamo una chiesa spenta, superficiale, domenicale, cerebrale, formale saremo una comunità cristiana a mezzo servizio e dall’impatto irrilevante rispetto alla città. La nostra chiesa vuole essere una città della dolce vita dove impariamo a ri-vivere con Dio, tra di noi e per gli altri.
Non è nella fontana di Trevi che si trova la dolce vita, ma nell’evangelo di Gesù Cristo in cui noi abbiamo creduto. La prima è un idolo che illude e delude, il secondo è Dio diventato uomo per salvarci dalle illusioni della vita e per riempirla con le cose vere e durevoli. La dolce vita è un’attrice pagata che recita una parte inventata e che invita a entrare in una fontana che ti bagnerà soltanto, lasciandoti raffreddato e amareggiato. Gesù è il Signore e Salvatore che, avendo pagato il prezzo del peccato, ti chiama a credere in Lui e a entrare nell’oasi della gioia. Senti la sua chiamata? Noi siamo a Roma per questo: testimoniare che Dio è la fonte di pace, di relazione, di protezione e di gioia. Non gli idoli, ma Dio è la sola speranza per noi e per Roma!