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“In principio era la Parola”. Il vangelo di Giovanni letto da Origene e da Agostino

Se un amico o conoscente a digiuno di cultura biblica chiede ad un evangelico: “da dove inizio a leggere la Bibbia?”, la risposta più comune è: “dall’evangelo di Giovanni!”. In effetti, questo vangelo è una porta d’ingresso invitante alla persona e all’opera di Gesù Cristo. E’ profondo, radicale, chiaro; ma è anche complesso, spiazzante, generatore di domande. L’impressione suscitata dal vangelo di Giovanni ai lettori di oggi è simile a quella dei lettori dei primi secoli della chiesa.

L’occasione per confrontarsi con le interpretazioni antiche del vangelo di Giovanni è stata una serata di “Libri per Roma”, l’iniziativa dell’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione che si propone di promuovere la cultura evangelica attraverso il dialogo sui libri. Il libro in questione è un recente saggio di Giovanni Hermanin de Reichenfeld, The Spirit, the World and the Trinity. Origen’s and Augustine’s Understanding of John’ Gospel (2021) che esplora le letture di due grandi padri della chiesa: il Commento al vangelo di Giovanni di Origene (III secolo), scritto in greco e il Commento al Vangelo di Giovanni di Agostino (V secolo), scritto in latino.

Hermanin è un giovane e brillante patrologo che insegna al Patristicum di Roma. Tra l’altro, a giugno era stato protagonista di un’interessante conversazione pubblica tenuta all’ICED con il patrologo evangelico Brad Green sulla domanda: “Agostino era cattolico o protestante?”. Nel suo libro su Origene e Agostino interpreti di Giovanni, che tra l’altro è la sua tesi di dottorato all’Università di Exeter, Gran Bretagna, Hermanin si sofferma in modo particolare su come i due padri elaborano la loro dottrina della Trinità e del mondo a partire dal vangelo.  

Origene ha una visione discensiva della Trinità. Nel leggere i primi tre versetti del vangelo, vi legge che il Dio Padre è il primo, la Parola è seconda e lo Spirito è parte della creazione che Dio Padre ha creato per mezzo della Parola. Dio è uno, ma per così dire il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono collegati in una linea subordinazionista. Diversamente, Agostino legge il prologo come una finestra sulla Trinità le cui Persone sono circolarmente collegate le une alle altre in un processo d’amore. 

Sulla comprensione del mondo, Origene legge il vangelo di Giovanni come un campo di trasformazione da parte della grazia. Agostino ha del mondo una triplice accezione: il mondo creato di Dio, il mondo dannato da Dio e il mondo nuovo degli eletti di Dio. Origene tende verso l’universalismo della salvezza (alla fine tutto il mondo si salva); Agostino mantiene il senso della separazione tra il mondo salvato dalla grazia di Dio e quello perduto a causa del peccato.

Come si capisce, si tratta di due letture profondamente diverse del vangelo che hanno dato luogo a tradizioni di interpretazione divergenti nella chiesa. Si possono scorgere tracce che avvicinano Origene e la sua idea di trasformazione progressiva all’afflato “cattolico” del cattolicesimo romano. D’altro canto, si può vedere la traiettoria che collega Agostino e la sensibilità protestante nell’avere una comprensione radicale degli effetti disastrosi del peccato e della netta distinzione tra chi è salvato e chi no. 

Il prossimo appuntamento di “Libri per Roma” è per sabato 11 febbraio 2023, ore 18.30 dove sarà presentato il volume di Elena Zocca, Infanzia e santità. Un difficile incontro alle origini del cristianesimo, Roma, Viella 2020. Ne parla l’Autrice, ordinario di Storia del cristianesimo all’Università La Sapienza di Roma. Coordina Lucia Stelluti, Comitato Insegnanti Evangelici Italiani. 


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