Io, tu, noi. Alla ricerca dell’identità personale
Lo scopo di questo testo (Vittorio Lingiardi, Io, tu, noi. Vivere bene con se stessi e con gli altri, Torino, Utet 2019) è di aiutare le persone ad avere consapevolezza della propria identità personale, di ben relazionarsi con il “tu” o prossimo più vicino, passando alle relazioni sociali più ampie indicate con il “noi”. L’autore è un psicologo e psicoterapeuta.
L’idea di fondo può ben esprimersi con tre cerchi concentrici. Dunque il tema di fondo è quello dell’identità e delle relazioni. Si tratta di un tema sensibile, i cui sostenitori rigettano le comprensioni del passato e prospettano nuovi orientamenti per capire la persona, famiglia, il rapporto uomo-donna. Il tutto ruota intorno alla sessualità. Quelli che sembravano concetti ben consolidati nel tempo vengono ora ricompresi e ridefiniti. E’ in atto una rivoluzione culturale, sessuale tendente a trasformare persone e società.
L’A. dichiara che il testo non è di tipo accademico (p. 153) ma afferma, altresì, che in alcuni passaggi, si è lasciato prendere dalla foga diagnostica (p. 64) e dall’astrattezza (p. 90); che ha idealizzato l’intersoggettività della persona, ravvisando la necessità di tenere i piedi per terra (p. 95). Egli riconosce l’esistenza di molte identità, spesso soppresse per svariati motivi. Al fine di capire la varietà delle identità, Lingiardi fa ricorso alla Teoria Gender ed a quanto sostenuto dai Gender studies, secondo cui la identità sessuale è una costruzione sociale e non un dato biologico. Nell’illustrare l’acronimo LGBT-TGI+, l’A. spiega che il simbolo + sta ad indicare l’allungamento della lista delle identità sessuali (p. 107-108), dice che esso è tanto inclusivo quanto singolare, che apre alla soggettività ed alla molteplicità, nonché all’individualismo. Secondo l’A., una persona, per stare bene con se stessa, con il “tu” e gli altri, deve avere una identità secondo il Gender e che il tutto ha un carattere politico.
Non si può negare che il libro, pur offrendo degli spunti di riflessione, lasci delusi. La teoria del Gender, chiedendo fiducia in se stessa e prospettando una buona vita personale e sociale, assume il carattere di fede religiosa perché basata su assoluti che sostengono il resto. Inoltre, Lingiardi, segue una impostazione umanistica e non prende in considerazione altri punti di vista.
Il pensiero evangelico esprime forti dubbi sugli sviluppi assolutistici umanistici così come sui riduttivismi che fanno da presupposti alla teoria Gender. L’essere umano è una persona complessa in cui sono presenti componenti fisiche, psicologiche e spirituali. Una riduzione di uno di questi elementi o una ipevalutazione di uno di essi sugli altri altera il necessario equilibrio che deve esserci. La persona umana è una unità e la sua identità non può basarsi sulla razionalità soltanto, né su rilevamenti empirici eretti a uniche fonti di informazione, né sulla soggettività assolutizzata, ma sul dato biblico che fonda insieme la creazione, caduta e redenzione di ogni cosa, persona umana compresa.
Questo orientamento prende sul serio l’autorità della Scrittura, la totale sovranità di Dio su ogni cosa, comprese le leggi della psicologia, pone l’enfasi sulla relazione tra Dio e la persona, afferma senza indugio la rottura del patto operata da Adamo nel giardino dell’Eden, coinvolgendo tutto il creato ormai caratterizzato dal peccato e dalla ribellione al Creatore e, infine, vede nella redenzione operata dal Signore Gesù Cristo l’unica possibilità della guarigione interiore. Ripristinandosi la relazione con Dio si potrà vivere bene con se stessi, con gli altri.
Ogni consulenza che non tiene conto di questi aspetti sarà parziale perché è solo il Vangelo di Gesù Cristo la vera buona notizia che consente di avere una chiara identità e lo stare bene. Strutturare una consulenza in maniera autonoma ed individualista, tendente solo a far crescere un senso di autostima e di autoconsapevolezza di quel che sente sentimentalmente o interiormente, non è completa guarigione. La rivoluzione culturale, sessuale, che investe la politica, l’istruzione, le persone e le società, appare come un gettare via l’acqua sporca con tutto il bambino, come dice il vecchio proverbio popolare. Secondo la visione cristiana, è Dio che definisce l’io, il tu e il noi e ogni altra voce che pretende di prendere il posto di Dio promuoverà versione deformate dell’io, del tu e del noi.