La vasectomia e la guerra. Storie di un mondo in confusione
L’inconcepibile guerra in Ucraina ci sta facendo riflettere su tante cose. Com’è possibile che ci troviamo in questa situazione nel 2022? Com’è possibile che esistono ancora capi di stato che sono disposti ad annientare intere città e le persone che ci vivono per realizzare una mostruoso disegno politico? A prescindere da tutto, questa è la realtà. Quello che è ancora più preoccupante è come la cultura secolare e la religiosità tradizionale stanno affrontando la crisi.
Ecco una micro-storia che è illuminante sul buio del nostro tempo. Un recente articolo di Valeria Montebello sul Foglio racconta la storia di un certo Lloyd Williamson. “Lloyd è un uomo bianco di 30 anni senza figli con un loft in centro pieno di oggetti di design che ha dichiarato: ‘Non voglio portare una nuova vita in questo mondo perché è schifoso e andrà solo a peggiorare’”.Più avanti Montebello scrive: “Pare che un numero crescente di giovani uomini senza figli stia prendendo la drastica decisione di essere sterilizzati per motivi nobili. ‘Non possiamo far scontare il problema del carbonio alla prossima generazione, non è giusto per loro’, dice un altro. Maschi bianchi si castrano per il clima”.
Mentre in Ucraina gli uomini stanno mandando via le loro famiglie per rimanere a casa e combattere, alcuni uomini del mondo occidentale (in questo caso negli Usa) si stanno castrando e si stanno sterilizzando per salvare il pianeta, facendosi praticare vasectomie. “Un certo Doug Stein è il fondatore della Giornata mondiale della vasectomia (#WorldVasectomiaDay), un urologo noto come il ‘Re della vasectomia’. Castra e forma altri castratori, conduce campagne di sensibilizzazione globale per promuovere la procedura. La commercializza come ‘un atto d’amore’ che gli uomini possono fare per le loro partner e persino ‘il modo migliore per essere un brav’uomo’. Potrebbe essere una perfetta bio di Tinder: 30 anni, designer d’interni, vegano, castrato”.
È un understatement dire che il mondo occidentale stia diventando sempre più secolare, mentre un certo tipo di cristianesimo diventi sempre più obsoleto. Questo rappresenta il cosiddetto progresso. Mentre una gran parte del mondo cerca di sopravvivere, alcuni del mondo occidentale cercano di salvare il pianeta facendosi praticare vasectomie. Ma è la vasectomia la vera speranza per la pianeta? Sono questi uomini che vedono la vita di un bambino come “schifosa” e che promuovono iniziative come la “Giornata mondiale della vasectomia” le persone a cui vogliamo affidare il benessere delle città e il futuro della pianeta? Non sono convinto.
Per vivere c’è bisogno di una storia: una storia che dia senso a quello che si è e che si fa. Una storia che risponda alle domande di fondo della vita: da dove veniamo, chi siamo, dove abitiamo, cosa facciamo, cosa è andato storto, come rimediarvi, cosa sperare e per cosa vivere. Tutte le persone vivono grazie ad una storia dentro cui la loro vita scorre.
Queste osservazioni sono oggi evidenti nella guerra in Ucraina. La guerra fa capire che le risposte della cultura secolare a queste domande non portano da nessuna parte. D’altra parte, le risposte del cristianesimo ortodosso orientale sono un insieme di cocci taglienti. Sono ortodossi i russi (con la benedizione del loro Patriarca) che hanno invaso un Paese a maggioranza ortodossa. In più, la Mosca religiosa è appiattita su quella politica-militare. È evidente che siamo di fronte ad un cortocircuito anche di quella cristianità.
Il mondo intero (occidente compreso) ha bisogno di alternative valide. Cioè ha bisogno di uomini e donne di Dio. Ha bisogno di veri discepoli di Cristo. Ha bisogno di persone che capiscono il valore della vita e che la difendono. Ha bisogno di chiese che promuovono attivamente la pace e la giustizia. Ha bisogno di chiese che si prendono cura dei loro vicini e delle loro città. Ha bisogno di chiese che conoscono le storie che tengono insieme le loro città e che hanno il coraggio di raccontarne un’altra. Ha bisogno di chiese profetiche che con efficacia annunciano la buona notizia di Gesù Cristo.
Su questo punto il secolarismo e la religiosità tradizionale non danno messaggi di speranza. Non estinguono le minacce del maligno. Non danno speranza ai profughi che sono costretti a fuggire dalle loro case. Non fanno tremare i Putin del mondo, anzi li alimentano. È soltanto l’evangelo di Gesù Cristo che riesce a fermare il male. Infatti, Cristo ha già vinto la morte! Grazie a questa vittoria “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21,4). Che messaggio di speranza per un mondo devastato da guerre e dal maligno! Il secolarismo e la religione senza Cristo indeboliscono e distruggono. L’evangelo di Cristo, invece, rafforza e redime. Che la chiesa possa essere una portavoce di questo messaggio di speranza per un mondo in crisi.