Vocabolario di Losanna (II). Pluralismo

 
 

N.B. Oltre al 50° anniversario dell’Alleanza Evangelica Italiana, nel 2024 ricorre anche quello del Movimento di Losanna. Nel 1974, infatti, si tenne il Congresso mondiale per l’evangelizzazione del mondo da cui scaturì il Patto di Losanna, il più importante documento evangelico del XX secolo. Per celebrare questo evento e in vista del IV Congresso di Losanna che si terrà a Seul (Corea del Sud) dal 21 al 28 settembre 2024, questa serie vuole valorizzare alcune parole chiave, una sorta di vocabolario minimo per apprezzare l’eredità del Movimento di Losanna. Le parole sono: Amore, Collaborazione (partenariato), Cultura, Integrità, Missione, Mondo moderno, Pluralismo, Responsabilità sociale, Tutto/a (l’evangelo, il mondo, la chiesa), Unicità/Universalità (di Cristo), Verità.

“La fotografia è sovversiva non quando spaventasconvolge o stigmatizzama quando induce a pensare”. Sono queste le parole del saggista Roland Barthes, autore tra gli altri della nota sulla fotografia “La camera chiara”. Queste parole sono state prese in prestito dalla fotografa Linda Acunto nel corso della mostra fotografica Terza Persona Plurale presso il Leica Store di Roma, inaugurata lo scorso 18 aprile.

La tematica affrontata da Linda Acunto è quella della pluralità religiosa nella città di Roma. Come dice Acunto, “Il tema del pluralismo religioso può non interessare tutti, ma in realtà tocca una libertà che è la madre di tutte le libertà”. Effettivamente, la questione religiosa ha a che fare con ciascun individuo sia che si professa una fede sia che non se ne professi alcuna. Il progetto di Acunto evidenzia l’attesa per la piena attuazione del pluralismo religioso in una città plurale che vede spesso la “coesistenza di concezioni e forme di vita differenti e contrastanti”, ma non anche “la loro compresenza in uno stesso ambiente di vita”. 

Come ha affermato Julia Doxat-Purser, rappresentante socio-politica e coordinatrice della libertà religiosa dell'Alleanza evangelica europea, nell’articolo “Freedom of Religion and Belief. An Introduction”, “abbiamo bisogno di una piazza pubblica civile in cui siamo tutti preoccupati per il benessere dell'altro e possiamo negoziare le inevitabili tensioni con equità”. 

Ecco che entra in campo il tema del pluralismo. Esso è stato declinato in forme diverse nei documenti elaborati dal Movimento di Losanna. Sia il Patto di Losanna (1974), sia il Manifesto di Manila (1989) che l’Impegno di Città del Capo (2010) si occupano, in modo più o meno articolato, della questione. 

Al paragrafo 5 del Patto di Losanna, partendo dall’assunto che Dio è il Creatore e Giudice di tutti, si afferma la necessità per il cristiano di fare propria la “preoccupazione” che Dio ha per la giustizia, per la riconciliazione sociale e per la liberazione degli uomini e delle donne da ogni forma di oppressione. E’ per questo che all’interno del Patto si sostiene che l’evangelizzazione e la responsabilità socio-politica siano entrambe parte dell’impegno cristiano. In quanto cristiani non dovremmo temere di denunciare il male e l’ingiustizia ovunque si manifestino

Nell’esercizio della sua responsabilità sacerdotale, il Patto esorta tutta la chiesa, in accordo con la Parola di Dio, a pregare per i governanti delle nazioni affinché questi garantiscano, tra le altre libertà, anche quella di pensiero, di coscienza e la libertà religiosa. Tutti i credenti sono incoraggiati a pregare per coloro che sono ingiustamente imprigionati a motivo della professione della loro fede. A Losanna, il pluralismo è letto nell’ottica della difesa della libertà religiosa.

Anche il Manifesto di Manila (c.d. Losanna II) invita tutta la chiesa ad impegnarsi nella proclamazione di Cristo fino alla Sua venuta attraverso l’annuncio del Vangelo a tutto il mondo. Nel farlo, il Manifesto elabora ventuno affermazioni di principio che poi sviluppa nella seconda parte. Nella nona e ventesima affermazione la Chiesa tutta è chiamata rispettivamente ad esercitare la sua responsabilità profetica nella proclamazione del regno di giustizia e di pace di Dio, denunciando ogni forma di ingiustizia ed oppressione, sia personale che strutturale; ad essere solidale con coloro che soffrono a causa del Vangelo e a lavorare a favore della libertà religiosa e politica in ogni dove. Infatti, i cristiani desiderano la libertà religiosa per tutti. Dice anche il Manifesto: “i cristiani sono cittadini leali che cercano il bene della loro nazione” (12). Anche in questo documento, il pluralismo è prevalentemente visto come cornice generale in cui la libertà religiosa va promossa.

L’Impegno di Città del Capo (c.d. Losanna III) sviluppa il tema del pluralismo religioso dedicando alcune sezioni all’amore verso “il mondo di Dio" verso il prossimo, verso “le persone di altre fedi e si estende a coloro che ci odiano, ci calunniano e ci perseguitano fino ad ucciderci” (1.7). Nel capitolo 2.A.2, l’Impegno si sofferma sulle sfide della verità in un mondo plurale. A differenza del passato, in cui le diverse religioni affermavano che la propria era la strada di verità, nel pluralismo postmoderno non vi è posto per la verità assoluta o universale e si fa strada il valore della “tolleranza” dell’altro. Questo aspetto del pluralismo relativista va respinto con un’apologetica biblicamente integra. Tuttavia, in quanto chiesa di Dio, è necessario “costruire la pace di Cristo” in un mondo che è “diviso e frammentato” impegnandosi nel compito di “essere portatori della pace biblica nel nome di Cristo” anche attraverso l’impegno a ricercare la giustizia “per coloro che sono stati danneggiati dalla violenza e dall’oppressione” (2.B).

L’Impegno invita anche a vivere l’amore di Cristo con persone appartenenti a fedi diverse, testimoniando con coraggio e franchezza della verità dell’evangelo, senza cadere nel relativismo, ma contrastando ogni forma di testimonianza “coercitiva, ingannevole o irriverente e che non sia eticamente corretta” (2.C.6)

Due esempi italiani possono dare l’idea di quanto il pluralismo sia ancora incompiuto nel nostro Paese e come i testi di Losanna possono aiutare a sviluppare una cultura evangelica del pluralismo. A Roma, come in altre regioni e città d’Italia (Liguria, Lombardia …) ci sono luoghi di culto che hanno bisogno di essere difesi in tribunale in quanto non considerati “intrinsecamente” dotati di caratteristiche proprie dei locali di culto. La vicenda legale che una chiesa evangelica nel centro storico di Roma, Breccia di Roma, sta affrontando per difendere i propri diritti contro il fisco italiano è emblematica dello stato lacunoso del pluralismo. Per il Fisco, la chiesa Breccia di Roma non avrebbe diritto all’esenzione fiscale come qualunque altro luogo di culto in quanto non assomiglia ad una “chiesa” con altari, immagini e statue. 

A ciò si aggiunga anche che lo scorso 13 aprile la commissione Ambiente della Camera ha dato ieri il via libera alla proposta di legge di Fratelli d’Italia che vieterebbe l’utilizzo di alcune sedi utilizzati da associazioni di promozione sociale che svolgono attività di culto. Se si concluderà l’iter legislativo sarà fortemente limitata la possibilità di adibire locali a luoghi di culto in assenza di una specifica destinazione d’uso ed all’interno di piani regolatori che individuino luoghi destinati ad ospitare luoghi di culto. E’ evidente che la laicità acerba ed il pluralismo incompiuto dello Stato italiano costituisce il terreno fertile per un trattamento sperequativo riservato ai diversi gruppi religiosi.
In coerenza con il messaggio biblico, i testi di Losanna rivelano, invece, la ricchezza del pluralismo collegato alla difesa della libertà religiosa di tutti. Nel difenderla, Losanna non dimentica di guardare allo scandalo della croce. Ed infatti, “il desiderio più profondo dei nostri cuori resta quello che tutti debbano giungere a conoscere il Signore Gesù Cristo, porre liberamente la fede in lui ed essere salvati ed entrare nel regno di Dio” (Impegno 2.D.1). L’evangelo non lo si impone con la coercizione. Esso è esclusivo in quanto Gesù Cristo è la via, la verità e la vita (Giovanni 14,6), ma fiorisce in un contesto in cui la libertà religiosa di tutti è difesa e promossa.