Vocabolario di Losanna (VII). Collaborazione (partenariato)

 
 

N.B. Oltre al 50° anniversario dell’Alleanza Evangelica Italiana, nel 2024 ricorre anche quello del Movimento di Losanna. Nel 1974, infatti, si tenne il Congresso mondiale per l’evangelizzazione del mondo da cui scaturì il Patto di Losanna, il più importante documento evangelico del XX secolo. Per celebrare questo evento e in vista del IV Congresso di Losanna che si terrà a Seul (Corea del Sud) dal 21 al 28 settembre 2024, questa serie vuole valorizzare alcune parole chiave, una sorta di vocabolario minimo per apprezzare l’eredità del Movimento di Losanna. Le parole sono: Amore, Collaborazione (partenariato), Cultura, Integrità, Missione, Mondo moderno, Pluralismo, Responsabilità sociale, Tutto/a (l’evangelo, il mondo, la chiesa),Unicità/Universalità (di Cristo), Verità.

 

“Collaboratori nel campo di Dio” (1 Corinzi 3,9) è il modo in cui l’apostolo Paolo descrive la rete di soggetti diversi, comunque tutti appartenenti alla chiesa universale, che sono attivi nell’opera di Dio. Nella Scrittura le chiese talvolta incaricano emissari specifici per servizi a sostegno dell’evangelizzazione e dell’edificazione della chiesa stessa. All’interno della rete delle chiese, queste persone sono mandate per sostenere l’opera (Filippesi 2,25), fondare nuove chiese (Atti 13,2-3), prestare servizi vari (Atti 11,30 e 12,25; Atti 15,30). Dentro questi movimenti c’è sufficiente elasticità non imbrigliabile in rigidi percorsi istituzionali, ma anche un accentuato senso di appartenenza all’unica chiesa e alla necessità della rendicontazione, cioè della condivisione di percorsi di servizio.

 

Nel corso della storia, queste strutture leggere di collegamento tra chiese mandanti e chiese riceventi, sono state chiamate “missioni” o “opere missionarie”. Le missioni sono pertanto agenzie paraecclesiali che collegano chiese e gruppi di chiese all’interno della chiesa universale e che facilitano lo svolgimento del mandato del Signore.

 

Nella storia moderna della chiesa, queste agenzie sono diventate dei veri e propri protagonisti della missione, mostrando una notevole capacità progettuale tendenzialmente indipendente o tangente la vita delle chiese, al confronto della quale la realtà delle chiese locali o denominazionali è via via diventata più introspettiva, localistica e non sempre in grado di coltivare una visione missionaria degna di questo nome. Il ruolo delle chiese locali o denominazionali è diminuito, quello delle missioni è cresciuto, spesso ribaltando il carico delle responsabilità e i ruoli di ciascuno.  

 

Nella realtà della chiesa evangelica contemporanea, troppo spesso i rapporti tra le chiese e le “missioni” si sono invertiti, con queste ultime che sono divenute snodi centrali delle iniziative e le chiese che sono diventate, e già lo erano, soggetti tendenzialmente passivi. Ciò ha creato evidenti squilibri ecclesiologici con pesanti e negative conseguenze sull’assetto complessivo della chiesa. Non di collaborazione si è trattata, ma di sostituzione. Non di sinergia, bensì di autonomia. Non di partenariato, piuttosto di competizione o di reciproca indifferenza. Per ovviare a ciò, il Patto di Losanna (1974) ha opportunamente invitato tutti a ripensare la relazione tra chiese e agenzie missionarie nello spirito della collaborazione nell’evangelo:

 

“Ci esortiamo vicendevolmente a sviluppare una cooperazione locale che sia funzionale ad assistere la missione della chiesa, a elaborare progetti validi, a incoraggiarci reciprocamente e a condividere risorse ed esperienze” (n. 7).

 

Risulta evidente che la “missione” in quanto agenzia paraecclesiale è chiamata ad assistere la chiesa/le chiese locali in uno spirito di condivisione circolare di doni e di collaborazione nella promozione dell’opera di Dio. D’altro canto, la chiesa/le chiese devono riappropriarsi di un ruolo che spetta loro nel piano di Dio, senza concedere deleghe in bianco o assumere atteggiamenti remissivi. La relazione, quindi, deve essere riequilibrata in modo da ricostruire la primaria responsabilità delle chiese nello svolgimento del mandato divino e la sussidiaria funzione delle agenzie para-ecclesiali nel sostenerne l’opera.

 

Sulla scia di questi insegnamenti, le Chiese evangeliche riformate battiste in Italia hanno elaborato un interessante documento che testimonia la recezione di un punto importante messo a fuoco a Losanna. Si tratta di “Collaboratori nel campo di Dio. Sul rapporto tra chiese e missionari/agenzie missionarie” (2018), anche in versione inglese.

 

In esso si legge che “Per essere ricettive e collaborative, le chiese locali devono irrobustire la loro identità ecclesiale, la propria progettualità sul territorio, il proprio essere realtà ecclesiali strutturate e funzionanti, vive spiritualmente e in rete nel più ampio contesto evangelico. Per avere una relazione sana, chiese fragili sul piano identitario e disfunzionali sul piano operativo non saranno collaboratori fattivi della missione”.

 

Oltre al rapporto chiese-missioni, i documenti di Losanna richiamano le chiese a sviluppare reti collaborazione per l’evangelo sul territorio, dentro e oltre le cornici denominazionali di riferimento. Gli incontri di preghiera e le iniziative promosse da decenni dall’Alleanza Evangelica Italiana (Giornata di preghiera per la chiesa perseguitata, Settimana Internazionale di Preghiera, Domenica della memoria) sono belle occasioni per intessere relazioni di collaborazione che poi possono sfociare in altri progetti.

 

Le chiese, le missioni, tutti i credenti sono chiamati a collaborare con i criteri dell’evangelo. Come Paolo era consapevole che nel campo di Dio c’era bisogno di collaboratori diversi, così era certo di questo: “colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (1 Corinzi 3,7).