Paolo e il suo messaggio: al cuore dell’evangelo!

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Paolo di Tarso e Roma. Roma e Paolo di Tarso. Due destini, quello della capitale dell’Impero e quello dell’evangelizzatore e teologo più importante della storia della chiesa, che si intrecciano nel I secolo d.C. Prima ancora del suo viaggio a Roma, del quale non conosciamo molti dettagli, dobbiamo dire che tra Paolo e i cristiani a Roma c’era già un legame forte. Prima del suo rapporto con la città di Roma, c’è una relazione con la chiesa di Roma.

Il suo desiderio di poter abbracciare, salutare, edificare ed essere incoraggiato dalla chiesa romana era molto importante per Paolo. Nella sua lettera destinata proprio a loro, ancora prima di visitare la città, Paolo afferma “Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche dono, affinchè quando tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune” (Romani 1,11). Paolo sapeva della sincerità dei fedeli a Roma, aveva sentito della loro fede e aveva l’ardente desiderio di incontrarli. Per questa ragione scrive loro una lettera in cui viene esposto il messaggio cristiano che lo aveva guidato ed ispirato. La lettera ai Romani è un tesoro della letteratura cristiana antica. Qui potremo solo accennare ai suoi capisaldi.

Prima di tutto, Paolo sottolinea l’universalità del peccato. Tutti sono peccatori, sia il popolo giudaico erede della sua stessa tradizione, sia coloro che non si identificano nel giudaismo. Lui stesso afferma in Romani 3,9 che “… abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato”, a dimostrazione che nessuno è scusato davanti a Dio. La salvezza non dipende dall’identità etnica di un popolo o dall’appartenenza ad esso. Il peccato per Paolo caratterizza la vita umana e per essere guariti da questo stato di peccaminosità è necessario l’intervento di Dio.

Noi siamo peccatori, Dio è giusto nel giudicarci. Dio è anche amorevole e la sua salvezza è mostrata in Gesù Cristo. La chiave di tutto è la fede. Così le sue parole di Romani 5: “giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio e per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi, e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio... Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato […], Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo è morto per gli empi […], Dio mostra il proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi”.

Dopo aver descritto il peccato che affligge tutti gli uomini, Paolo afferma che Dio, nel suo amore e per l’opera del Signore Gesù Cristo sulla croce, si può essere riconciliati con Lui. Questo non avviene per meriti acquisiti o prestazioni umane, ma per opera dello Spirito Santo che viene ad abitare nel credente. La salvezza è donata da Dio stesso. Per Paolo, la pace con Dio è da ritenersi garantita per grazia soltanto mediante la fede soltanto in Cristo Gesù e per la sola opera dello Spirito Santo. 

Paolo accetta nella sua interezza la sovranità di Dio nella salvezza e nella provvidenza. Per questo motivo incoraggia i Romani dicendo “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinchè egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati” (Romani 8,28-30). L’amore di Dio viene mostrato nella cura di quelli che lo amano e che rispondono al suo amore vedendo trasformata la loro vita.  

Il messaggio che Paolo dà ai Romani è un capolavoro della fede cristiana. Siamo tutti peccatori, indistintamente. Solo Cristo è la nostra giustificazione. La salvezza unisce credenti giudei e non giudei in un’unica chiesa. Lo Spirito viene dato a chi crede. Dio rinnoverà ogni cosa. Alla luce dell’evangelo, le differenze culturali (il cibo, il tempo) non possono e non devono rompere l’unità della chiesa. La chiesa deve essere sottomessa alle autorità dell’impero romano sapendo però che Dio è il Signore anche sulla politica. Le relazioni interne alla chiesa di Roma non erano serene e la lettera di Paolo cercò di portare pace valorizzando l’evangelo di Gesù Cristo, non suggerendo qualche accorgimento di “buon senso”. Dopo duemila anni, la lettera ai Romani rimane un perno dell’evangelo biblico. Senza il suo messaggio il cristianesimo è solo un vuoto simulacro religioso.