Parole del 2020. Ansia
Se qualcuno afferma di non aver mai provato uno stato d’ansia durante tutto il 2020 probabilmente mente. L’anno che sta per finire ha messo a dura prova la serenità di tutti e ognuno si è dovuto confrontare con una crisi sistemica senza precedenti.
Molti hanno scritto e detto che la pandemia da coronavirus ha avuto la capacità di evidenziare ogni singola crepa della società. Sono infatti venute fuori le inadeguatezze dei governi, la precarietà dei sistemi sanitari, le diseguaglianze sociali, il fallimento del sistema economico e la fallibilità della scienza che ad oggi non è ancora capace di dare risposte univoche. Oltre ai macrosistemi però, la pandemia ha agito anche come una lente di ingrandimento sulla vita dei singoli individui, ingigantendo quello che nel tran-tran della vita quotidiana poteva anche essere tenuto nascosto.
Chiusi in casa, obbligati al distanziamento, costretti a ridurre all’osso le interazioni sociali, pressati dalla paura del contagio o delle conseguenze economiche di una tale crisi, messi di fronte all’incertezza su qualsiasi aspetto del futuro, esposti continuamente a notizie di morte e malattia, l’ansia è stata la reazione collettiva più evidente.
Digitando “ansia” su Google, infatti, è il motore di ricerca stesso che suggerisce la seconda parola “covid” e, accettando il suggerimento, oltre agli 11 milioni e mezzo di risultati, compare una scheda dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha l’obiettivo di aiutare l’utente a “liberare la mente” con alcuni consigli pratici.
Questa non è l’unica risoluzione adottata dall’OMS che ha lanciato l’allarme sulla necessità di tutelare la nostra salute mentale, date le serie conseguenze che la pandemia sta avendo sulla nostra psiche. Persino il Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, ha parlato dell’incremento delle condizioni di disagio psichico in Italia a causa della pandemia. Insomma, l’ansia, che può diventare anche una condizione patologica, sta seriamente compromettendo la vita di molti.
L’ansia è una reazione legittima davanti all’ignoto e alla paura. Come credenti potremmo anche giustificare la nostra apprensione guardando agli innumerevoli esempi biblici in cui uomini e donne di Dio si sono trovati a dover fronteggiare questo stato d’animo. Davide, l’uomo secondo il cuore di Dio, ha scritto decine di Salmi in preda all’ansia e all’angoscia. L’Ecclesiaste è stato sopraffatto da questa sensazione di angustia. Mosè non si riteneva all’altezza di parlare davanti a Faraone, e poi ancora Geremia, i discepoli, Paolo…tutti hanno avuto momenti d’ansia.
Dicevo, potremmo giustificarci, oppure potremmo cogliere l’occasione per fermarci a riflettere. Respirare profondamente, come suggerisce l’OMS, può forse attutire i sintomi, ma la Parola di Dio è un continuo invito ad andare oltre, scavare più profondamente, interrogarsi con sincerità e ad essere pronti a ricevere risposte, anche non piacevoli da parte del Signore.
Cosa mi genera ansia? La paura di perdere il controllo sulla mia vita? La paura della morte? La paura della solitudine? La paura delle conseguenze sul lavoro? La paura di non riuscire a portare avanti tutte le attività della chiesa?
Fin dove sono legittime preoccupazioni e fin dove c’è un idolo a cui sto affidando tutte le certezze della mia vita? Nella frenesia della vita “pre-covid” stavo forse sacrificando la mia vita all’altare del successo, della carriera, della famiglia, delle amicizie, o persino delle attività ecclesiali?
Potrebbe essere questo l’esercizio che il Signore ci invita a fare. In quest’anno Dio ci ha fermati, tutto il mondo in un certo senso si è fermato. Non sappiamo bene perché e non possiamo pretendere di capirlo, ma per i suoi figli c’è la possibilità di “mettersi sul posto di guardia e stare attenti a quello che il Signore ci dirà” (Abacuc 2,1), invece di ricercare affannosamente il ritorno alla normalità senza mettere in discussione quello che abbiamo vissuto fin qui.
La possibilità di rimettere tutto nella giusta prospettiva sarà l’occasione per ritornare alla Parola e ricordare che persino i cieli e la terra passeranno (Matteo 24,35) e che ogni nostro affanno è vanità se non è fatto in Cristo e per Cristo. Per chi ricerca prima il regno dei cieli e la sua giustizia, il Signore sarà pronto a provvedere ad ogni suo bisogno lenendo l’ansia e onorando la sua vita.