Predicare l’evangelo oggi. Spunti dalla Spagna
Guardarsi intorno è sempre utile per capire le tendenze in corso. Per ovvie ragioni, l’Italia evangelica è spesso attratta da tutto ciò che proviene dal mondo anglo-americano: libri tradotti, autori citati, correnti alla moda, ecc. vengono proposti da noi come se fossero immediatamente usufruibili e riproducibili. Non sempre ciò accade. Il mondo anglo-americano, per quanto abbondante di proposte, rimane per molti aspetti un universo “lontano” e “diverso”. Inoltre, è un segno di provincialismo e di pigrizia culturale guardare ad una sola provenienza per trarre ispirazione ed essere negligenti rispetto alla ricchezza della famiglia evangelica globale.
Per affinità culturali e spirituali, aiuterebbe l’Italia evangelica guardare anche a mondi più vicini, come ad esempio la Spagna. Per retaggio storico, sfide culturali e consistenza dell’evangelicalismo, la Spagna è un mondo per molti versi parallelo all’Italia, per alcuni aspetti più avanti rispetto a noi quanto a reti evangeliche funzionanti, ma comunque molto simile.
L’occasione è data da un’intervista su Evangelical Focus (28/3/2022) a Hélder Favarin, pastore a Grenada e autore di alcuni libri sulla predicazione tra cui il recentissimo Amplía. Predicar a cristianos y no cristianos en España desde un mismo sermón, Barcelona, Andamio 2021. Favarin, brasiliano di nascita, italiano di cittadinanza (i nonni erano italiani) e spagnolo d’adozione, è un giovane pastore evangelico il cui ministero si sta caratterizzando nel segno della predicazione dell’evangelo ermeneuticamente solida, apologeticamente consapevole, omileticamente sagace, evangelisticamente raffinata.
Tra le altre cose, nell’intervista Favarin dice che in Spagna ci sono almeno 4 libri sulla predicazione scritti da spagnoli, l’ultimo dei quali è il suo. Non è una cosa da poco. Se guardo alla recente pubblicistica omiletica italiana, vedo autori americani e britannici (ad esempio: J. Piper, B. Chapell, S. Ollyott), nel recente passato uno svizzero (A. Kuen), ma nessun italiano.
Fatta eccezione per il fascicolo “Laboratorio della predicazione”, Studi di teologia (2013) N. 49, scritto in base all’esperienza dell’omonimo Laboratorio della predicazione dell’IFED e, ampliando lo sguardo al protestantesimo storico, a B. Rostagno, Predicare, la fede nasce dall’annunzio. Guida all’omiletica (1984; ristampa 2013), non sembra vi siano manuali o libri di omiletica scritti da italiani avendo l’Italia come contesto primario di riferimento. Non sarei sicuro nell’affermare che esista una domanda di omiletica nell’Italia evangelica di oggi, ma sarei meno titubante nel dire che l’offerta di strumenti è molto sbilanciata verso risorse che provengono da mondi certamente sfidanti, ma ecclesialmente e culturalmente lontani.
Molti spunti offerti da Favarin nell’intervista sono pertinenti anche per il contesto italiano. Si nota una passione per l’annuncio dell’evangelo nella modalità della predicazione come vettore ordinario di testimonianza cristiana. Si evince il desiderio di predicare per i credenti e per i non credenti nello stesso messaggio modulando sapientemente il messaggio e applicandolo con intelligenza spirituale. Soprattutto traspare la convinzione che l’evangelo debba e possa essere annunciato attraverso la forma comunicativa di un discorso biblico.
Su questo, la Spagna evangelica è un po’ più avanti di noi. Nel campo dell’omiletica, vi sono alcuni fenomeni interessanti anche in Italia che vanno sostenuti e sviluppati. Le risorse provenienti dal mondo anglo-americano vanno bene, ma la svolta ci sarà quando vi saranno predicatori italiani degni portare questo nome, in modo umile e credibile. “E come crederanno in Colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare se non c’è chi lo annunci?” (Romani 10,14).