“Qui sto, non posso far altro”: cosa insegna la presa di posizione di Lutero a Worms?

 
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Ci sono frasi scolpite nella storia. Una di queste è “Qui sto fermo”. Il 18 aprile 1521 Martin Lutero dichiarò davanti alla Dieta riunitasi a Worms che sarebbe rimasto fermo nelle sue posizioni cambiando per sempre la storia della chiesa. Come tutti sanno, il 31 ottobre 1517 il monaco tedesco aveva affisso le 95 tesi sulle porte della cattedrale di Wittenberg dando inizio ad un processo che avrebbe portato alla nascita del protestantesimo. Tuttavia è alla Dieta di Worms e con le dichiarazioni di Lutero davanti ai presenti che non solo il processo divenne irreversibile, ma si espressero in concreto le istanze della Riforma che, poi, sono quelle della fede evangelica.

Il 3 gennaio 1521 Leone X aveva scomunicato Lutero, al quale però fu data l’occasione di difendersi davanti all’assemblea dei principi del Sacro Romano Impero alla presenza dell’Imperatore Carlo V. Lutero credeva di poter spiegare le sue ragioni, ma gli fu data una possibilità soltanto: abiurare disconoscendo quanto aveva già scritto in diversi libri. Lutero, impaurito, chiese di pensarci una notte e poi, la mattina seguente, davanti all’imperatore, ai principi, ai diversi nobili e prelati dichiarò:

“A meno che non venga convinto da testimonianze delle Scritture o da ragioni evidenti; poiché non confido né nel Papa, né nel solo Concilio, poiché è certo che essi hanno spesso errato e contraddetto loro stessi. Io sono vincolato dalle Scritture che ho citato e la mia coscienza è prigioniera della Parola di Dio. Non posso e non voglio ritrattare nulla, perché andare contro coscienza è disonesto e pericoloso. Non posso fare diversamente. Qui io sto! Che Dio mi aiuti! Amen”

Così facendo, fu chiaro che le sue non erano solo convinzioni superficiali, ma che era disposto a perdere la sua stessa vita per una fede che lo aveva rinnovato nel cuore. Con le sue parole e il suo atteggiamento predicò davanti ai presenti quello che da qualche tempo aveva cominciato a predicare ai fedeli della sua chiesa, che predicò per tutta la vita e che ancora oggi si predica nelle chiese evangeliche.

Sola Scrittura
Lutero affermò l’autorità suprema della Parola di Dio su ogni tradizione o congettura umana. Credeva che solamente la Bibbia, essendo la Parola di Dio, dovesse essere considerata l’autorità ultima in materia di fede. Non poteva ritrattare ciò che la Scrittura affermava.

Sola grazia
Lutero non ebbe paura di difendere la sua fede contro un sistema verticistico in cui la salvezza veniva considerata rilasciabile attraverso l’amministrazione dei sacramenti e guadagnata attraverso l’obbedienza ai precetti della Chiesa. Lutero ebbe la forza di restare fermo nelle sue posizioni poiché sapeva che non c’era nulla che potesse frapporsi tra di lui e la salvezza che il Signore, nella sua infinita misericordia, aveva deciso di concedergli solo e solamente per grazia.  

Solo Cristo
Lutero sapeva che l’unico intermediario tra Dio e gli uomini è Gesù Cristo. Non ci sono altri vicari o sostituti. La sua conoscenza profonda dell’opera definitiva di Cristo gli permise di non lasciarsi intimidire da coloro che venivano considerati capaci di avvicinare le persone a Dio.

Sola fede
Solo la fede nel dono gratuito della grazia di Dio gli permetteva di rimanere saldo nel diritto di considerarsi un figlio di Dio. Questa consapevolezza lo obbligava anche a restare fermo nelle verità della Scrittura nonostante fosse chiaro il pericolo di sovvertire l’ordine costituito della società e per la sua stessa vita.

Al solo Dio la gloria
Lutero era consapevole che quanto stava dichiarando gli sarebbe potuto costare la vita. Probabilmente era convinto che l’avrebbe persa da lì a poco; eppure, per la sola gloria di Dio, scelse di parlare e non ritrattare.  

Su questi cinque punti si sarebbe poi formata tutta la teologia della Riforma e su questi punti ancora oggi la chiesa deve stare attenta a restare ferma. A cinquecento anni di distanza, da troppe parti arrivano suadenti messaggi che invitano a pensare che tutto ciò sia superato, che la Riforma sia finita e che ci si possa anche rilassare compromettendo queste convinzioni. Nonostante le pressioni ad avere una postura spiritualmente liquida, melliflua, annacquata, il Signore della Parola resta lo stesso ieri oggi e domani. Per questo, la chiesa evangelica ha ancora bisogno di rimanere salda in queste verità e dire a gran voce “Qui sto ferma, non posso far altro”.

martin lutero