Capire l’omosessualità. Un libro di David Glesne
Negli ultimi vent’anni, gli atteggiamenti nei confronti dell’omosessualità hanno letteralmente fatto giravolta nelle società occidentali. Mentre fino a qualche decennio fa, l’atto omosessuale era considerato malvagio in pressoché tutte le nazioni del mondo, oggi invece, nella grande maggioranza degli stati occidentali, il matrimonio omosessuale è legalizzato. Le mentalità cambiano pure in Italia, nonostante l’influenza della chiesa cattolica romana abbia permesso di rallentare questo processo. Di fronte ad una tale situazione, la chiesa fedele agli insegnamenti biblici è spesso rimasta paralizzata, sembrando persino di non essere in grado di sostenere la verità biblica in questo campo.
All’inizio degli anni 2000, David Glesne, all’epoca pastore luterano nel Minnesota (Stati Uniti), vide il cambiamento di rotta che la società intorno a lui stava vivendo. Avendo notato che persino la sua chiesa luterana stava considerando l’unione omosessuale con una nuova prospettiva, Glesne decise di affrontare il tema dal pulpito con due sermoni sul tema dell’omosessualità. Questi sermoni ebbero un’influenza cosi forte nella sua comunità che decise di svilupparli ulteriormente. Il risultato fu un libro pubblicato nel 2004 intitolato Capire l’omosessualità: prospettive per la chiesa locale (Understanding Homosexuality: Perspectives for the Local Church), Minneapolis, Kirk House 2004).
Il libro è suddiviso in tre parti. La prima parte spiega in pratica cos’è l’omosessualità. La seconda parte sviluppa la teologica biblica e la terza è indirizzata all’atteggiamento della chiesa.
Entrare nell’universo dell’omosessualità
Anche se il tema dell’omosessualità è onnipresente oggigiorno, pochi in realtà ne hanno una conoscenza approfondita, lasciano quindi spazio a vari miti. David Glesne inizia esponendo quelli più diffusi (capitolo 1), quali: il mito del dieci percento della popolazione americana omosessuale, molto diffuso in America all’epoca e basato su uno studio fasullo del famoso entomologo Alfred Kinsey, uno dei padri del cambiamento di mentalità nei confronti dell’omosessualità; il mito della persona nata omosessuale, smentito da numerose ricerche genetiche; il mito dell’omosessuale felice del suo stato, smentito da inchieste che mettono in luce le numerose paure che lo colpiscono; e il mito dell’impossibilità di cambiamento.
Con i vari miti ormai scartati, l’autore continua esplorando, in base a ricerche scientifiche, le cause che possono essere propizie all’attività omosessuale (capitolo 2). Fra i fattori più prevalenti sono le dinamiche negative nelle relazioni familiari d’inizio vita, in particolare un atteggiamento distante o ostile del padre nei confronti del figlio. Inoltre, alcuni sono state vittime di contatti sessuali con un adulto nella loro infanzia. Anche se non si nasce omosessuale, esiste comunque una possibile predisposizione genetica, anche se è importante sapere che quella non impedisce la scelta per una vita eterosessuale.
L’autore commenta poi varie statistiche, smontando ulteriormente il mito dell’omosessuale felice e fedele al suo compagno (capitolo 3). Una tale ricerca rivela che il 90% aveva tra 20 e 100 compagni sessuali all’anno, ed un omosessuale su quattro ne ha 1000 nella vita intera![1] Lo stesso capitolo descrive le varie pratiche che coinvolgono l’omosessualità, attività dannose, sia spiritualmente sia fisicamente. Eppure, negli anni 80, settori della società sembravano voler fare sì che l’omosessualità venisse accettata nella società. Glesne esplora i vari punti della loro agenda, quali ad esempio pubblicizzarla al massimo, ritrarre gli omosessuali come vittime di chi denuncia tale attività, dare una buona immagine dell’omosessuale e una brutta delle persone critiche.
“L’omosessualità è contraria alla volontà di Dio?”
Nella seconda parte, David Glesne offre una risposta teologica sul tema, esplorando prima le quattro principali correnti di pensiero che si trovano nella chiesa (capitolo 4). La prima, influenzata dalla filosofia greca, vede l’omosessualità come il peggiore dei peccati. La seconda accetta un cosiddetto male minore, cioè l’idea che è meglio sviluppare una relazione amorosa con una persona dello stesso sesso invece di moltiplicare i compagni di una sera. La terza afferma che la Bibbia non è rilevante per la questione dell’omosessualità. La quarta, quella difesa dall’autore, riconosce la Bibbia come rilevante per le questioni attuali, omosessualità compresa.
Glesne difende l’ultima posizione partendo dalla radice del problema (capitolo 5), cioè quello della divisione tra chi accetta e chi rifiuta l’autorità della Bibbia. Basandosi su uno studio del pastore luterano americano George Muedeking intitolato “La Scrittura di Cristo o il Cristo della Scrittura: uno o l’altro?” (Christ’s Scripture or Scripture’s Christ: Is it either or?), l’autore dimostra che il cristiano deve credere sia al messaggero, Gesù Cristo, sia al messaggio, la Bibbia. Tuttavia, l’accettazione dell’autorità della Bibbia deve essere basata su un’ermeneutica corretta, cioè un interpretazione fedele della Parola di Dio (capitolo 6). Questa nutrirà a sua volta un’etica, cioè un’applicazione odierna, fedele al pensiero di Dio. Nel dibattito sull’omosessualità, il cristiano deve iniziare dalle fondamenta: Dio è personale, Tre persone, Un Dio, e l’uomo fu creato a sua immagine. L’autore avverte tuttavia che lo sviluppo di un’ermeneutica ed etica fedele alla Parola di Dio non sarà privo di imboscate causate dai nostri occhiali culturali o dalle nostre esperienze di vita. Queste potranno causare difficoltà ad accettare la verità di Dio.
Dopo aver definito questi punti fondamentali, Glesne esplora ciò che la Bibbia dice sulla sessualità in generale (capitolo 7). Un errore frequente è quello di focalizzarsi sul divieto di Dio sull’omosessualità. L’autore inizia invece dal creato, in particolare dalla creazione dell’uomo e dalla definizione biblica del matrimonio (Genesi 1,27; 2,24). Dimostra inoltre che Gesù, al contrario di certe idee moderne, conferma questo insegnamento, ad esempio nel suo dialogo con i farisei (Matteo 19,6). Il matrimonio è una relazione esclusiva, riconosciuta pubblicamente, impegnata e permanente. Tuttavia, l’ideale del matrimonio biblico fu danneggiato dalla caduta di Adamo ed Eva (Genesi 3) e diventò quindi una relazione di asservimento invece di mutualità. I desideri sessuali del genere umano diventarono disordinati, a volte anche omosessuali. Le proibizioni di Dio nel campo della sessualità non sono quindi una mancanza d’amore nei confronti dell’uomo, ma mettono alla luce le difficoltà generate dal peccato in tutto il genere umano.
In questa età di accettazione generale dell’omosessualità, numerose presunte teologie cercano di far credere che Dio condona questo tipo di attività. L’autore affronta molte delle loro affermazioni (capitolo 8 e 9), considerando i passaggi biblici principali che trattano della sessualità, spiegando la teologia biblica, presentando le false teologie e mettendo in luce i loro errori.
“Quale deve essere l’atteggiamento della chiesa?”
David Glesne conclude il libro cercando di modellare l’atteggiamento dei cristiani e delle comunità cristiane in generale. Ci ricorda che il peccato inquinò ogni parte della nostra vita, sessualità compresa. Perciò il primo atteggiamento necessario è quello del ravvedimento. Ricorda inoltre che Dio considera l’omosessualità alla pari di altri peccati non sessuali, come l’orgoglio, la calunnia o l’autoindulgenza. Perciò, oltre al ravvedimento, il cristiano deve essere umile. Senza condonare l’omosessualità, il cristiano deve sviluppare atteggiamenti di amore, accoglimento e compassione, alla luce al fatto che Gesù amò Dio e il suo prossimo (il più grande dei comandamenti) mangiando e bevendo con persone di ogni tipo e guarendo i malati (capitolo 11). L’autore enfatizza poi che le comunità cristiane devono essere comunità di grazia e di verità (capitoli 12 e 13). La chiesa sarà una comunità di grazia mentre affronterà apertamente il tema dell’omosessualità, e sarà una comunità di verità mentre svilupperà un’apologetica solida sul tema, evitando di essere intimiditi dalla corrente dominante nella società.
I cristiani sono costantemente chiamati a camminare sia nella verità sia nell’amore. Enfatizzare l’uno a costo dell’altro è un’insidia frequente. Enfatizzare l’amore a costo della verità può portare all’accettazione dell’omosessualità, mentre enfatizzare il contrario può portare ad atteggiamenti duri verso gli omosessuali. David Glesne riesce ad evitare brillantemente queste insidie. Il libro Capire l’omosessualità: prospettive per la chiesa locale fornirà al cristiano informazioni necessarie per capire il tema dal punto di visto biblico e della ricerca, e darà inoltre una compassione più grande per chi è aggrovigliato in queste pratiche. Farà capire che i vari gruppi di pressione che cercano di legalizzare il matrimonio omosessuale ed imporre leggi anti-conversione, agiscono nella pretesa di difendere gli omosessuali, mentre non cercano effettivamente, consapevolmente o meno, il loro bene.
[1] La prima lettura delle statistiche mi ha lasciato, a dir poco, sconcertato. Avendo il privilegio di essere collega ed amico di David Glesne, gli ho chiesto di persona se non c’era per caso un refuso di scrittura. Mi ha confermato che i numeri, provenendo dall’Institute for Sex Research in America, sono effettivamente corretti.