Cosa c’entra Lutero con la famiglia contemporanea?

 
 

Può un sermone del 1522 sull’etica della famiglia e del matrimonio essere ancora attuale oggi? Sorprendentemente sì! Benché in 500 anni la società occidentale sia completamente cambiata specialmente in fatto di costumi riguardo alla sessualità, al matrimonio e alla procreazione e ai rapporti di genere, le parole di un sermone di Lutero, “La vita matrimoniale"(1522)[1] diventate poi un pamphlet, risuonano moderne e adatte al contesto in cui viviamo. Leggendo il sermone, si ha l’impressione che Lutero predicasse a una platea di persone che potrebbero essere le stesse che frequentano le nostre chiese oggi. Nonostante alcune differenze sociali, in fondo “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. 

La svalutazione del matrimonio, la reticenza alla genitorialità, la sessualità vissuta in modo deviato sono i temi già affrontati dal Riformatore tedesco mezzo millennio fa e che possono venire in soccorso ad un’Europa attanagliata dal problema della denatalità. Così almeno si legge in un recente articolo di Brad Littlejohn pubblicato su Ad Fontes (5/6/2024). 

Guardare alla denatalità attuale attraverso il sermone di Lutero è utile a spurgare la discussione da tutte quelle sovrastrutture contemporanee che fanno ricadere il problema su questioni economiche, di parità genere o strettamente legate alla cultura contemporanea e che impediscono di avere una lettura spiritualmente più profonda del fenomeno. 

Lutero, che predicava ai suoi contemporanei, si scagliava contro il culto del celibato che aveva dominato la cristianità tardo medioevale e che aveva, come risultato, portato a screditare il matrimonio, a considerare la sessualità peccaminosa e a ritenere la genitorialità un problema. Benché le forme contemporanee di celibato non somigliano a quelle pensate da Lutero e benché oggigiorno difficilmente per sfuggire al matrimonio si scelga di entrare in un ordine monastico, la questione rimane. La sessualità libera di oggi e gli escamotage religiosi di allora sono risposte simili alla stessa voglia di andare contro l’ordine creazionale e di ritenersi liberi dalle responsabilità regali a cui il Signore chiama le sue creature. 

Lutero, senza troppi peli sulla lingua e senza mezzi termini, esordisce dicendo che ogni creatura è imprescindibilmente creata maschio o femmina e che questa identità è pervasiva, non modificabile e totalizzante. Non lo fa per opporsi alle contemporanee idee sull’identità di genere, che alla sua epoca non erano ancora un tema, ma perché parte dal testo biblico. Sin da Genesi, la Scrittura precisa questa realtà, la sottolinea e la benedice. 

Data questa realtà creazionale, per Lutero è ovvio che l’uomo e la donna siano fatti per stare insieme, per sposarsi, vivere la loro sessualità e aprirsi alla genitorialità. Molto esplicitamente, il Riformatore fa riferimento al fatto che dove la Tradizione del cattolicesimo era intervenuta per frenare la sessualità e impedire i matrimoni portando la castità ad un ordine superiore, lì hanno cominciato ad abbondare perversioni, adulteri e modi malsani di vivere le relazioni uomo-donna. Non è difficile riportare la stessa dinamica ai nostri giorni. Il matrimonio, l’impegno reciproco e la genitorialità sono screditati, mentre la sessualità non solo è centrale nella società, ma viene vissuta senza alcun limite morale. Pur non conoscendo le contemporanee forme di libertà sessuale, Lutero parla già di fornicazione come un problema sociale che inaridisce l’anima, il corpo, l’onore e la famiglia. 

Nel suo realismo, Lutero affronta il tema del celibato, ne delinea i confini biblici e si rende conto dei casi in cui i matrimoni non possono sussistere, ma poi passa alla parte forse più interessante del sermone. 

Lutero si rivolge per lo più agli uomini. Come il più progressista dei contemporanei, parla di responsabilità matrimoniali e paterne sorprendenti per chi oggi vorrebbe ritenere patriarcale, oscuro e limitante ogni concezione cristiana del matrimonio specialmente del passato.

Lutero si rivolge ai giovani della sua epoca, alla ricerca del solo miglioramento economico e sociale nel matrimonio e a quelli che rimandavano il momento pur di non ritrovarsi a dover accudire la prole, la casa e la moglie con i più tediosi dei compiti. Invita ad affrontare il matrimonio con spirito cristiano, con fede nella provvidenza divina. Invita a non aspettare di essere ricchi o ad avere una posizione sociale per poter prendere moglie, ma a fidarsi del mandato divino e delle promesse del Signore per i suoi figli che cercano la sua volontà. La ragione naturale, distorta dal peccato, per Lutero porta a storcere il naso di fronte alle responsabilità coniugali e a ricercare libertà, indipendenza ma aggiunge:

Che cosa dice allora la fede cristiana? Apre gli occhi, guarda tutti questi doveri insignificanti, sgradevoli e disprezzati nello Spirito, e si rende conto che sono tutti ornati dall'approvazione divina come dall'oro e dai gioielli più costosi. Dice: “O Dio, poiché sono certo che mi hai creato come uomo e che dal mio corpo hai generato questo bambino, so anche con certezza che esso incontra il tuo perfetto piacere. Ti confesso che non sono degno di cullare il piccolo bambino o di lavare i suoi pannolini, né di essere incaricato della cura del bambino e di sua madre. Come mai io, senza alcun merito, sono arrivato a questa distinzione di essere certo di servire la tua creatura e la tua preziosissima volontà? Quanto volentieri lo farò, anche se i doveri dovessero essere ancora più insignificanti e disprezzati. Né il gelo né il caldo, né la fatica né il lavoro mi angustieranno o mi dissuaderanno, perché sono certo che così è gradito ai tuoi occhi” [...].

In conclusione, si evince che in ogni epoca il peccato distorce e confonde il senso del matrimonio. La famiglia, la sessualità e la genitorialità sono continuamente sotto attacco e la denatalità contemporanea non va affrontata come un fenomeno del tutto nuovo, completamente inaspettato frutto delle vicende culturali degli ultimi tempi. La denatalità contemporanea, che deriva dalla mancanza o dal forte ritardo dei matrimoni, dalla possibilità di vivere la sessualità slegata dalla procreazione o da qualsiasi impegno pattizio, e dalle nuove ideologie rispetto al vissuto di genere, è frutto della distorsione dell’ordine creazionale che da sempre, con varie forme, ha caratterizzato le società. 

Leggere Lutero in questo senso ci insegna che il cristianesimo biblico affronta queste problematiche. La chiesa, con i suoi teologi e pastori, ha già affrontato questioni di etica della famiglia e che la voce dell’evangelo è in grado di portare un lievito di riforma sociale ad un continente sterile. 


[1]In Lutero. Opere scelte 16: da monaco a marito, a cura di P. Ricca, Torino, Claudiana 2017, pp. 75-144. Una versione in lingua inglese online è disponibile qui