E’ possibile un dialogo tra cattolici ed evangelici senza inciuci ecumenici?
Nelle relazioni tra persone e istituzioni appartenenti a famiglie religiose diverse, il confronto libero, franco e sincero è la modalità più vicina e amichevole, oltre ad essere quella che favorisce la comunicazione. Questo è stato lo spirito che ha motivato e accompagnato l’incontro avvenuto il 17 ottobre a Ferrara, nella splendida cornice di Casa Cini.
In prima serata, a partire dalle ore 18.00, Piero Stefani in veste di moderatore, partendo dalla presentazione del libro Stesse parole, mondi diversi. I cattolici e gli evangelici credono allo stesso Vangelo, Caltanissetta, Alfa e Omega 2021 (ristampa: 2022), ha presentato i prof. Leonardo De Chirico, autore del libro e docente di teologia storica all’Ifed di Padova, e Don Paolo Galeazzi, teologo dell’Ufficio Liturgico Diocesano di Ferrara. Stefani ha giustamente detto che il dialogo è favorito dall’autopresentazione delle comunità di appartenenza e, pur rimanendo nell’ambito del rispetto, deve accettare la “fatica” della diversità altrui, senza cercarla di diluire a proprio piacimento.
In seguito, i relatori si sono confrontati sul significato di quelle parole usate comunemente dai cattolici e dagli evangelici che, pur avendo lo stesso suono, non si equivalgono quanto al contenuto, e che spesso hanno generato ingannevoli sentimenti di condivisione fraterna sui contenuti della fede cristiana. La conversazione si è soffermata sulla comprensione che cattolici ed evangelici hanno della Bibbia. Don Galeazzi, riassumendo la dottrina cattolica, ha sostenuto che la Bibbia è preceduta dalla chiesa ed è interpretata da una comunità istituzionalmente costituita. Per questo non può mai avere l’ultima parola. De Chirico ha invece riportato la dottrina evangelica secondo cui la Bibbia è la Parola ispirata da Dio e autorità suprema in materia di fede e di vita. La chiesa è al servizio della Bibbia e sottomessa ad essa. Come si evince, la parola “Bibbia” è la stessa, ma vi sono due mondi molto diversi di leggerla, riceverla e rispondervi.
Invece di appiattirsi su modalità superficialmente inclusive che sorvolano sulle diversità identitarie, in questo incontro si è preferito approfondire la conoscenza delle reciproche convinzioni sui temi distintivi delle realtà religiose del cattolicesimo romano e dell’evangelicalismo, con la convinzione che il confronto franco e schietto sia più profittevole ai fini della comprensione reciproca e dell’amicizia. Il movimento ecumenico sembra invece interessato a coltivare l’illusione che l’unità sia già data e che le differenze siano solo accenti diversi. In realtà, sui fondamenti dell’evangelo, tra evangelici e cattolici la differenza è sostanziale.
Don Paolo Galeazzi ha colto dalla lettura del libro alcune sollecitazioni stimolanti per la spiritualità cattolica, ribadendo comunque l’importanza della Tradizione e del suo magistero nella promozione del messaggio evangelico. Leonardo De Chirico ha evidenziato come la storia della Chiesa Romana e le scelte successive dei vari Concili in materia di dottrina abbiano allontanato significativamente il sistema cattolico romano dalla purezza evangelica e dal dettato della Scrittura, ritenuta fin dagli inizi della Chiesa la suprema autorità.
Alcune domande sono infine state rivolte ai relatori dal pubblico intervenuto all’iniziativa. Simili iniziative mostrano come le chiese evangeliche vogliano dialogare con tutti, ma senza inciuci ecumenici. L’auspicio è che tali occasioni possano moltiplicarsi e suscitare sempre maggior interesse e apprezzamento da parte di tutti quelli che hanno a cuore la buona notizia del Vangelo per la salvezza del mondo. Un libro come Stesse parole, mondi diversi è un esercizio di parresìa evangelica al servizio del dialogo.