“Evangelici italiani sul cattolicesimo contemporaneo”, tre riflessioni dieci anni dopo

 
 

Sono passati esattamente dieci anni da quando, il 19 luglio 2014 ad Aversa (CE), è accaduto un fatto insolito per la storia della testimonianza evangelica in Italia che forse, in futuro, sarà considerato a suo modo “storico”. I rappresentanti delle principali chiese e degli organismi rappresentativi evangelici si ritrovarono ad una tavola rotonda sul tema “Il cattolicesimo contemporaneo: una prospettiva evangelica”. A seguito della tavola rotonda fu diramato un documento congiunto e sottoscritto da Alleanza Evangelica Italiana, Federazione delle Chiese Pentecostali, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Apostolica in Italia e Congregazioni Cristiane Pentecostali.

Tre brevi considerazioni facendo memoria di quell’evento e proiettandone il significato sul presente. 

Primo. Non risulta che, prima di allora, un documento abbia ricevuto un così ampio consenso da parte della grande maggioranza degli enti rappresentativi del mondo evangelico italiano. Già questo dato è significativo. Spesso si ha dell’evangelismo italiano l’immagine di una realtà frammentata se non proprio divisa. Non si può negare che sia così, ma non sempre è stato così e non per definizione. Il 19 luglio 2014 fu un episodio in cui il mondo evangelico italiano parlò con una stessa voce. Il dialogo tra le varie famiglie evangeliche, mai interrotto e sempre in corso, trovò un’occasione di esprimersi anche in un documento congiunto. Se vogliono, gli evangelici sono in grando di manifestare la loro unità che già esiste, ma non sempre trova forme pubbliche.

Secondo. La convergenza espressa nel documento del 2014 fu basata sul vangelo biblico. Non si trattò di una posizione pragmatica contingente o di interesse ecclesiastico provinciale, ma di un comunicato ispirato primariamente dalla volontà di attestare la propria fedeltà al vangelo e l’impegno verso la testimonianza nel nostro Paese. Se si tiene l’evangelo al centro, prima o poi ci saranno occasioni come quella del 2014 di trovare forme e modalità di esprimere la dedizione delle famiglie evangeliche alla buona notizia di Gesù Cristo.

Terzo. Perché proprio dieci anni fa? Una delle ragioni prossime fu che il 28 luglio successivo, pochi giorni dopo la tavola rotonda evangelica ed il documento sottoscritto, papa Francesco visitò a Caserta il pastore Giovanni Traettino, rendendo ancora più visibile quell’ecumenismo che stava diventando attraente anche in alcuni ambienti evangelici. Prima che l’opinione pubblica fosse esposta alla notizia che “gli evangelici accolgono il papa come un fratello e sono diventati ecumenici”, la maggioranza degli evangelici volle trovare l’occasione per ribadire quello che è stata la posizione evangelica storica: sì alla fedeltà all’evangelo biblico “senza cedere ad ansie unioniste contrarie alla Scrittura, ma anzi rinnovando l’impegno a portare l’Evangelo di Gesù Cristo in tutto il mondo”.

Il testo di “Evangelici italiani sul cattolicesimo contemporaneo” può essere trovato qui. Eccolo riprodotto: 

A seguito della tavola rotonda promossa da Alleanza Evangelica Italiana, Federazione delle Chiese Pentecostali, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Apostolica in Italia e Congregazioni Cristiane Pentecostali, e svoltasi il 19 Luglio 2014 ad Aversa presso la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, sul tema “Il cattolicesimo contemporaneo: una prospettiva evangelica”, le organizzazioni sopra citate, a seguito di aperture ecumeniche da parte di ambienti evangelici e pentecostali internazionali e nazionali nei confronti della Chiesa cattolica romana e del suo attuale Pontefice, senza esprimere un giudizio sulla fede dei singoli fedeli, ritengono incompatibile con l’insegnamento della Scrittura una chiesa che si sente mediatrice di salvezza e che presenta altre figure come mediatrici di grazia, dal momento che la grazia di Dio viene a noi soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù senza le opere (Efesini 2:8) e senza l’intervento di altri mediatori (1 Timoteo 2:5).

Inoltre ritengono incompatibile con l’insegnamento della Scrittura una chiesa che si è assunta la responsabilità di aggiungere dogmi (come quelli mariani) alla fede una volta e per sempre trasmessa ai santi (Giuda 3; Apocalisse 22:18).

Infine ritengono incompatibile con l’insegnamento della Scrittura una chiesa che ha il suo cuore in uno stato politico, retaggio di una chiesa “imperiale” da cui ha assunto titoli e prerogative. Le chiese cristiane devono infatti guardarsi dall’imitare i “principi delle nazioni” e seguire l’esempio di Gesù che è venuto per servire e non per essere servito (Marco 10:42-45).

Pertanto ritengono che le apparenti somiglianze con la fede e la spiritualità evangelica di settori del cattolicesimo non sono di per sé motivi di speranza di un vero cambiamento.

Considerato che permangono tuttora differenze teologiche ed etiche inconciliabili ed assolutamente divergenti non ritengono di poter dare inizio e corso a qualsiasi iniziativa o apertura ecumenica nei confronti della Chiesa Cattolica Romana invitando tutti gli evangelici a livello nazionale ed internazionale ad esercitare un sano discernimento biblico (1 Giovanni 4:1) senza cedere ad ansie unioniste contrarie alla Scrittura, ma anzi rinnovando l’impegno a portare l’Evangelo di Gesù Cristo in tutto il mondo (Matteo 28:18-20).