In carne e ossa (I). Cosa significa che siamo corpi?

 
 

Abbiamo un corpo o siamo il nostro corpo? Il corpo è un dato ricevuto o un materiale da plasmare? Che relazione c’è tra il corpo e la nostra identità personale? Queste e altre domande fanno da sfondo al nuovo libro di Gregg Allison, Embodied. Living as Whole People in a Fractured World, Grand Rapids, Baker 2021. Allison è professore di teologia sistematica al Southern Baptist Theological Seminary di Louisville (USA) e molto coinvolto in Italia con la Reformanda Initiative

In Embodied, Allison riflette sul significato dell’essere corpo e sulla realizzazione di essere un corpo o di possederlo. La persona incorporata è impegnata in attività corporali: osservare, comprendere, mantenere, posizionarsi, ecc. Per alcuni, l’essere corpo potrebbe essere ovvio, ma non tutto lo è. Non tutto ciò che vive è incarnato: gli angeli sono degli esseri viventi, ma non sono incarnati. Così come le particelle che formano la vita stessa. 

Analizzando la questione, l’A. spiega che è proprio la teologia della corporalità (embodiment) a provvedere quell’adeguato fondamento teologico sul quale si può costruire una teologia del corpo. La teologia della corporalità s’interseca con altre dottrine cristiane e le rende più comprensibili nel loro insieme. Ad esempio, in relazione alla dottrina dell’umanità, essa indirizza la comprensione della natura umana stessa. Oltre a questo, getta luce su numerose questioni sociali e morali della contemporaneità come i disturbi dell’alimentazione, il fenomeno transgender, l’omosessualità, l’eterosessualità, la personalità umana e la disforia di gender. Inoltre, la teologia della corporalità offre un punto di vista affidabile per valutare gli effetti devastanti dello gnosticismo/neo-gnosticismo nella società e nella chiesa cristiana evangelica contemporanea.

Nel primo capitolo, l’A. definisce i problemi legati al corpo. Senza focalizzarsi sui dolori e/o le malattie, naturali conseguenze dell’avanzamento dell’età, Allison analizza i turbamenti legati al proprio corpo in relazione alle aspettative culturali che definiscono l’apparenza fisica. Ognuno viene definito in uno schema fisico che deve necessariamente incarnare per poter essere apprezzato e valorizzato nella società. È la società stessa ad indicare le caratteristiche desiderabili del corpo ma, molto spesso, questi si discostano enormemente dalla realtà. Questo scollegamento conduce la persona alla ricerca disperata, seppur a volte silente, di uno standard del corpo che la società esige. 

La ricerca della dieta perfetta, del fisico longilineo, del peso accettabile, di un viso luminoso, giovanile e senza imperfezioni … queste ed altre sono delle vere e proprie forme di abuso corporale. Oggi sono molte le persone che soffrono del problema della propria immagine esteriore. Con l’espressione “immagine corporale/esteriore”, Allison intende la percezione mentale della propria immagine fisica. Se l’immagine esteriore viene distorta, il corpo viene maltrattato. Questo argomento va in contrapposizione con l’essere un corpo, cioè l’unione di spirito e corpo. 

La corporalità viene totalmente svalorizzata dallo gnosticismo, vecchio e nuovo, il quale esalta ogni tipo di realtà spirituale/immateriale al di sopra di quella concreta e corporale. L’A. afferma che lo neo-gnosticismo influenza anche la chiesa evangelica di oggi in diverse forme: la porta a disprezzare il corpo considerandolo “accettabile”, ma non così importante quanto l’anima. In questo modo, la persona è orientata a focalizzarsi sulla crescita spirituale ritenendo il fisico esclusivamente come uno strumento che avvolge l’anima. Tutto ciò si manifesta con l’indifferenza nei confronti dell’alimentazione e del movimento fisico, nel disprezzo per il riposo e con un’apatia generale per l’esistenza incarnata. 

La creazione di Dio per i portatori della Sua immagine contraddice l’idea che il corpo umano sia peccaminoso in sé e per sé. Non soltanto Dio continua a creare esseri umani, ma li crea ognuno personalmente. Egli è intimamente coinvolto in ogni aspetto. Tutte le componenti della persona umana non possono essere sganciate tra anima e corpo, ma dipendono l’una dall’altra. L’essere corpo è lo stato proprio dell’esistenza umana.

“Qual è lo scopo dell’esistenza umana, quindi del suo essere incarnata/incorporata?” L’A. risponde con due termini: la procreazione e il dominio. Entrambe conducono alla prosperità umana: la prima nel riempire la terra, continuare la vita; la seconda nel creare società umane, nel quale inserire le molte vocazioni lavorative per fornire risultati concreti per il progresso della vita umana.

Per riflettere: sei grato a Dio per averti creato quale essere umano incarnato? In che modo puoi abbracciare la bontà della natura fisica e allontanarti da attitudini sbagliate nei confronti del tuo corpo?

(continua)