Miriam Carpentieri
Miriam Carpentieri
Nata e cresciuta a Tivoli, ha studiato all’Università La Sapienza di Roma Terapia Occupazionale. Ha conseguito successivamente il master in coordinamento delle professioni sanitarie. Ha svolto volontariato nel progetto di rugby in carrozzina con una squadra di Roma, diventando classificatrice nazionale. È diplomanda in teologia presso l’IFED di Padova. Attualmente vive a Roma insieme a suo marito e due figlie.
Sebbene ognuno di noi affronti il dolore con delle sfaccettature diverse, quando questo colpisce i nostri figli il senso di tradimento diventa piuttosto tangibile nei nostri pensieri. Ma perché il dolore? Cosa ci dice la sofferenza di chi amiamo?
Dopo la morte, ovvero la temporanea separazione dal nostro corpo, viviamo in una condizione anormale di disincarnazione.
I cristiani dovrebbero vedere la propria morte con la certezza della fede e non con la paura.
In genere, due sono le domande più significative: qual è lo scopo della mia vita? Perché c'è tanta sofferenza e tanto male nel mondo? Si può affrontare la questione con tre considerazioni.
Il progetto di Dio per il suo popolo, riunito per adorarlo, è che noi, in quanto esseri umani in carne e ossa, esprimiamo corporalmente ciò che sta accadendo nel nostro cuore e nella nostra mente.
Il progetto di Dio per il suo popolo, riunito per adorarlo, è che noi, in quanto esseri umani in carne e ossa, esprimiamo corporalmente ciò che sta accadendo nel nostro cuore e nella nostra mente.
La disciplina corporea è ristretta alla nostra vita terrena, ma in questo periodo limitato ha un certo valore. Inoltre, un corpo disciplinato non è riservato agli atleti. Al contrario, è per tutti i cristiani. L'obiettivo della disciplina dell’esercizio fisico regolare per il portatore dell’immagine rinnovata di Dio dovrebbe essere il buon funzionamento del corpo.
Rompere il vecchio schema significa anche combattere l'idolo maniacale del lavoro. Se il Signore è il nostro Dio e ha creato il mondo con il riposo come ordinanza della creazione, allora lo onoriamo sviluppando e stabilendo nelle nostre settimane un modello di riposo. Riposando regolarmente, comunichiamo a noi stessi, agli altri e a Dio il nostro riconoscimento che il suo regno verrà e che la sua volontà sarà sicuramente fatta, anche quando non siamo occupati 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
La fede cristiana ha sempre riconosciuto l'importanza di comprendere l'umanità di Dio Figlio incarnato per comprendere la nostra umanità. Alcuni studiosi contemporanei si spingono a sostenere che “la cristologia sia assolutamente centrale per ogni adeguata conoscenza della persona umana”.
Secondo la Scrittura il quadro generale per la sessualità umana include i seguenti elementi: in quanto progetto di Dio, l'attività sessuale deve essere tra un marito e una moglie che hanno stretto un patto insieme per essere in una relazione monogama e indissolubile.
La socialità è la condizione umana universale di essere desiderosi di intraprendere, di esprimere e di essere coinvolti in relazioni umane. Desideriamo legare con altre persone, alcune delle quali diventano le nostre migliori amiche. Non è sensualità, seduzione o erotismo. Piuttosto, è la condizione umana universale di essere orientata verso gli altri.
Dio è Colui che ha designato e determinato una particolare etnia/razza, famiglia/parentela, temporalità, spazialità, contesto, e storia per i portatori della Sua immagine. Dio stesso è un Dio particolare che determina per ognuno una particolarità.
Abbiamo un corpo o siamo il nostro corpo? Il corpo è un dato ricevuto o un materiale da plasmare? Che relazione c’è tra il corpo e la nostra identità personale? Queste e altre domande fanno da sfondo al nuovo libro di Gregg Allison, Embodied. Living as Whole People in a Fractured World, Grand Rapids, Baker 2021.