La missione sinodale avanza, ma del peccato non c’è traccia

 
 

Il 9 giugno è stato reso noto l’Instrumentum laboris, sintesi del lavoro di un centinaio di conferenze episcopali in risposta all’assemblea sinodale sulla sinodalità del 2023. il documento tratta di come essere una Chiesa sinodale missionaria. La missione, quindi, è al centro del documento e ne modella lo scopo. I contenuti del documento meritano un'attenzione a sé stante, ma ora vogliamo richiamare l'attenzione su una domanda posta da una giornalista durante la conferenza stampa di presentazione. La domanda è al minuto 1'11" ed è stata posta da Cristina Caricato di TV 2000. Caricato ha chiesto perché la parola "peccato" non compare in tutto l'Instrumentum laboris. “È stata un'omissione intenzionale o è solo un caso che non compaia?”

Questa è una domanda eccellente. Se l'obiettivo del documento è discutere di essere una Chiesa sinodale missionaria, allora ci si aspetterebbe di trovare la parola "peccato" presente in tutto il documento. Questo ovviamente perché il messaggio evangelico non ha alcun senso se non contempla il peccato. Il Vangelo è una buona notizia perché è una risposta alla devastazione e alla morte causate dal peccato. La venuta di Gesù Cristo e la sua morte sulla croce sono inutili se manca il peccato. Proprio come è impossibile produrre una pagnotta senza farina, non è possibile arrivare al Vangelo senza il peccato. Si può fare qualcosa senza il peccato, ma non è il Vangelo biblico. Quindi, se la Chiesa sinodale intende essere missionaria, sembrerebbe che il peccato non solo debba essere presente, ma debba essere preminente. Eppure, la parola non compare nemmeno una volta. Caricato ha fatto bene a sottolinearlo. Il peccato è la chiave della missionarietà. 

La totale assenza del peccato dall'Instrumentum laboris la dice lunga sull'attuale comprensione della sinodalità e della missione da parte della Chiesa cattolica romana. Qualsiasi tentativo di giustificare la sua assenza è rumore bianco. Dal punto di vista biblico, non c'è alcuna ragione giustificabile per scrivere ampiamente sull'essere missionari e non menzionare nemmeno una volta il peccato. Ciò dimostra con chiarezza che la missione della Chiesa sinodale è lontana dalla missione evangelica biblicamente intesa. L'intera Bibbia è una risposta al peccato, che culmina nella vita, nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo. La missione sinodale, invece, si lascia alle spalle il peccato, pur dichiarando che lo Spirito Santo è la sua guida principale. Ma lo Spirito Santo non convince di peccato (Giovanni 16,8)? 

Tre brevi risposte sono state offerte a Caricato. La prima è stata quella del cardinale Hollerich, che ha riconosciuto che siamo tutti peccatori. Ha anche osservato che non è loro compito discutere quali parole debbano essere usate e quali no, il che ovviamente è interessante visto che il documento è pieno di parole, ognuna scelta per un motivo. Molto si può dedurre dalle parole che vengono scelte e da quelle che vengono omesse, soprattutto in un documento importante come l'Instrumentum laboris.

La seconda risposta è arrivata da monsignor Riccardo Battocchio, segretario speciale dell'Assemblea dei vescovi e figura chiave della Chiesa sinodale. Battocchio ha notato che mentre la parola "peccato" non compare, la parola "salvezza" sì. L'ovvia osservazione al commento di Battocchio è che la salvezza non ha senso se non c'è il peccato. Se il peccato è assente, di che tipo di salvezza stiamo parlando? Salvezza da cosa? Vale anche la pena notare che Battocchio ha informato Caricato che l'Instrumentum laboris non è un trattato teologico, ma una guida su come essere la Chiesa sinodale. Ma se la missione è al centro del documento, come fa a non essere anche un'opera teologica? La missione è per sua natura teologica. Dire che non è un'opera teologica pur parlando di missione la dice lunga sulla sinodalità. L'ultima risposta, che è stata anche la più breve, è venuta dal cardinale Grech che si è detto d'accordo con i suoi colleghi e ha aggiunto che tra i suoi colleghi si sta discutendo di organizzare un ritiro penitenziale, necessario visto che siamo tutti peccatori.

Per ribadire un punto già evidenziato in precedenza, queste risposte sembrano essere rumore bianco. Significano poco. La completa assenza del peccato dall'Instrumentum laboris, invece, parla chiaro. Rivela in modo convincente che la Chiesa sinodale missionaria non è molto interessata al peccato. Se non è interessata al peccato, quale missione sta perseguendo? La sinodalità e la sua missione vanno avanti, ma del peccato non c’è traccia, e così del Vangelo biblico.