McChurch. L’evangelo non è un hamburger

 
 

Visto che McDonald fa profitti ed è diventata dominante nel mercato del fast-food, perché la chiesa non può imparare dai criteri aziendali di McDonald e diventare invitante per clienti da catturare e fidelizzare? Benvenuti nel mondo di McChurch, un fenomeno che, iniziato negli Stati Uniti, si è diffuso in tutto il mondo portando alla McDonaldizzazione della chiesa. 


A parlare della McChurch è stato Andrea Botturi, della redazione di Adi Media. Il suo libro McChurch (2023) è stato presentato il 7 dicembre nell’ambito di “Libri per Roma” dell’Istituto di Cultura e Documentazione Evangelica di Roma.


Da dove nasce McChurch? E’ una risposta al desiderio di vedere aumentati i numeri delle chiese (numeri di convertiti, numeri di persone che frequentano, numero di attività promosse, somme di denaro raccolte, ecc.). Per raggiungere la crescita numerica, pratiche aziendalistiche mutuate dal modello McDonald sono state prese come ispiratrici della vita della chiesa, plasmandone la struttura, l’organizzazione, la strategia, la visione.  


Un momento importante che da fa sfondo al fenomeno delle McChurch è il “Church Growth Movement” di Donald McGavran agli inizi degli anni ’60. Missionario in India e poi negli Stati Uniti, nonostante l’enorme sforzo umano e finanziario delle agenzie missionarie, McGavran vedeva poche persone convertirsi. Il problema era il tipo di strategia missionale messa in atto: paternalista e colonialista che creava seri contrasti con l’autonomia culturale e la struttura sociale della popolazione locale. Così cominciò a porsi domande del tipo: “Quali sono le cause della crescita della chiesa? Quali sono gli ostacoli alla crescita della chiesa? Quali sono i fattori che guidano i movimenti cristiani? Quali principi di crescita della chiesa sono riproducibili?”


A queste domande McGavran risponde con i principi che caratterizzano le realtà aziendali come McDonald's (e delineati dal lavoro del sociologo George Ritzer): così criteri economicisti come calcolabilità, efficienza, prevedibilità e controllo sono entrati nella vita di alcune chiese diventate poi mega-chiese. Da un desiderio apprezzabile nel vedere la chiesa crescere, si è passati ad avere delle vere e proprie chiese-aziende, o per dirla in termini di Botturi, chiese McDonaldizzate, o McChurch. 


Le McChurch vogliono essere luoghi “efficienti” in termini di spazi e di adorazione/culto, all’interno delle quali ognuno può trovare ogni tipo di servizio ed esperienza spirituale adatta a sé. Il pastore è più visto come un amministratore delegato (CEO), o comunque una celebrità che gestisce le finanze, le attività, il personale, i culti.  Le chiese McDonaldizzate sono diventate sempre più prevedibili, così da dare un maggiore senso di familiarità ai membri e ai nuovi visitatori. Tutto, in altre parole, è standardizzato. Ciò permette una calcolabilità in termini di membri, persone presenti, quante persone vengono raggiunte dalle iniziative.  


La chiesa diventa un “non luogo”, paragonabile ad un grande centro commerciale spirituale. Nelle loro estensioni o campus, le McChurch sono tutte uguali, come se fossero una catena di supermercati o di fast-food o Ikea. 


Nel breve periodo, le McChurch hanno avuto un certo “successo”, ma nel medio termine sono diventate inefficienti perché, di fatto, non c’è stata una crescita qualitativa delle persone che frequentano. Inoltre, tutte le rilevazioni statistiche degli ultimi anni dicono che il numero di frequentanti negli USA sta diminuendo. In più, scandali finanziari e abusi sessuali hanno minato la credibilità di pastori “celebrità” e delle loro McChurch. Il fenomeno oggi è in declino, ma la cultura e l’attrazione della McDonaldizzazione della chiesa rimane.


Quanto essa sia attraente e seguita anche nelle chiese evangeliche italiane rimane una questione aperta. Le domande da farsi sono: quali sono i criteri che modellano la vita delle chiese evangeliche in Italia? Quali sono le strategie introdotte nell’evangelizzazione? Quali sono i modelli di governance? Forse non sono McDonaldizzate, ma siamo sicuri che non siano riempite di modelli disfunzionali (familismo, assemblearismo, organizzazione militare, ecc.) che poco hanno a che vedere con l’ecclesiologia biblica? 


Il punto è che se le nostre chiese non hanno assimilato un’ecclesiologia sana, saranno influenzate da modelli culturali dominanti intorno a loro. Negli USA, questi sono stati forniti dalle aziende di successo dentro un quadro capitalista: ergo, la McDonaldizzazione della chiesa. Da noi, la tentazione è semmai di replicare vissuti segnati da patologie sociali varie. La sfida per tutti è di imparare ad essere chiesa secondo l’evangelo nell’adorazione, nella missione, nell’evangelizzazione, nella predicazione, nell’organizzazione, nella testimonianza pubblica. L’evangelo non è un hamburger e quindi la McDonaldizzazione della chiesa non è una pista da seguire. Bisogna tornare alla Scrittura per edificare chiese che siano all’altezza della loro vocazione evangelica.



Prossimo appuntamento di “Libri per Roma” 
Sabato 8 febbraio 2025: presentazione del libro di Charles H. Spurgeon, Seguire Cristo. Perdere la propria vita per amore di Gesù, Roma, ADI-Media 2024. Ne parla Eliseo Fragnito, pastore delle Assemblee di Dio in Italia, Latina. Introduce Nazario Manduzio, Chiesa evangelica Breccia di Roma. ICED, via di Sant’Eufemia 9, Roma, ore 18.30.