Vocabolario kuyperiano (III): le antitesi
Rispetto a Dio la neutralità umana non esiste. O si è dentro e sotto un’alleanza rotta (quindi soggetta al giusto giudizio di Dio) o si è parte di un’alleanza ristabilita da Gesù Cristo (quindi riconciliata da Lui). Kuyper chiama “antitesi” questo scontro tra parti in conflitto.
In occasione del centenario di Abraham Kuyper (1837-1920) abbiamo già avuto la possibilità di familiarizzarci con quelli che sono i pilastri del suo pensiero sociale ispirato alla visione cristiana del mondo: la dottrina della sovranità delle sfere e della grazia comune. La prima disegna un’architettura istituzionale della vita creata in cui ad ogni sfera è dato uno spazio di responsabilità diretta. La seconda (da distinguere dalla “grazia particolare” con cui Dio salva i credenti in Gesù Cristo) ci ricorda che Dio è all’opera nel contenere il peccato e nel promuovere la vita creata.
Un altro perno del pensiero kuyperiano è costituito dalla dottrina delle “antitesi”. Insieme alle altre già richiamate, essa ha guidato la sua opera di politico, accademico, giornalista e teologo nell’Olanda tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Cosa intende Kuyper per “antitesi”? Per iniziare a capirlo, bisogna fare riferimento all’opera dello Spirito Santo nei cuori delle persone. Se pensiamo che la fede cristiana è fondata sull’opera efficace dello Spirito Santo che chiama a ravvedimento dai propri peccati, quindi rigenera i cuori dei credenti in Gesù Cristo, questa porterà al cambiamento e alla trasformazione della coscienza dei credenti. Lo Spirito dunque differenzia l’umanità in una umanità rigenerata e in una umanità non rigenerata. La prima beneficia dell’opera dello Spirito Santo e gode della riconciliazione con Dio, la seconda no e rimane dentro un’alleanza rotta. Su questi due tipi di coscienza (rigenerata e non rigenerata) si sviluppano due tipi di visione del mondo, due tipi di fede, due sistemi di vita che sono tra di loro in antitesi, in contrasto, in netta opposizione.
La coscienza rigenerata dallo Spirito Santo si affida alla Parola di Dio e considera la vita intera come un buon dono di Dio, corrotto dal peccato e redento dal Signore Gesù. La coscienza non rigenerata si affida a parole di tradizioni umane e sviluppa concezioni e pratiche della vita in cui Dio è assente o dove sono gli idoli (religiosi o secolari) ad essere i punti di riferimento ultimi.
Le “antitesi” sono presenti ed operanti in ogni campo della vita: nelle scelte del cuore e nelle pratiche sociali. Siccome tutta la vita può essere vissuta o con Dio o contro Dio, le antitesi attraversano il modo di vivere, di fare scienza, di educare, di giocare, di lavorare, ecc. Esiste un modo di vivere “in accordo” con Dio e sottomesso alla sua volontà e un altro modo di vivere “in disaccordo” con Dio e contrario alla sua volontà. Da ciò Kuyper fa discendere l’esistenza di una “antitesi” di fondo perché questi modi di vivere sono fondati su presupposti contrari e hanno obbiettivi divergenti.
Per Kuyper i principali sistemi di vita in “antitesi” con il cristianesimo biblico del suo tempo sono il modernismo, il cattolicesimo romano e l’islam. Il modernismo è in antitesi al cristianesimo perché si basa sull’ideologia anti-cristiana della Rivoluzione francese e vuole eliminare Dio dalla vita. Il cattolicesimo è in antitesi perché il suo impegno per Dio è viziato da impegni contrari al Dio biblico che lo rendono una forma compromessa di cristianesimo. L’islam è in antitesi al cristianesimo perché eleva una divinità pagana a principio assoluto e organizza tutta la vita intorno ad un idolo.
Per Kuyper tutte queste visioni del mondo sono portatrici di un sistema di vita che sfocia nell’educazione, nella politica, nell’economia, nella famiglia, nella società in antitesi con quello cristiano.
Ciò significa ritirarsi dalla società e sognare un sistema teocratico? Al contrario! Kuyper è un assertore di una visione plurale della società dove i sistemi di vita in antitesi tra loro hanno la libertà di sviluppare le loro istituzioni religiose, educative, sanitarie, sindacali, ecc. trovando forme di dialogo e collaborazione che non ne comprometta gli impegni di fondo.
Nel pensiero di Kuyper le antitesi devono essere bilanciate con la grazia comune. L’opposizione ideologica non si traduce in incapacità di relazione, ma nella consapevolezza della irriducibilità delle differenze. Per Kuyper l’idea di “antitesi” non è un ostacolo al dialogo, ma è il punto di partenza per vivere la propria fede con coraggio e slancio, nella consapevolezza che l’opera dello Spirito Santo crea due umanità all’interno dello società. Kuyper dimostra che il cristianesimo evangelico può confrontarsi con il modernismo radicato nell’ideologia illuminista, con il cattolicesimo romano con la sua commistione di fede e paganesimo e con l’islam con la sua dedizione ad un idolo, portando avanti la rivendicazione che Dio è Signore su tutta la realtà.
Nella nostra società plurale, la testimonianza evangelica deve riscoprire la propria diversità in “antitesi” rispetto a tutte le altre visioni del mondo e la possibilità di confrontarsi costruttivamente con tutti in base alla grazia comune.