Vocabolario kuyperiano V: politica

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Nella sua opera di teologo, giornalista, accademico e politico olandese, Abraham Kuyper (1837-1920) ha sviluppato, tra le altre, la dottrina della sovranità delle sfere e della grazia comune, le quali permettono di comprendere il calvinismo (e per estensione il cristianesimo) come sistema di vita in grado di orientare la società, in diretta antitesi ad altre visioni del mondo, come il modernismo, il cattolicesimo e l’Islam. 

In questo articolo ci soffermeremo sul capitolo in cui Kuyper tratta il tema della politica. Nelle sue Lezioni sul calvinismo, tenute all’Università di Princeton (USA) nel 1898, Kuyper afferma che la sovranità di Dio è “una sovranità primordiale che si irradia nell’umanità in una triplice e consequenziale supremazia: la sovranità nello Stato; la sovranità nella società; e la sovranità nella chiesa” (pp. 91-92). Per Kuyper, se non fosse stato per il peccato, non sarebbe esistito nessuno Stato, in quanto tutto il creato sarebbe stato governato da Dio. A causa dell’entrata nel mondo del peccato, Dio ha istituito i magistrati, e quindi lo Stato, per regolare, limitare e circoscrivere gli effetti di un’umanità corrotta. Perciò, il ruolo principale dello Stato è quello dell’amministrazione della giustizia. Siccome la società umana è un luogo di atrocità, intolleranze, sfruttamento, persecuzione, è necessario che l’ordine di Dio venga ristabilito attraverso forze coercitive esterne, cioè lo Stato, per consentire la salvaguardia della società stessa. Lo Stato è uno strumento della grazia comune, che ha poteri circoscritti e definiti, volti a mantenere l’ordine stabilito da Dio.

Dobbiamo tener presente però che anche lo Stato è composto da uomini e donne corrotte dal peccato, quindi è necessario che non vengano concessi i “pieni poteri”, come è stato auspicato nel corso della storia del nostro Paese, recente e passata, ma piuttosto che ogni scelta dello Stato venga messa al vaglio della libertà personale affinchè non si ledano i principi religiosi, politici, educativi di ogni individuo. Allo stesso tempo però è importante che uomini e donne abbiano un atteggiamento di riconoscenza verso lo Stato perché permette l’ordine e la salvaguardia della società.

Secondo Kuyper, il calvinismo afferma in modo chiaro che la sovranità proviene da Dio soltanto ed è l’unica fonte di autorità che regola la vita della società. È da Dio e non dall’uomo che viene ogni autorità, come è scritto “Per mio mezzo regnano i re,e i prìncipi decretano ciò che è giusto” (Proverbi 8,15) e pertanto ogni Stato, Nazione, Governo umano e organizzato ha la responsabilità ultima davanti a Dio. 

Nessuna persona ha il diritto di dominare su altre persone e nessun gruppo ha il potere di appropriarsi del diritto di dominio sulla società anche alla luce di un “contratto sociale” sottoscritto tra persone. Secondo Kuyper, infatti, Dio è sovrano nella società per mezzo delle organizzazioni intermedie, come la famiglia, il mercato, la scienza, l’arte, la formazione, l’educazione. Esse sono tutte sfere sociali che non devono la loro esistenza allo Stato o alla chiesa, ma hanno una loro autorità interna che viene esercitata per grazia di Dio, e pertanto non hanno altra autorità superiore eccetto quella di Dio. 

Infine, per Kuyper Dio esercita la sua sovranità nella chiesa, la quale ha tutto il diritto di definirsi “vera chiesa” e proclamare la propria confessione religiosa. Il Governo deve onorare la multiformità della chiesa e rispettare la sua sovranità senza interferenze. La sovranità della chiesa, anch’essa è circoscritta al confine con la libertà personale, non può e non deve essere esercitata su coloro che vivono fuori da essa, ma allo stesso tempo la chiesa non può forzatamente accettare come membro un individuo che ritiene di dover espellere. 

Lo Stato è uno strumento della grazia comune, che ha poteri circoscritti e definiti, volti a mantenere l’ordine stabilito da Dio.

La sovranità del Dio della Bibbia è valida per tutti i popoli, per tutto il mondo. È una dottrina vera per tutte le Nazioni, per ogni tempo e che deve essere riconosciuta in vista di una società plurale e libera, all’interno della quale la chiesa è impegnata nella proclamazione del suo messaggio, lo Stato vigila e mantiene l’ordine a salvaguardia della società e le organizzazioni intermedie possono fiorire e finalmente avere definito il loro compito così come Dio lo ha stabilito. 

La sovranità di Dio, se ben compresa dai Governi e dalle confessioni religiose, aiuterebbe a vivere una libertà religiosa piena e completa; se vissuta dalle organizzazioni intermedie come la famiglia, la scuola, l’economia, il lavoro, aiuterebbe a responsabilizzare la società e i singoli individui che la compongono, così da vivere in modo serio e responsabile la propria vocazione.