La tomba è vuota. Pasqua con Spurgeon

 
 

La tomba è vuota e non una tomba qualunque. E’ una tomba nuova e prestigiosa. Ma non è nemmeno questo il motivo principale della sua particolarità. E’ la tomba che ha custodito per tre giorni il corpo morto del Signore Gesù. Ora è una tomba vuota, aperta, a testimonianza della resurrezione di Cristo. 

Il messaggio della Pasqua è al centro di un noto sermone di Charles Haddon Spurgeon (1834-1892), Si tratta del suo “The tomb of Jesus” (1883) ripubblicato in Spurgeon’s Sermons, Grand Rapids, Baker Books 1999. In questo sermone di Pasqua, Spurgeon parte da un versetto, quello di Matteo 28,6, in cui è scritto “Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva”. Un solo verso, poche parole, un invito e un luogo in cui la ricchezza, la misericordia e la benevolenza di Dio si mostrano.

L’invito a vedere dove il Signore Gesù, che ha appena sopportato la croce, giaceva, cioè la sua tomba, può sembrare paradossale. Perché andare ad una tomba per vedere Dio? Spurgeon, ricorda che quella tomba non è un luogo macabro e pestilenziale, non ci sono odori nocivi che disgustano lo stomaco, ma c’è il profumo della gioia. Non è un posto tenebroso, pauroso, ma è un luogo sicuro, dove potersi riparare. Non è un posto che mette ansia, agitazione, ma piuttosto un luogo dove c’è la vera pace. Ecco l’invito: “Lascia che ti conduca per la mano della meditazione, fratello mio, lascia che ti prenda per il braccio della tua fantasia e lascia che ti dica ancora ‘vieni a vedere il luogo dove giace il Signore’” (p. 216).

Quel luogo per Spurgeon è, prima di tutto, un luogo prezioso. Gesù viene posto in un sepolcro diverso dagli altri. La tomba di Gesù non è un posto qualsiasi. È una tomba molto costosa fatta di marmo e intagliata nel lato di una collina. Perché fu una tomba così costosa? Gesù non fu onorato quando era in vita. Il suo corpo soffrì contusioni, vergogna, fino a quando completò la sua opera. Fu rigettato dagli uomini, ma quando finì la sua impresa, Dio Padre non permise più che il suo corpo si disgregasse e lasciò che riposasse in una tomba preziosa e onorabile. 

Tutto ciò può sembrare contraddittorio ma fu il completamento del piano di salvezza di Dio. Gesù dovette sopportare le offese, la croce, la morte per essere onorato alla fine. Inoltre, Gesù non ebbe mai possedimenti, non aveva una sua casa, era solito essere ospitato da altri, prende in prestito barche su cui predicare, non possedeva niente. La sua tomba fu anche una tomba presa in prestito da un’altra famiglia: quella di Giuseppe di Arimatea, il quale pensava di usarla per sé una volta morto. 

La tomba fu una tomba presa in prestito. Lui la usò e ne fece la tomba di un Re. Il corpo di Gesù non poteva essere confuso con altri. Fu posto in una tomba nuova, a dimostrazione che Gesù Cristo non è uno tra i tanti, ma l’unico. Nessuno può dire che altri profeti furono sepolti nello stesso posto: quello fu un luogo dove il re dei cieli e della terra riposò per tre giorni, in cui vinse la morte, attraverso il quale adempì il piano di salvezza del Padre. La tomba è un luogo di passaggio, dove l’unico vero Dio si è rivelato in tutta la sua realtà umana e divina, per essere il Salvatore dei credenti.

Nella memoria sconvolgente della tomba vuota e nella speranza certa della resurrezione dai morti, buona Pasqua a tutti.