Verso la Domenica della memoria (V): Roma, dove tutto ebbe inizio

 
 

Prima di Wittenberg, Roma. Prima delle 95 tesi, la Scala Santa. Prima del 1517, il 1510.  Nel 1510, prima dell’affissione delle 95 tesi (1517), Lutero viaggiò alla volta di Roma con l’entusiasmo di un giovane e fervente monaco, bisognoso di visitare il centro della cristianità in quanto sede del vicario di Cristo. La Roma dei papi, però, corrotta e caotica, delude profondamente le speranze del giovane monaco agostiniano. Il suo soggiorno romano influenzerà profondamente la vita di Lutero.

Michael Reeves ne La fiamma inestinguibile, alla scoperta del cuore della Riforma, Mantova, Coram Deo 2019, parla di questo viaggio a Roma come un viaggio che piantò “semi di dubbio nella mente di Lutero” (p.40) e che cambiò radicalmente il suo modo di pensare a Dio e alla salvezza. La città santa e ordinata che Lutero si aspettava si presentava invece come un “frenetico mercato spirituale” (p.40) che ebbe il suo emblema nella pratica delle indulgenze. In questo capitolo l’A. tiene a precisare quanto questo viaggio fu influente su Lutero e vedremo, per l’avvio della Riforma Protestante.

A Roma il giovane monaco, irrequieto e in continua ricerca di soluzioni per la sua anima, non perse tempo e cercò ansiosamente di ricevere confessioni e assoluzioni, scontrandosi però con la dura realtà religiosa della città. Preti e sacerdoti superficiali nella liturgia, insensibili verso i fedeli e interessati solo alla quota che dovevano riscuotere, davano una istantanea dello stato di salute spirituale pessimo con il quale Lutero si confrontò e dal quale fu profondamente e negativamente colpito, deluso, scoraggiato. 

Dopo aver fatto visita ai luoghi di culto prescritti, da buon cattolico, così come i fedeli di oggi, salì i 28 gradini della Scala Santa (p.40), tappa obbligatoria per ogni devoto pellegrino, con pia devozione ma anche con profondo senso di incertezza. Quello che stava facendo probabilmente non avrebbe significato nulla nel per la sua salvezza tanto ansiosamente ricercata. Salire in ginocchio e dire una preghiera per poi pagare una volta in cima una somma di denaro per la salvezza di un caro o per la propria, risultò sconcertante. 

Diversi anni più tardi, visto il suo talento nell’insegnamento, Lutero fu trasferito alla piccola città di Wittenberg per insegnare teologia. L’A. ci ricorda che “concedere tale libertà a Lutero con la Bibbia fu una mossa di cui ben presto Roma si pentì profondamente” (p.41). Per mezzo del suo viaggio a Roma e successivamente grazie allo studio della parola di Dio, Lutero capì che quel sistema religioso basato sui meriti e anche praticamente sull’acquisto della propria salvezza attraverso le indulgenze, che lui stesso aveva sperimentato, era contro le Sacre Scritture. La Bibbia insegnava la dottrina di una salvezza per grazia e di una giustificazione dal peccato per sola fede. Gli eventi successivi al 1510 li conosciamo. 

Passeggiare per Roma e pensare alla Riforma è atipico perché spesso chi visita la città lo fa per scovare architetture dell’antica Roma o per fare visita alle grandi cattedrali cattoliche, ma guardando alla storia della città è possibile trovare delle tracce della Riforma protestante presenti e ancora oggi vive. Oltre alla Scala Santa che Lutero visitò, oggi Roma ha anche Piazza Martin Lutero, a due passi dal Colosseo. Che come evangelici, in vista della domenica della memoria, possiamo essere desiderosi di raccontare alla città e all’Italia una storia diversa, quella della Riforma, quella dell’Evangelo, quella di Dio che prende possesso del suo mondo. 

(NdR: La Domenica della memoria, in molti Paesi chiamata “domenica della Riforma”, è un’occasione per ricordare la riscoperta dell’evangelo imperniata sul riconoscimento dell’autorità della Scrittura, la centralità di Gesù Cristo, la gratuità della salvezza, l’esigenza che tutta la vita sia vissuta per la gloria di Dio. Per l’occasione l’Alleanza Evangelica Italiana offre materiali e spunti per vivere in modo significativo questa ricorrenza)