Post in Cultura/e
Gino Strada (1948-2021). Grandezza e limiti della “religione di un solo comandamento”

La vita di Strada ha illustrato la grandezza e i limiti della “grazia comune” di Dio. La grazia comune è la grazia con cui Dio benedica l’umanità nel preservare il mondo dagli effetti devastanti del peccato e nel seminare la sua ricchezza nelle vocazioni umane. La grazia comune è stata sicuramente all’opera nella passione di Strada per la pace, la guarigione dei malati, l’aiuto ai poveri, la denuncia delle ipocrisie.

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Esclusivisti religiosi, pluralisti politici. È possibile, anzi necessario

Alcuni evangelici che hanno le idee confuse sulla relazione tra una fede esclusiva e la promozione del pluralismo politico dovrebbero leggerlo per imparare a non accontentarsi di forme caricaturali della fede evangelica e per scoprire le ricchezze di una fede esclusiva da vivere in un modo diversificato.

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Libertà religiosa: è un problema in Italia? Intervista a Damaris Marletta

Quando il dibattito pubblico in Italia si concentra sulla libertà religiosa, tendenzialmente lo fa parlando di Paesi lontani, di realtà estranee ai paesi democratici occidentali, eppure, come dichiarato in un’intervista rilasciata al magazine olandese IRS, l’avvocato Damaris Marletta, e non solo lei, ritiene che la libertà religiosa sia un dossier ancora aperto e su cui lavorare nel nostro paese.

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Reddito di cittadinanza, il problema è concettuale

Concepire il reddito o comunque una prestazione economica che non sia collegata al lavoro è un concetto sbagliato. Il reddito non può essere erogato in base ad una condizione statica e “astratta”, ma sempre associato al lavoro, ad un impegno, ad un’attività pratica o intellettuale che concorre alla creazione di valore per il bene proprio e degli altri.

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Moriremo marxisti? (VI). L’ultima parola sull’universo marxista contemporaneo

Il marxismo appare una visione del mondo che rimane dentro una cornice immanente (storicistica, economicistica, al massimo intersezionalista, ma pur sempre un quadro immanente) e nega la provvidenza di Dio come motore della storia e Dio come signore del mondo.

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Moriremo marxisti? (V). La teoria critica della razza e il richiamo ad essere “woke”

Nella galassia neo-marxista contemporanea, un posto di rilievo lo occupano dei movimenti di pensiero che forse non si rifanno a Marx direttamente (direi: filologicamente), ma che sono nipoti del suo pensiero in un senso più sfumato anche se reale. Certamente questa ampia corrente di pensiero ha incamerato altre influenze, le ha mescolate tra loro e le ha sviluppate in intrecci diversificati. Uno di questi si è ritagliato una certa popolarità, soprattutto tra l’opinione pubblica occidentale e, in particolare, nord-americana. Si tratta della TRC: la teoria critica della razza (critical race theory).

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Moriremo marxisti? (IV). L’emergere della “teoria critica”

La “teoria critica” è un impasto di molti ingredienti. Alla lettura marxiana dell’oppressione e della rivoluzione, aggiunge la lezione gramsciana dell’egemonia culturale e quella freudiana della liberazione sessuale per arrivare ad una critica radicale delle strutture culturali e istituzionali della società occidentale: capitalista, borghese, cristiana. Secondo la teoria critica, essa disumanizza, opprime e impone una forma autoritaria di potere.

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Moriremo marxisti? (III). Gramsci e la lotta per l'egemonia culturale

Da dove viene la risorgenza del pensiero marxista che sembra così influente nelle élites intellettuali? È ovvio che bisogna fare i conti con Karl Marx stesso. Eppure, non si può capire il neo-marxismo contemporaneo senza passare da Antonio Gramsci (1891-1937). È Gramsci che ha impresso una svolta sulla quale gli sviluppi attuali si sono innestati.

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Moriremo marxisti? (II). Il capitale: brevissime istruzioni per l’uso

Invece dell’instaurazione di un sistema giusto, lo Stato comunista ha in genere abolito le libertà individuali e sociali insieme alla proprietà privata, instaurando quindi regimi totalitari e repressivi. Marx ha promesso la libertà dall’oppressione, ma quando la sua ideologia è stata messa in atto, essa ha prodotto la tirannia. Per questa ragione, un pensatore come Karl Popper, teorizzatore della “società aperta”, lo ha definito un “falso profeta”.

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Moriremo marxisti? (I). La galassia neo-marxista

Quando si intersecano discorsi che fanno riferimento alla “teoria critica”, all’intersezionalismo, alla politica identitaria, alla teoria gender, all’essere “woke”, al razzismo sistemico, a variegate letture postmoderne, a tendenze “di sinistra”, ecc. si sta ruotando nella galassia ideologica che trova nel marxismo (o in qualche sua forma) una matrice comune. Come navigare questa galassia sterminata e sfaccettata senza perdersi?

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Pene estinte e omicidi in libertà. Quanto giusta è la giustizia?

Quando si verificano casi come il fine pena di un pluriomicida che torna libero, c’è un sussulto che non va rimosso e nemmeno cavalcato con la “pancia”. Al contrario, va interrogato e sottoposto a decodifica. Cosa ci fa sussultare? Perché? Cosa è in gioco? Quale paradigma di giustizia è stato applicato e in che senso si discosta da quello biblico?

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Stottiana (IX). Creati per pensare

Stott ci invita ad evitare l’iper-intellettualismo. Dio non intende mai la conoscenza fine a sé stessa, ma come un mezzo per un altro fine (evangelizzazione, edificazione, ecc... in ultimo luogo: la gloria di Dio). Una sana conoscenza dovrebbe portarci ad adorare Dio con ammirazione, dovrebbe suscitare la nostra fede, portarci alla santità e a voler condividerla con gli altri.

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La violenza sulle donne, la responsabilità evangelica

Non passa giorno in cui non si senta parlare di femminicidi e di violenze perpetrate sulle donne. l’Alleanza Evangelica Europea (AEE) ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’omicidio, lo stupro, le molestie sessuali, il matrimonio forzato, l’aborto o la sterilizzazione forzata, il controllo coercitivo, i cosiddetti "delitti d'onore" e i contenuti degradanti dei media, sono innegabilmente sbagliati e non possono essere giustificati. L’Alleanza invita i suoi membri a raddoppiare gli sforzi per combattere questi mali.

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Riappropriarsi del dovere di educare e d’istruire

Come genitori evangelici, a prescindere dal tipo di scelta che compiamo, siamo chiamati da Dio a riappropriarci non solo del dovere di educare in famiglia, ma anche d’istruire scegliendo responsabilmente la strada che vogliamo far percorrere ai nostri figli, in coerenza con le nostre convinzioni più profonde, sulla base dei bisogni specifici dei nostri figli e del contesto nel quale ci troviamo, in fedeltà alla chiamata che il Signore rivolge ad ogni famiglia nello specifico.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita ..” (IV). Il Paradiso biblico ma non biblico di Dante

La Commedia è un capolavoro che, nella sua straordinaria ricchezza e complessità, riflette una cultura impastata di quegli ingredienti che hanno reso l’Italia quella che è: genialmente assorbita da una religiosità che mescola la Bibbia e la cultura pagana, artisticamente intessuta in una spiritualità che non comprende l’evangelo come dono di Dio ricevuto per grazia soltanto, fortemente attratta dalla figura della “madre” (Maria) e della “donna” (Beatrice) in cui cercare l’amore. E’ questa commedia che, da Dante in poi, è il canovaccio della vita italiana.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita …” (III). Cosa c’entra il Purgatorio con la Bibbia?

Evidentemente, con la sua visione del Purgatorio, Dante non conosce i benefici della giustificazione per fede soltanto basata sull’opera di Cristo soltanto: per questo deve prevedere una “via di mezzo” ultraterrena in cui far transitare i cristiani affinché siano purificati. Per Dante, la salvezza è una montagna da scalare dal basso in un’ottica di progressiva santificazione, non una dichiarazione divina sul peccatore penitente che lo riveste della giustizia di Gesù Cristo.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita ..” (II). Risonanze bibliche e non solo nell’Inferno

Nel primo canto dell’Inferno, Virgilio spiega a Dante che, usciti dalla selva oscura, non si può salire sulla collina della felicità se non facendo un altro percorso attraverso i regni dell’aldilà. Esso è stato precluso agli esseri umani, salvo che a Enea (nell’Eneide) e a Paolo (secondo un’interpretazione di 2 Corinzi 12,2-4 che in realtà non parla dell’inferno ma del cielo). In questa duplice ispirazione (classica e biblica) si ritrovano le fonti del pensiero dantesco: da un lato l’eredità classica, dall’altra quella biblica interpretata secondo i canoni del cristianesimo medievale.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita” (I): richiami biblici all’inizio della Commedia di Dante

Sono circa un migliaio i richiami alla Bibbia presenti nella Commedia. Alcune volte si tratta di citazioni del testo biblico (dalla Vulgata latina o in traduzione in volgare), altre volte di evocazioni di personaggi o episodi della storia biblica, altre volte ancora di allusioni ad essi intrecciati nel poema. Si può dire che la Bibbia sia pervasivamente presente e costituisca uno dei testi da cui Dante ha tratto molta ispirazione essendo un elemento costitutivo del suo immaginario religioso.

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