Post in Chiesa/e
Il coraggio di essere protestanti

Questo volume è una sorta di bilancio della quadrilogia in cui le tesi di Wells vengono riprese. In sostanza, per l’A. si è verificato un allontanamento dalla passione per la “verità” verso forme della fede maggiormente legate ai modelli del marketing religioso e alle dimensioni “emergenti” della spiritualità. L’identità evangelicale è così diventata un ibrido, sempre più teologicamente invertebrato, sempre più “leggero” sul piano dottrinale, sempre più definito da altri tratti rispetto a quelli tradizionali: il “potere”, la “comodità”, la “soddisfazione” individuale.

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Perchè Dio è “semplice”?

Contro le critiche di chi pensa che la semplicità di Dio porti ad una monade metafisica, l’A. ben argomenta che, biblicamente parlando, l’autosufficienza di Dio è “relazionale”, nel senso che Dio è un essere trino che, pur essendo semplice, è una comunione di Persone. La sua essenza è programmaticamente aperta ad essere uno spazio di relazioni interdipendenti tra Padre, Figlio e Spirito Santo. La sua semplicità è quindi sommamente personale.

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Ragioni per Dio: perché è giusto parlare di Dio nello spazio pubblico?

Quando la fede si lega ad un’ideologia, cioè ad un sistema chiuso, incapace di dialogo e di collaborazione, inetto a conversare in modo civile, allora rende un pessimo servizio al bene comune. Quando la fede diventa un ghetto ideologico settario che non sa interfacciarsi con il pluralismo e va in cortocircuito rispetto alla complessità. Questa è una fede malata, patologica.

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Visione ampia in tempi di ristrettezza

Il rischio è quello di piegarci a discutere solo il problema contingente, dimenticando lo scopo per cui Dio ci porta all'umiliazione: la Sua gloria! Come possiamo abbracciare questa prospettiva tanto grande e meravigliosa, come possiamo mantenere i nostri occhi, la nostra mente, il nostro cuore e le nostre mani aperte alla prospettiva di Dio?

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