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La “omicron” più importante della storia (e non è la variante del virus)

Mentre dobbiamo prestare molta attenzione affinché la “omicron” del virus non si diffonda, dobbiamo meditare, assimilare e credere alla “omicron” di Atanasio relativa al Figlio di Dio incarnato, il Signore Gesù. La brutta “omicron” del virus passerà, quella buona del Figlio di Dio no. Lui è l’Alfa e l’Omega.

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Stottiana (XIII). Per un ambientalismo biblicamente fondato

Gli scritti di Stott, quindi non sono una predizione ante-litteram delle esigenze dei giorni nostri, ma mostrano come un discepolato autentico e radicato nella Parola di Dio produce una comprensione della realtà lucida e realistica che genera un attivismo non freneticamente guidato dalla cultura dominante, ma centrato su Cristo e biblicamente fondato.

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Fanino Fanini (1520-1550), martire evangelico a Ferrara

Nello specifico della testimonianza evangelica in città, è un segno di vitalità spirituale e culturale vedere che la comunità evangelica ferrarese si sia impegnata per valorizzare sia la memoria di Fanini, sia il tema della libertà religiosa quale capitale culturale e sociale imprescindibile. La chiesa evangelica si pone anche in continuità spirituale con la fede evangelica che fu di Fanini, volendo essere oggi quella famiglia dell’evangelo che Fanino sognava e per cui ha speso la sua giovane vita.

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“Prima di essere predicatore devi essere uomo di Dio”, parola di Gregorio Magno

Il predicatore deve essere “esemplare nel suo agire per poter annunciare col suo modo di vivere, la via della vita” (II,3). Così Gregorio Magno (540-604) qualifica la persona del predicatore che vuole mettersi al servizio dell’annuncio dell’evangelo nell’opera Regola pastorale.

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Lutero e il suo rapporto contraddittorio con i musulmani

L’interesse di Martin Lutero per l’islām derivava dal fatto che i Turchi e la loro religione si inserivano in una importante prospettiva teologica, che includeva il tumulto religioso-politico dell’Europa del suo tempo, e di conseguenza il suo timore per le mire espansionistiche dell’Impero Ottomano. Non si trattava dunque di un interesse puramente accademico, bensì indotto dalle tensioni del contesto politico internazionale.

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Warfieldiana (VII): Il Nuovo Testamento ci parla del “Cristo storico”?

Teologo e professore della vecchia Princeton, Warfield ha saputo difendere la persona e l’opera di Cristo e l’autorità della Scrittura dalla coeva critica storica, propria del liberalismo teologico, che tentava di sminuirla e di annacquare quanto da lui stesso compiuto. Rileggere Warfield sulla cristologia a distanza di un secolo è un utile esercizio per capire la posta in gioco del confronto tra la fede evangelica e il liberalismo di allora.

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John Blanchard (1931-2021), apologeta delle “domande di fondo”

La buona notizia intercetta e risponde alle domande ultime della vita: da dove veniamo? Cosa è andato storto? C’è un rimedio? Che c’entra Gesù Cristo con tutto ciò? Blanchard ha saputo ascoltare le obiezioni dell’opinione pubblica occidentale (lo scientismo, l’evoluzionismo, l’ateismo, il relativismo, ecc.) e ha scritto operette difendibili ed accessibili.

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Stottiana (VII). Un ministero “abramitico e apostolico”

Il ministero di Stott è stato “abramitico” in quanto ha benedetto le nazioni, come la promessa ad Abramo fu di benedire tutto il mondo tramite lui. Nelle sue pubblicazioni (più di 50 libri: commentari, studi biblici, libri su temi teologici, etici, di attualità) Stott ha tenuto una posizione “apostolica” in linea con l’insegnamento biblico, rappresentativa di un ampio fronte evangelico, in dialogo con altre correnti di pensiero e solida sulle questioni centrali affrontate.

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Warfieldiana (V). L’ispirazione della Scrittura

Nel saggio “La dottrina dell’ispirazione secondo la chiesa” pubblicato nel 1894 e raccolto nel bellissimo volume Rivelazione e ispirazione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001, Warfield dice questo: “Noi crediamo fermamente nella dottrina dell’ispirazione plenaria delle Scritture, principalmente perché è la dottrina che Cristo e i suoi apostoli hanno creduto e ci hanno insegnato. A volte può sembrare difficoltoso schierarsi a fianco di Cristo e degli apostoli, ma questo sarà sempre il posto più sicuro”.

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Bavinckiana (II). Filosofia della rivelazione

Ci sono opere della teologia evangelica che non possono mancare tra le nostre letture se vogliamo rendere più solida e viva la comprensione e l’esperienza della cultura evangelica. Una di queste è la Filosofia della rivelazione di Herman Bavinck (1854-1921), che raccoglie una serie di lezioni preparate per la Facoltà di teologia di Princeton per l’anno accademico 1908 -1909.

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Stottiana (VI). All Souls come chiesa “vivaio”

Migliaia di persone da tutto il mondo, durante il cinquantennio del pastorato di Stott, hanno trovato ad All Souls un vivaio in cui maturare in vista dei loro percorsi vocazionali successivi, dentro e fuori la chiesa. Come una pianta viene fatta sbocciare e crescere nel vivaio per poi essere trapiantata in una collocazione duratura dove diventerà un tronco stabile, così la chiesa può e deve essere un vivaio di piante che il Signore potrà portare altrove.

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Warfieldiana (IV). Dio si è rivelato, ma come?

La teologia della rivelazione divina è una questione molto importante per la fede cristiana. Un teologo e un apologeta del calibro di Warfield riuscì a trattare questo tema in un’epoca in cui il pensiero evangelico riuscì a tenere testa alle tendenze gnostiche e liberali. Nel centenario della sua morte, la sua lezione sulla rivelazione divina conserva la profondità e l’attualità di quando fu scritta.

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Stottiana (V). John Stott e Billy Graham, il dream team dell'evangelicalismo

Analizzando la storia evangelica della seconda metà del XX secolo, uno storico come Brian Stanley l’ha definita “l’età di Billy Graham e di John Stott”. Se si pensa alla diffusione globale dell’evangelicalismo, queste due personalità devono essere tenute in considerazione per ricostruire la crescita numerica e di influenza che il movimento ha conosciuto nelle ultime due-tre generazioni.

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Pensare alla morte nel centro di Roma

A Roma esiste un’antica residenza medievale situata a poche centinaia di metri da Piazza Venezia conosciuta come “Casa dei Crescenzi”. Essa si contraddistingue rispetto alle strutture circostanti per il suo stile peculiare e divergente. Il proprietario, un certo Nicolao de Crescenzi, la costruì tra il 1040 e il 1065, integrandovi un pensiero sulla morte.

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